2023-01-27
Lavaggio del cervello gender all’asilo. Lezione con il pupazzo «non binario»
I piccoli di una scuola del North Carolina indottrinati dall’insegnante al superamento del concetto di maschio e femmina tramite una bambola «no sex». Alla quale bisogna rivolgersi con «loro». Il tutto ripreso in un video.L’ideologia gender è pericolosa? Tutte esagerazioni, suvvia. È questo, come noto, il ritornello progressista per liquidare le preoccupazioni di genitori e famiglie rispetto alle iniziative ideologiche di matrice Lgbt proposte nelle scuole. Peccato che, di tali derive, i riscontri tangibili siano in continuo aumento. L’ultimo è un video che arriva dagli Stati Uniti e che sta facendo letteralmente imbufalire migliaia di mamme e di papà. Si tratta di un clip diffuso su Twitter da Jordan Chamberlain, giornalista del Washington Free Beacon, che è stato recentemente mostrato ai responsabili degli asili nido nella Carolina del Nord durante una sessione di formazione tenuta dalla Ncaeyc, acronimo di North Carolina association for the education of young children.Il video, fa notare Newsweek, ha già totalizzato quasi un milione di visualizzazioni, scatenando subito forti polemiche. Il breve filmato - che dura due minuti ed è parte di un documentario più ampio intitolato «Reflecting on anti-bias education in Action: the early years» - è, in effetti, forte. Si vede una giovane insegnante, Maddie Piper, mentre parla a un piccolo gruppo di bambini di età compresa tra i quattro e i cinque anni. A un certo punto, la donna mostra ai fanciulli una bambola presentandola così.«Questo è Nash ed è proprio come me», afferma Piper, «cioè non binario». «Quindi», aggiunge riferendosi al pupazzo ma parlando al plurale, «non sono sicuri se sono un maschio o una femmina. Di conseguenza, quando le persone chiedono loro “sei un maschio o una femmina?”, essi hanno solo voglia di dire: “Sono un bambino”». Tuttavia, attenzione, nelle loro domande su Nash, i bambini continuano a riferirsi al pupazzo, che ha sembianze maschili, come a «lui». Addirittura, a un certo punto, un bimbo obietta che «i bambini possono essere maschi o femmine» e, mentre l’insegnante inizia a rispondere, succede qualcosa di sconvolgente: interviene una bimba - la quale ha evidentemente appreso la lezione di indottrinamento - che dice che non è così, perché bambino può anche essere «loro» o «non binario».Proprio l’intervento della piccola colpisce in positivo il gruppo di insegnanti di cui fa parte la Piper - e che si vede sempre nel clip diffuso dalla Chamberlain - con una di esse che prende la parola per evidenziare come questa risposta pro gender della bambina sia da considerarsi un traguardo, «una enorme testimonianza di quanto ne abbiamo parlato in classe».Come dire: missione compiuta, lavaggio del cervello riuscito. Non stupirà, a questo punto, sapere che le reazioni sui social e non solo sono state roventi. In risposta al video, Nicole Neily, presidente di Parents defending education, ha condiviso uno screenshot della definizione di «indottrinamento». Il repubblicano Brent Feher ha dichiarato che quanti usano una bambola «non binaria» per insegnare ai bambini l’ideologia gender, sono «individui malati che meritano di marcire in galera». Renée Hoenderkamp, medico, scrittrice e conduttrice radiofonica, è sbottata sostenendo che «questo non è» ciò che vuole di cui si parli «in classe alla mia bambina di 4 anni». «Mia figlia», ha incalzato, «sa già di essere una femmina, ne è orgogliosa e sa che esistono i ragazzi. Questo è tutto ciò che le serve sapere alla sua tenera età e sarebbe angosciata e confusa se le si dicesse il contrario. Basta con questa follia». David Larson, vicedirettore del Carolina Journal, si è invece chiesto: «Quali genitori dello Stato, mentre sono al lavoro, desiderano che degli attivisti, all’asilo, confondano i loro figli con simili sciocchezze?».La domanda di Larson è chiaramente retorica, ma il disgusto di padri e madri per simili iniziative, in realtà, non è certo confinato alla Carolina del Nord. Il 16 settembre scorso, non qualche testata conservatrice o di area repubblicana, bensì l’insospettabile New York Times, ha pubblicato gli esiti di un sondaggio con cui si è posto, al campione interpellato, questa domanda: «Sei favorevole o contrario al permettere agli insegnanti delle scuole elementari di fornire istruzioni in classe sull’orientamento sessuale e l’identità di genere ai bambini?». Ebbene, il 70% degli americani ha risposto negativamente. Perfino tra gli elettori democratici, il 53% ha negato il proprio favore alle lezioni gender.Significa che, nonostante gli sforzi dell’amministrazione di Joe Biden e Kamala Harris, il popolo statunitense non ne vuole sapere dell’indottrinamento a scuola, che tuttavia rappresenta un fenomeno dilagante. Sempre il New York Times, in questi giorni, ha pubblicato un servizio a firma di Katie Baker che fa riflettere sin dal titolo: «Quando gli studenti cambiano identità di genere e i genitori non lo sanno». L’articolo si riferisce alla «carriera alias», altro tema delicatissimo con cui l’America si sta trovando a fare i conti e diffuso anche in Italia; ma certo resta pur sempre qualcosa di meno grave, rispetto alla propaganda che la maestra Piper e colleghe, infischiandosene delle famiglie, si son prese la libertà di fare.
Tedros Ghebreyesus (Ansa)
Giancarlo Tancredi (Ansa)