2020-08-23
«Le nostre pelli sono eccellenze italiane»
Il presidente del Cuoio di Toscana Antonio Quirici: «Abbiamo perso oltre il 40% del fatturato rispetto al 2019, ma l'anno prossimo torneremo ai precedenti livelli. Le imprese del consorzio condividono le stesse tradizioni artigiane e i valori. Vogliamo trasmetterli a tutti».La situazione non è delle più rosee ma il morale è alto. «Siamo imprenditori e quindi ottimisti per natura. E avendo un prodotto come il nostro siamo sicuri di riprenderci le nostre quote di mercato e andare avanti sempre meglio». Non tentenna Antonio Quirici, presidente del Cuoio di Toscana, il consorzio che rappresenta concerie di altissimo livello, cuore pulsante del distretto che sta fra San Miniato e Santa Croce, parlando del momento che stanno attraversando le aziende del settore. «Abbiamo perso molti ordini, si è interrotta la filiera della calzatura di cui facevamo parte. Il confronto tra gennaio/luglio 2020 e gennaio/luglio 2019 dice tutto: abbiamo perso oltre il 40% del fatturato. Ma ora c'è una ripresa, anche se lenta». E si pensa alla rinascita. «Prima della chiusura esportavamo più del 50%. Marchi come Loubotin, Hermes, Ferragamo, Tods, Prada, solo per citarne alcuni, usano per le scarpe in cuoio il nostro prodotto d'eccellenza, dove siamo leader di mercato con il 95% della produzione italiana e l'80% di quella europea. L'anno prossimo prevediamo di tornare ai nostri livelli». Ma si inizia anche prima, il 2 e 3 settembre a Firenze sulla passerella dell'alta moda con accessori e capi in cuoio. Quando nasce il Cuoio di Toscana?«Nel 1985 con l'obiettivo di promuovere la cultura del cuoio da suola e comunicare l'alta qualità del prodotto. Al consorzio aderiscono attualmente sette imprese accomunate dagli stessi valori, dalla stessa tradizione artigiana e racchiusi in un marchio, Cuoio di Toscana, nato a tutela di un patrimonio di competenze e di un know how unico al mondo». Perchè la necessità di certificare questo tipo di cuoio?«Si tratta di un prodotto fortemente nazionale, vera eccellenza del Made in Italy, che, per la sua produzione, utilizza una metodologia artigianale totalmente naturale ed esclusiva delle sole imprese che fanno parte del consorzio». Quali sono le caratteristiche?«La principale caratteristica del cuoio è la sua naturalità, ovvero la sua essenza di materia prima salubre e conciata con materie prime naturali- che garantisce la salute della pelle del piede. Il cuoio è, infatti, antibatterico, è traspirante e, proprio in virtù del suo essere conciato con concianti naturali di origine vegetale, garantisce traspirabilità, compattezza ed elasticità. Senza dimenticare quelle caratteristiche che lo rendono il canovaccio perfetto per particolari lavorazioni e finiture che amplificano il contenuto stilistico in essere della scarpa e che nessun altro materiale assicura. Un prodotto eccellente». Cosa significa produrre cuoio da suola?«Vuol dire appartenere all'eccellenza del made in Italy quindi adottare un sistema produttivo con metodologie artigianali e antiche per ottenere cuoio di qualità anche a fronte di lavorazioni molto lunghe (ad esempio il bagno in vasca con tannini dura 60 giorni). Produrre cuoio da suola significa anche dare quel contenuto innovativo importante richiesto a tutte le eccellenze leader del mercato». Che tipi di concia ci sono?«Per il cuoio da suola di Cuoio di Toscana la concia lenta al vegetale è l'unica tecnica».Da dove proviene il cuoio?«Se si parla della materia prima, il pellame grezzo proviene dai macelli dei Paesi del Nord Europa, dalla Francia, dall'Italia, dai Paesi scandinavi perché qui ci sono allevamenti cruelty free che tutelano la salute degli animali e ne hanno rispetto. Facciamo parte dell'economia circolare proprio per tutelare l'ambiente. Utilizziamo lo scarto dell'industria alimentare, come quello prodotto dai macelli che altrimenti andrebbe in discarica. Depuriamo tutte le acque di scarico al 100% e quindi viene reimmessa acqua pulita. La nostra concia in vasca viene effettuata con tannini vegetali che derivano da piante come castagno, mimosa e quebracho destinate a ripiantumazione ogni anno».Si parla di tracciabilità, cosa significa?«Garanzia di qualità nella misura in cui chi sceglie le calzature gode di un prodotto d'eccellenza, realizzato secondo un processo produttivo virtuoso e che mette in primo piano la salute e il comfort del consumatore, rispondendo agli standard più alti del mercato. La tracciabilità della nostra filiera è essa stessa garanzia di eccellenza e trasparenza. Cuoio di Toscana, per certificare ogni suo prodotto ha creato un kit di tracciabilità contenente tutti gli strumenti che vanno a garantire l'alta qualità e la provenienza del cuoio da suola del Consorzio: dal punzone al cartellino di autenticità che permette di ritrovare la conceria che ha prodotto quel cuoio fino al tag nfc con le info sulla conceria stessa». Giro d'affari?«Il nostro fatturato è di 150 milioni di euro».Cosa richiedono maggiormente i calzaturifici?«Oltre a varie finiture e texture diverse, richiedono sostanzialmente un rapporto di partnership così come gli uffici stile cercano da noi anche consulenza sui modelli oppure i dettagli tecnici sulle caratteristiche del cuoio per sfruttarne al pieno le potenzialità».E ora il vostro progetto di comunicazione worldwide che permette di vivere l'emozione di un viaggio all'interno del Consorzio.«Siamo totalmente made in Italy e made in Tuscany e vogliamo trasmettere i valori culturali e tradizionali della Regione in cui operiamo facendo un prodotto d'eccellenza. Naturalità, autenticità, artigianalità e innovazione: queste le quattro parole chiave che riassumono i temi principali comunicati dalla campagna».