2021-08-31
L’annuncio dell’attrice. «Dopo il vaccino presa la pericardite»
Ludovica Bizzaglia (Getty images)
Ludovica Bizzaglia: «Avevo un male fortissimo, ma non sono contro le iniezioni». Nuove polemiche sulla farmacovigilanzaParla l'ex presidente dei cardiologi: «La grande maggioranza di chi ha infiammazioni al cuore guarisce senza sapere di averle. Ma se il petto duole va chiamato un medico»Lo speciale contiene due articoliLudovica Bizzaglia ha usato ogni cautela prima di raccontare via social cosa le è successo all'indomani della seconda dose del vaccino Covid-19. «Sono pro-vaccino e credo fortemente nella medicina e nella scienza», ha esordito l'attrice venticinquenne, dichiarando il proprio sostegno a un farmaco che sembra essere «l'unica via d'uscita dalla tragedia in cui ci troviamo tutti da quasi due anni». «Tornassi indietro, rifarei il vaccino un altro milione di volte», ha detto, cercando con parole morbide di conferire una forma di neutralità all'informazione che sarebbe seguita. Ludovica Bizzaglia, i capelli rosi e il viso puntellato di piccole efelidi, avrebbe raccontato poco dopo, con un'ennesima storia Instagram, di aver sviluppato una pericardite dopo essersi sottoposta alla seconda inoculazione. «Ho fatto la seconda dose il 5 agosto e poco dopo sono partita per le vacanze estive in Grecia. Subito dopo essere rientrata dalla Grecia ho iniziato a sentirmi molto male: avevo dei sintomi particolarmente forti. Ma, essendo un soggetto che soffre di ansia e attacchi di panico, ero convinta si trattasse di quello», ha spiegato l'attrice, partita per la montagna prima di poter prendere contezza di quanto strano e pericoloso fosse il suo malessere. «Avevo un dolore toracico fortissimo, dolore al braccio sinistro, stanchezza. Avevo un dolore al cuore, non riuscivo a fare le scale, non riuscivo ad avere l'aria condizionata puntata addosso, non riuscivo a fare due passi senza sentire il bisogno di fermarmi». La corsa a Roma, città natale dell'artista, allora, è stata immediata. «Purtroppo, mi è stata diagnosticata una pericardite al cuore da vaccino». Cosa, questa, accaduta anche a Francesca Marcon, pallavolista veneta, mentre il centrocampista del Sassuolo, Pedro Obiang, ha sviluppato in circostanze analoghe una miocardite. «Può succedere, è una sfiga», ha detto la Bizzaglia, ammettendo di aver provato «sollievo ad avere una diagnosi, perché stavo impazzendo e stavo male e non riuscivo a capire di che cosa si trattasse». L'attrice, che a causa della pericardite ha dovuto annullare l'impegno di Venezia, ha poi spiegato di non voler aggiungere caos al caos. «Il senso di queste storie è semplicemente quello di poter utilizzare questo mezzo di comunicazione nel migliore dei modi: se posso essere d'aiuto a qualcuno, ben venga. Io sono riuscita a prendere questa pericardite in tempo nonostante abbia fatto passare tanto tempo prima di andare a farmi visitare. Ascoltate i segnali del vostro corpo», è stato il monito della venticinquenne, «Se vi sentite male, non bisogna aspettare. Non siamo immortali solo perché abbiamo vent'anni, non siamo invincibili», ha ribadito, senza che l'inappuntabile conclusione della sua storia personale bastasse a placare una rabbia bipartisan. Sul profilo di Ludovica Bizzaglia, che i dottori hanno messo a riposo forzato, si è scatenato un dibattito non esente da eccessi di ambo i lati, come del resto accade in questa fase in tutta la società. Diversi utenti l'hanno insultata per aver deciso di ribadire il proprio sostegno al vaccino nonostante le sue potenziali controindicazioni. «Meriti solo di rimanerci secca», le ha scritto un anonimo, nascosto dietro il nickname di «Libertaveritagiustizia». «Ti rendi conto dei messaggi che lanci? Di correre a farsi il vaccino nonostante la pericolosità di questo siero? Vuoi avere sulla coscienza altri ragazzi che ignari degli eventi avversi si rovineranno la vita? […] Ma chi sei? Un mostro? Dovresti essere incazzata, denunciare, segnalare. Invece che fai? Spingi per far fare il siero mortale? Vergognati, ti sei venduta a Mamma Rai», ha compulsato su Instagram tal CarolCarol819. Ecco quindi che un atto di coraggio diventa improvvisamente la prova di chissà quale complicità occulta.Ma non è mancato anche qualche pro vax non convinto di come sia stata trattata la materia. Perché avrebbe dovuto dire altro, perché non avrebbe dovuto raccontare tutto. Perché come