2020-02-04
Le lacrime di sangue della Madonnina a 25 anni di distanza restano un mistero
La Chiesa non si è mai espressa ufficialmente sulla statuetta che nel 1995 pianse per 14 volte. Un nuovo libro svela fatti inediti.Dopo il parere favorevole della Commissione diocesana, cioè dopo un adeguato e coscienzioso discernimento, il Vescovo di Civitavecchia ha avuto la piena autorità di riconoscere ufficialmente l'evento. […] Ma monsignor [Girolamo] Grillo desiderava un sigillo da parte della Santa Sede. Aveva preparato il dossier della Commissione per farlo pervenire alla Congregazione per la Dottrina della Fede, accompagnandolo con una lettera datata 14 giugno 1997. La risposta della Congregazione pervenne il 27 ottobre 1997: si annunciava la costituzione di una Commissione vaticana presieduta dal cardinale Camillo Ruini, per approfondire l'evento. Ruini, si venne a sapere in seguito, accettò la supervisione, ma delegò la presidenza della Commissione a monsignor Domenico Pecile, vescovo emerito di Latina. […]Non si sa se l'indagine si sia limitata alle lacrimazioni di sangue della prima Madonnina o abbia investito anche l'intera mariofania, comprendendo le apparizioni e i messaggi della Vergine. Monsignor Grillo, sorprendentemente, non fu chiamato a testimoniare. E non fui ascoltato io, in qualità di vicepresidente della Commissione teologica diocesana e delegato per i rapporti tra il Vescovo di Civitavecchia Tarquinia e la famiglia Gregori. […] So, perché me lo hanno riferito, che furono interrogati i membri della famiglia Gregori e don Pablo, parroco a Sant'Agostino e testimone delle lacrimazioni di sangue. Ma nulla più. […]Rispetto a tanta segretezza, l'intervento del cardinale Tarcisio Bertone a Porta a Porta il 17 febbraio 2005 arriva come una doccia fredda. Il porporato, dal pulpito di Rai Uno, comunica che la Commissione della Santa Sede era arrivata alla conclusione del non constat de supernaturalitate dell'evento. Strano modo per rendere noti gli atti della Santa Sede, in diretta contravvenzione a quanto stabilito dalle norme vigenti della Chiesa. Anche perché il cardinale Bertone, che pure dal 1995 al 2002 era stato segretario della Congregazione per la Dottrina della Fede, all'epoca rivestiva l'incarico di arcivescovo di Genova e pare, pertanto, ancor più irrituale che si sia preso la libertà di rendere pubblica un'informazione tanto importante per l'interesse della Chiesa senza passare dal Titolare della diocesi competente. […]Mi colpì molto, allora, la reazione pacata di monsignor Girolamo Grillo. Prima di tutto egli rivendicò serenamente il suo primato sulla diocesi di Civitavecchia-Tarquinia con le prerogative che ne conseguono e che era assolutamente certo di aver giudicato bene gli eventi della Madonnina, in spirito di verità e di amore alla Chiesa. […]Mons. Grillo mi spiegò che il cardinale Camillo Ruini gli aveva in precedenza riferito che l'orientamento della Commissione aveva preso la direzione del non constat. Egli gli aveva manifestato, a quel punto, la sua sorpresa per non essere stato mai chiamato a testimoniare sia in quanto Vescovo sia in quanto testimone della lacrimazione nelle sue mani. Gli spiegò che se fosse stato invitato a farlo avrebbe potuto rendere conto di come fin dall'inizio avesse su tutti i fatti aggiornato Giovanni Paolo II, e di come il Papa lo avesse sempre incoraggiato a credere all'evento e a difenderlo. Gli rivelò allora anche dell'esistenza del Documento dell'8 ottobre del 2000 controfirmato dal Pontefice e che l'Atto di Affidamento della Chiesa compiuto in quel giorno era riconducibile all'iniziativa di Dio a Civitavecchia.A quel punto il cardinale Ruini interruppe mons. Grillo riconoscendo che questi nuovi elementi, che di fatto coincidono con il discernimento effettuato in prima persona dal Papa, invalidavano le conclusioni a cui stava pervenendo la Commissione. Mons. Grillo in seguito mi riferì anche che quando i risultati furono presentati al Papa, Giovanni Paolo II ordinò che non se ne tenesse conto e di approfondire meglio il caso. Glielo disse il presidente della Commissione vaticana, mons. Domenico Pecile. Viene qui da pensare che lo stesso Pontefice volesse che si rendesse noto il suo diretto coinvolgimento nel giudizio e che, al tempo stesso, desse all'espressione di non constat de supernaturalitate, formulata dai suoi collaboratori, un valore non definitivo, ma sospensivo, in attesa di ulteriori sviluppi, che è poi il valore dato a questo termine anche per altri fenomeni recenti come quelli di Medjugorje. […]In ogni caso, dopo il chiarimento fra mons. Grillo e il cardinale Ruini e l'intervento diretto di san Giovanni Paolo II, il Vescovo di Civitavecchia-Tarquinia non ricevette mai dalla Santa Sede alcuna comunicazione ufficiale e la Commissione vaticana si è sciolta senza promulgare un decreto conclusivo. Perlomeno non ne siamo a conoscenza. […] A tutt'oggi, pertanto, per definire il giudizio della Chiesa sugli eventi di Borgo Pantano, non si può che ribadire una volta ancora quanto via via già esposto in queste pagine. Mons. Girolamo Grillo, il vescovo, cioè, di Civitavecchia Tarquinia che è stato chiamato a giudice e testimone dell'iniziativa di Dio nella sua diocesi, è pervenuto a un riconoscimento pieno dei fatti che investe la sua autorità e l'autorità della Chiesa. Nell'esito del suo discernimento, mons. Grillo è stato corroborato dal parere positivo delle indagini della Commissione teologica diocesana e, soprattutto, dalla posizione costantemente favorevole di Giovanni Paolo II. Il santo Papa che credette fermamente nell'evento della Madonnina, tanto che l'aveva voluta in Vaticano, aveva pregato davanti a Lei, le aveva posto sul capo una corona d'oro, si era recato in incognito a Civitavecchia per venerarla, e in suo ossequio aveva compiuto il solenne Atto di affidamento della Chiesa dell'8 ottobre 2000.*Già Provinciale dei Cappuccini del Lazio e vicepresidente della Commissione teologica diocesana che ha studiato il caso della Madonnina di Civitavecchia.