2022-03-27
«Le nostre creme stimolano le staminali»
La farmacista Monica Mazzoleni e la dermatologa Adele Sparavigna che hanno sviluppato la linea per il viso e il corpo Stemage, a base di estratto di caviale bianco dello zebrafish: «Questa sostanza riduce l’invecchiamento cutaneo fino al 40%. Il nostro siero è perfetto anche per gli uomini».L’accoppiata è di quelle vincenti. Due donne sono riuscite a ottenere risultati straordinari sul tema dell’invecchiamento. Monica Mazzoleni, farmacista formulatore di Aurora biosearch, e Adele Sparavigna, dermatologa, propongono sul mercato una crema che si può considerare una rivoluzione nel campo nella cosmesi. Stemage è la prima linea di creme antiage che in un solo mese riduce del 40% l’indice di invecchiamento della pelle grazie all’azione del prezioso estratto di caviale bianco di zebrafish, un pesciolino tropicale le cui uova contengono le sostanze necessarie per la formazione e la nascita della vita e che condivide con l’uomo circa l’80% dei geni, caratteristica che lo rende altamente compatibile con i nostri meccanismi cellulari. «È un pesce dall’elevatissima capacità rigenerativa dei tessuti, superiore a qualunque altro organismo vivente», spiega Adele Sparavigna. Da dove sono partiti gli studi?M.M. «Stavamo lavorando sulle staminali con la medicina rigenerativa dell’università di Bologna e abbiamo scoperto che l’estratto di caviale bianco di zebrafish aveva un effetto potentissimo antiage perché riusciva a mantenere giovani le cellule staminali. Il grosso problema delle staminali, infatti, è che una volta estratte invecchiano subito. Quindi riuscire a costituire dei tessuti diventa particolarmente difficile se non trovando particolari accorgimenti. Si è visto che mettendo le cellule di zebrafish nell’estratto di caviale bianco rimanevano giovani. Da lì abbiamo deciso di fare un test all’università del Piemonte orientale con una sperimentazione in vitro sui cheratinociti constatando un significativo aumento della vitalità delle cellule già dopo 24 ore. Da qui abbiamo formulato quattro creme (volto, contorno occhi e labbra, corpo e siero viso). Entusiasti siamo andati dalla dottoressa Sparavigna».A.S. «Non volevo sapere nulla perché dovevo testare il prodotto e non volevo essere influenzata. Subito ho detto che avremmo fatto la solita prova su una sola parte del viso. Ma dopo un mese ho dovuto estenderla alla faccia intera: c’era troppa differenza».Ci sono centinaia di creme sul mercato, cosa ha in effetti questa di diverso?A.S. «Quando si prova una crema si fa su una popolazione campione. Così abbiamo provato il prodotto su un gruppo di donne tra i 35 e i 70 anni. Esiste un protocollo che va seguito in maniera rigorosa, si fanno valutazioni cliniche e visive ma anche strumentali. In 30 anni ho testato più di 3.000 referenze cosmetiche, quindi la differenza tra un prodotto e l’altro riesco a vederla in termini di efficacia e di risultati. È molto importante che il prodotto rispetti la pelle perché spesso viene bombardata da tanti ingredienti e da sostanze antiage aggressive. Se alla pelle diamo troppi ingredienti avremo magari un risultato nell’immediato però poi, con il passare del tempo, le cellule si stressano, vanno incontro a una sorta di esaurimento e quindi i risultati non durano e possono insorgere delle problematiche».È quindi sbagliato cambiare spesso crema?A.S. «Se la crema ha degli ingredienti che definisco intelligenti, allora va bene per essere utilizzata per periodi molto lunghi. Di solito quando gli ingredienti sono giusti quello che può cambiare è la necessità di avere delle texture più o meno leggere a seconda della stagione. Parlo di una crema che interviene con un meccanismo biologico come quello contenuto in Stemage che ha tutto quello che serve alla cellula per recuperare, ringiovanire, riattivarsi con più probabilità di soddisfare diverse esigenze. Questa crema ha un’efficacia di spicco, significativa e che si mantiene nel tempo».Una volta trovata la formula giusta come siete andate avanti?M.M. «Abbiamo formulato la crema fisicamente e abbiamo fatto un test clinico. Ci sono tre tipi di test: l’autovalutazione che rimane quello più semplice; al secondo livello, quello dermatologico che grazie a scale cromatiche, durante la visita, consente di vedere la differenza della cute dopo l’uso per un determinato periodo di tempo; e un terzo step sempre del dermatologo che valuta anche con uno strumento l’idratazione della pelle, l’elasticità, la profilometria delle rughe approfondendo il tutto a 360 gradi. Il risultato è stato che Stemage è risultata in grado di migliorare tutti e nove i parametri da cui dipende la giovinezza della pelle quali la profondità delle rughe, l’omogeneità di pigmentazione e la compattezza». È una crema senza stagione, va bene d’estate come d’inverno?A.S. «Certo, e con il siero si può giocare ancora meglio. È dimostrato che quando abbiamo ingredienti in una formula cosmetica, questi hanno delle affinità che quando sono elevate consentono il massimo assorbimento. Quindi, prima il siero poi la crema in modo che venga potenziata l’efficacia e la capacità di penetrazione. Chi ha pelle seborroica o acneica può valutare l’uso solo del siero. Avere a disposizione i due prodotti aiuta a coniugare le esigenze di ognuna. Chi suda molto d’estate può usare solo il siero, così come le giovani donne».I vostri prodotti possono andare bene anche per gli uomini?A.S. «Assolutamente sì. In generale l’uomo è più adatto all’utilizzo del siero. La cute è più spessa e quindi va benissimo il siero».A quando altre novità?M.M. «Di idee ne abbiamo davvero molte. Sto studiando da sei mesi un prodotto che mi appassiona tantissimo, vedremo se potrà uscire verso Natale. Ma non si può svelare ancora nulla».
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