fai, sbagli. E poco importa quali intenzioni abbiano animato le tue azioni. <div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem1" data-id="1" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/lannuncio-dellattrice-dopo-il-vaccino-presa-la-pericardite-2654842991.html?rebelltitem=1#rebelltitem1" data-basename="attenzione-a-respiro-e-dolori" data-post-id="2654842991" data-published-at="1630360949" data-use-pagination="False"> «Attenzione a respiro e dolori» Eventi molto rari nella cardiologia, le miocarditi e le pericarditi, rispettivamente l'infiammazione del muscolo cardiaco e della membrana che lo avvolge, sono diventanti improvvisamente materia d'interesse dopo i casi di giovani sportivi che hanno riferito il problema a pochi giorni di distanza dall'inoculazione del vaccino anti-Covid. Le miocarditi hanno un'incidenza inferiori a cinque casi su 100.000 persone all'anno, mentre la pericardite è di poco superiore, valori nettamente inferiori rispetto a ictus e infarto che sono nell'ordine dei 250-300 casi su 100.000 abitanti. «In genere sono determinate da un virus influenzali o respiratori, tipicamente invernali, che possono agganciarsi al miocardio o al pericardio e aggredire le cellule, determinando la malattia», spiega Andrea Di Lenarda, già presidente dell'Associazione nazionale dei cardiologi ospedalieri (Anmco). Ci sono delle condizioni che predispongono alla miocardite? «A volte possono essere facilitate da una reazione autoimmune. La miocardite e, soprattutto, la pericardite sono più frequenti quando ci sono tiroiditi, malattia celiaca e familiarità con malattie autoimmunitarie». Il Covid, secondo uno studio israeliano pubblicato su Nejm, causerebbe 11 casi di miocardite su 100.000 persone. «È il doppio dell'incidenza generale, ma su un numero piccolo è un aumento lieve e non significativo». Come si spiega? «Il virus del Covid ha difficoltà a dare miocardite e pericardite, non ha capacità intrinseca di aggredire il cuore. Quando è partita la pandemia, come cardiologi ci aspettavamo di essere travolti dai casi di miocardite. Non ne abbiamo visto nemmeno una da Covid. L'aumento dei casi non è dovuto al virus in sé, ma al complesso delle alterazioni scatenate dalla malattia, per la risposta immunitaria e l'infiammazione». Un meccanismo simile si può spiegare anche nei casi segnalati in seguito ai vaccini che, secondo uno studio pubblicato su Jama, sarebbero all'origine di una miocardite e 1,85 pericarditi ogni 100.000 abitanti? «Il vaccino crea un'infiammazione perché stimola la risposta dell'organismo a livello immunologico. Questo spiegherebbe anche la mortalità da vaccino che è 0,6 per 100.000, ma qualsiasi farmaco ha questo rischio, che anche molto più elevato. In tutto quello che facciamo il rischio zero non esiste». Come si manifestano queste infiammazioni del cuore? «La stragrande maggioranza i pazienti guariscono senza sapere di averle avute. Nelle forme cliniche si manifestano con sintomi sono diversi. La miocardite severa, forma ancora più rara (1 su 10, cioè cinque su un milione) può presentarsi in tre modi: difficoltà di respiro o dolore toracico perché c'è necrosi delle cellule miocardiche o palpitazione irregolari. La pericardite si manifesta quasi sempre con un dolore toracico che aumenta quando si inspira profondamente. Più raramente ci può essere affanno». Quando ci si deve rivolgere al medico? «In presenza di questi disturbi, in base alla loro intensità, è bene rivolgersi al medico o al pronto soccorso, se il sintomo è veramente importante». È facile la diagnosi di miocardite e pericardite? «L'esame più importante è l'elettrocardiogramma per vedere se ci sono aritmie. Utile l'ecocardiogramma per evidenziare come funziona il cuore e la presenza o meno di liquido nel pericardio». Come si curano queste patologie? «Con una terapia antinfiammatoria e il riposo. La pericardite nel 99.9% ha prognosi assolutamente benigna. La miocardite nella grande maggioranza è benigna. Molti pazienti non sanno nemmeno di averla avuta e sparisce da sola. Possiamo stimare un numero pari a 5-10 per milione di casi che potrebbe avere una forma clinicamente pericolosa in cui si riduce la forza di contrazione del cuore». I giovani sono le persone più a rischio? «Sono singoli casi citati. Servono dati. Anche per il rischio del vaccino anti Covid nei bambini: è basso, ma aspettiamo i dati su numeri più grandi di popolazione».