2024-10-22
Dopo l’assoluzione «Le Iene» tornano alla carica sulle vicende «hot» di Spano
In un servizio la trasmissione Mediaset ha mandato di nuovo in onda le immagini del 2017 con i festini organizzati dall’associazione finanziata dall’uomo di Alessandro Giuli.Sul caso di Francesco Spano sono tornate alla carica Le Iene. Fresche di vittoria in tribunale, domenica sera hanno trasmesso un servizio che riprende ampi stralci di quello che, nel 2017, portò alle dimissioni il neonominato capo di gabinetto del ministro della Cultura, Alessandro Giuli, dalla direzione generale dell’Unar, l’Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali. Vale la pena riprenderne ancora dei passaggi per apprezzare alcuni dettagli della vicenda.Come già riportato ieri su queste pagine, i giornalisti delle Iene hanno vinto la causa civile intentata contro di loro dallo stesso Spano dopo il servizio del 2017. Il giudice, però, non solo ha respinto le richieste del querelante, ma nella sentenza ha anche chiarito che le notizie narrate erano, «nella sostanza, vere». Di che notizie stiamo parlando? Del fatto che l’Unar, ente istituito presso la presidenza del Consiglio di cui Spano era direttore generale, stava per erogare 55.000 euro di fondi ad Anddos (Associazione nazionale contro le discriminazioni da orientamento sessuale), una rete di circoli lgbt - una settantina quelli affiliati in tutta Italia - nei quali, scoprirono i giornalisti d’inchiesta, si faceva di tutto tranne che attività contro le discriminazioni. Ecco perché questa nomina ha fatto storcere il naso a molti nell’area di centrodestra. In virtù di una segnalazione anonima, i giornalisti delle Iene si infiltrarono dentro alcuni di questi circoli per verificare quanto accadeva al loro interno. A raccontare i fatti era Filippo Roma, autore - insieme con Marco Occhipinti - anche del nuovo servizio andato in onda domenica, che ha riproposto i passaggi più gustosi del lavoro di allora. «Fate anche attività sociali o culturali?», domanda una voce fuori campo a un uomo che si trova dentro uno di questi club. «Certo!», risponde quest’ultimo. «Basta aprire il c..o, la bocca, è culturale. Di cultura c’è solo la m....a». «In realtà questi circoli non sono altro che dei locali con ingresso a pagamento dove si incontrano persone gay per fare sesso», spiega a Roma un ragazzo che conosceva bene quel mondo, girato di spalle per non farsi riconoscere. «A volte anche questo è a pagamento». «Qui si fanno attività socio-ricreative, che in realtà è scopare», racconta un altro uomo, nudo, mentre fuma con alle spalle un muro piastrellato che fa pensare a un bagno. «In quanto circolo non dovrebbero fare anche attività culturali?», domanda la voce fuori campo. «Ma è tutta una roba finta per aggirare la legge», chiarisce il primo. «E scusa, in tutti i locali d’Italia in cui entri con questa stessa tessera?», insiste il secondo riferendosi alla tessera dell’Anddos, quella che ai tempi aveva anche Spano, come scoprirono le Iene. «È uguale a qui, non fanno attività culturale. Fanno attività cul.. culo-turale. O min-culturale, è uguale», spiega l’uomo nudo. «Per un c..o ci vuole una m.....a e per una m…..a ci vuole un c..o… o una bocca».Anche sui siti, ricorda il servizio, erano segnalate pratiche sessuali come le dark room. «Sono delle stanze buie dove la gente entra vestita nuda per fare sesso con chi capita, senza guardarsi in faccia», spiega il giovane di spalle. «Dentro succede di tutto, molto spesso senza nemmeno usare protezioni. Puoi immaginare i rischi per le malattie». Il servizio non si limita al racconto, perché - e lo nota anche la sentenza menzionata sopra - tali pratiche sono ben documentate anche dai filmati. Come anche quella del «glory hole». «È quella roba che c’è nei corridoi coi buchi», spiega un altro partecipante di questi circoli. «C’è gente che magari sta la dietro col c…o lì nel buco, uno passa e fa quello che vuole». «Tu tiri fuori il c…o, lo fai passare dal buco, e quello esterno te lo succhia», spiega un altro mezzo nudo con tanto di gesti.Oltre a tutto ciò, la squadra delle Iene aveva scoperto anche servizi di vera e propria prostituzione. «Pom.., sesso anale, sadomaso, esistono dei veri e propri listini. Ogni cosa ha il suo prezzo», spiega il ragazzo di spalle. «Vuoi un massaggio completo?», si sente invece in un filmato che mostra un massaggio in corso. «Che cosa vuol dire un massaggio completo?», chiede il cliente. «Un pompino». «E quant’è?». «70 euro», risponde il massaggiatore. Dopo lo scoop, Francesco Spano fu costretto a dimettersi, anche perché Filippo Roma e la sua squadra scoprirono che egli stesso era tesserato dell’Anddos. La presidenza del Consiglio intervenne per bloccare l’erogazione dei fondi, mentre la stessa associazione di circoli gay, dopo essere stata tolta dalle realtà iscritte a ricevere i finanziamenti dell’Unar, decise di cambiare nome per cercare di riabilitarsi. La Corte dei Conti poi stabilì che non ci fu alcun illecito nell’assegnazione dei bandi, mentre Spano dichiarò di non essere stato al corrente del suo tesseramento, e la vicenda finì lì. Tuttavia, nessuno ha mai smentito il fatto che, se non fosse stato per l’inchiesta delle Iene (ritenuta veritiera anche dal giudice della sentenza), i soldi dei contribuenti sarebbero andati a finanziare una rivisitazione contemporanea di Sodoma e Gomorra.
Jose Mourinho (Getty Images)