2024-11-07
Landini perde la testa e invoca una rivolta
Il segretario della Cgil, dopo essere rimasto in silenzio su Stellantis, minaccia Palazzo Chigi. Duro Foti: «Integra estremi di reato». Lupi: «Non servono cattivi maestri». E intanto, seguito dalla Uil, non firma il contratto con aumenti e settimana corta per gli statali.Ci fosse ancora il vecchio Pci - Elly Schlein usando la foto di Enrico Berlinguer come tessera del Pd ha provato a rianimarlo - si potrebbe dire che Maurizio Landini, geometra e operaio mancato, è un compagno che sbaglia. I compagni non ci sono più, perciò resta solo chi sbaglia. Pur di conquistarsi un posto al sole (dell’avvenire, s’intende) in politica il capo del più consistente sindacato dei pensionati, che gli operai di Stellantis hanno costretto a dire a John Elkann e a Carlos Tavares qualcosa non di sinistra, ma di giustizia sociale, alza il tiro. Lo fa però con una traiettoria pericolosa. Quando ha saputo che Giorgia Meloni affetta da virus influenzale - la parola virus su Landini ha strani effetti - ha rinviato all’11 novembre l’incontro con le parti sociali sulla manovra di bilancio ha tuonato: «Credo che sia arrivato il momento di una vera e propria rivolta sociale: così non si può più andare avanti». Affermazione assai grave tant’è che il capogruppo di Fdi alla Camera, l’onorevole Tommaso Foti, ha sottolineato: «Con quale coraggio il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, incita alla rivolta sociale? Stia molto attento perché integra gli estremi di un reato. Landini dopo l’aumento del suo stipendio di quasi 300 euro al mese alla faccia dei suoi appelli al salario minimo, è rimasto da solo a credere ai suoi esilaranti proclami di insurrezione». Anche Maurizio Lupi (Noi moderati) dice a Landini: «Non abbiamo bisogno di cattivi maestri» e aggiunge: «Le parole incendiare del segretario della Cgil sono gravissime e irresponsabili. Il consistente taglio del cuneo fiscale reso strutturale in legge di bilancio, apprezzato anche dalla Cisl, dimostra che vogliamo migliorare le condizioni dei lavoratori». Il fatto è che il capo della Cgil è con le spalle al muro. Non sa più come uscire dall’impasse dell’automotive e dalla sua evidente accondiscendenza alle manovre di Elkann-Tavares. Stellantis continua a tagliare posti di lavoro - ne possono saltare fino a 27.000 - a bloccare stabilimenti e investimenti, a pesare sull’Inps moltiplicando le ore di cassa integrazione avendo in testa un solo obbiettivo: far pagare ai contribuenti col sostegno all’auto elettrica i suoi errori e le albagie green di Ursula von der Leyen. Carlo Calenda - sta scomodissimo nel campo di Landini - quattro giorni fa lo ha duramente bollato: «A Landini la parola Elkann o azionisti Stellantis proprio non gli riesce a uscire dalla bocca». Il compagno Cgil non l’ha presa bene e ha annunciato querele, Calenda non vede l’ora «così discutiamo in tribunale di cosa ha davvero fatto per tutelare il lavoro nell’automotive». Non pare molto se è vero come è vero (lo ha ricostruito Laura Della Pasqua qui su La Verità) che nel 2020 il sindacato poteva nominare, imitando Volkswagen, un suo rappresentante nel cda di Stellantis e non l’ha fatto lasciando che Fca promuovesse Fiona Clare Cicconi. Il capo della Cgil ai tempi di Roberto Speranza e Giuseppe Conte ha accettato che i diritti dei lavoratori venissero massacrati in nome del Covid. Ieri di fronte al virus dell’influenza della Meloni ha chiamato alla rivolta sociale ricordandosi, forse, di essere in ritardo di qualche anno. Sostiene Landini che il governo si copre di ridicolo anche se la manovra con il taglio del cuneo fiscale mette in tasca ai lavoratori fino a 1.000 euro. La Meloni - dice il compagno - «fa mille volte peggio di Totò che voleva vendere la Fontana di Trevi». Secondo Landini i soldi per il taglio del cuneo sono i 17 miliardi di gettito aggiuntivo dell’Irpef. E siccome - sostiene Maurizio il rosso - la pagano al 90% lavoratori e pensionati quella non è solo una partita di giro, ma è una presa in giro. Già che siamo al ridicolo: come si sente un sindacalista se sono gli operai a costringerlo a proclamare lo sciopero contro Stellantis? Lui - fu segretario della Fiom, forse la consuetudine significa qualcosa nei suoi delicati rapporti con gli eredi Agnelli - avrebbe fatto a meno. La cosa curiosa è che la Uil - lo segue in tutto: nello sciopero generale contro una legge che mette soldi in tasca ai lavoratori, nel non firmare ieri come pure la Cgil il contratto degli statali che riduce la settimana lavorativa a 4 giorni e aumenta i salari di 165 euro - su Stellantis lo ha sorpassato a sinistra. Così a Landini senz’auto non resta che attaccarsi al tram della rivolta sociale.
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.