
Analisti positivi sullo schema dell'Ops. Le azioni dell'istituto di Victor Massiah corrono anche se il fronte del no si spacca.Con l'arrivo ieri sul mercato dell'offerta lanciata da Intesa Sanpaolo su Ubi, la parola passa fino al 28 luglio ai soci dell'istituto bresciano-bergamasco. Prendere o lasciare. Il cda di Ubi ha giocato sul tavolo le sue ultime carte: ha bocciato l'Ops bollandola come «non conveniente per i soci», ha presentato l'aggiornamento del piano industriale che promette agli azionisti dividendi più ricchi nel triennio e si è candidato al ruolo di aggregatore di un futuro terzo polo bancario. Vedremo se il tris sortirà gli effetti desiderati tra i soci con un fronte del no sempre più spaccato dopo le dimissioni dal patto Car di Mario Cera, tra i nemici della prima ora dell'offerta di Intesa. Per ora non sembra aver convinto gli analisti che, dopo la presentazione di venerdì del tandem Victor Massiah-Letizia Moratti (inusuale, considerando il ruolo istituzionale del presidente) ieri hanno pubblicato una raffica di report per il loro clienti. Per gli esperti di Fidentiis, l'aggiornamento del piano rappresenta una sorta di «non-evento di per sé», una mossa fatta in chiave difensiva e una nuova strategia sul fronte dei dividendi cui, sottolineano da Fidentiis, i regolatori difficilmente darebbero il via libera, specialmente se l'attuale scenario da Covid-19 non si allenta. Gli analisti di Kepler consigliano agli azionisti Ubi di aderire all'Ops perché su basi stand alone i rischi sono al ribasso e, nell'ipotesi di progetti di fusioni o acquisizioni diversi da Intesa, l'esito è incerto». Ma non escludono che il gruppo guidato da Carlo Messina possa decidere di migliorare la proposta aggiungendo una componente cash, fino a 0,3 euro per azione Ubi, vale a dire con un incremento del 10%. Decisamente contrari all'ipotesi di un ritocco al prezzo di questo tipo sono invece gli esperti di Bofa Merrill Lynch che giudicano «bizzarre» le argomentazioni del cda e considerano «inutilmente elevato» il premio messo sul piatto da Intesa. Dal mercato arriva, infine, la voce dei broker di Equita (la Sim è anche advisor di Intesa) che smontano le tesi di Massiah arrivando a un giudizio ancora più tranchant: «Il cda di Ubi rifiuta un'offerta che non si può rifiutare».Nel frattempo, continuano i botta e risposta tra le due banche. Ieri Intesa ha precisato che le stime sulle sinergie sono superiori a quelle previste da Ubi, che il dividendo offerto è congruo e che acquisendo almeno il 50% del capitale più un'azione di Ubi, potrà esercitare la maggioranza dei diritti di voto in assemblea e legittimamente nominare un nuovo cda. In particolare, contesta Intesa, non è stato adottato un approccio omogeneo per le due banche nelle valutazioni del cda di Ubi sulla non congruità del rapporto di cambio dell'offerta. Infatti, per Ubi si è fatto riferimento al piano industriale aggiornato (quindi a proiezioni del management), mentre per Intesa si è fatto riferimento alle stime degli analisti pubblicate a seguito della comunicazione dei risultati al 31 marzo. Sullo sfondo, restano sempre bene accesi i radar della Vigilanza di Francoforte che ha già dato la sua benedizione all'offerta di Intesa, così come Bankitalia, Consob e Ivass (il 25 arriverà il verdetto dell'Antitrust). «Il dialogo del gruppo Ubi con le autorità è costruttivo e continuo e alla banca non risulta l'esistenza di alcun faro della Bce sulle decisioni presentate e approvate dal cda della banca», ha precisato ieri una nota dell'istituto. Sottolineando che l'aggiornamento del piano è stato inviato alle istituzioni di Vigilanza europea ben prima del suo annuncio avvenuto venerdì. E che il livello dei dividendi annunciato in crescita a 840 milioni nei prossimi tre anni è comunque ampiamente al di sopra dei requisiti patrimoniali minimi richiesti. Nessun faro acceso a Francoforte, dunque. Ma la Bce starà comunque facendo le sue valutazioni su un nuovo piano per ora solo «inviato» ma non «bollinato». Quanto ai soci di Ubi, dovranno decidere se consegnare le proprie azioni, ottenendo 17 titoli Intesa per ogni 10, o se invece respingere l'offerta, rimanendo appunto azionisti del gruppo guidato da Massiah. Se Intesa raggiungerà il 66,67% del capitale di Ubi otterrà il controllo dell'assemblea straordinaria e procederà all'incorporazione. Se Intesa otterrà tra il 50% e il 66,67% del capitale, l'offerta potrà essere considerata efficace, ma per Cà de Sass la strada per realizzare la propria strategia si farà più ripida con una prevedibile battaglia in cda soprattutto sulla prevista cessione di 532 sportelli a Bper per esigenze Antitrust. Se l'offerta non raggiungerà il 50%, invece, Ubi resterà indipendente e potrà procedere con l'esecuzione del piano aggiornato ma accuserà comunque un contraccolpo in Borsa, dove i titoli dei due istituti dal 17 febbraio viaggiano allineati ai termini dell'offerta. In Piazza Affari, al termine del primo giorno di adesione all'Ops, ieri le azioni Ubi hanno chiuso la seduta con un premio del 5,1% rispetto a quanto offerto da Intesa, segno che forse qualche investitore scommette su un piccolo rilancio. Finora smentito, però, da Messina.
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Leone XIV (Ansa)
Nella sua prima intervista, il Papa si conferma non etichettabile: parla di disuguaglianze e cita l’esempio di Musk, ma per rimarcare come la perdita del senso della vita porti all’idolatria del denaro. E chiarisce: il sinodo non deve diventare il parlamento del clero.