2022-10-12
L’alternativa sono i mezzi pubblici. Ma hanno chiuso fuori i tranvieri
La retorica green vuole che anziché l’auto si possano usare bus e tram: peccato che pure ai conducenti Atm siano state negate le esenzioni. I sindacati: «Non si può dire ai manovratori di andare in deposito a piedi». A Milano è delirio green. Il sindaco Beppe Sala sta trascinando i milanesi in una spirale di contraddizioni e difficoltà senza fine. La città ieri è rimasta letteralmente paralizzata a causa dello sciopero di Atm, l’azienda dei trasporti pubblici, che giustamente manifestava per la sicurezza dei suoi operatori. Nella città in cui esiste il più alto tasso di denunce in Italia, (fonte Il Sole 24 Ore), la giunta comunale non ha interesse a concentrarsi sulla sicurezza, forse sarebbe una battaglia troppo di destra. Meglio continuare a sbandierare l’ideologia ecologista senza se e senza ma. Il dato di fatto è che se non si possiede un’auto nuova di zecca è impossibile accedere a Milano con mezzi propri, e anche i mezzi di trasporto pubblico diventano un problema: non solo per gli scioperi ma soprattutto perché nessun dipendente Atm possiede esenzioni dalla rigida disposizione. È un paradosso: Sala invita a usare i mezzi pubblici ma anche chi dovrebbe guidare bus e tram di Milano - per alleggerirla dal traffico - fa fatica a raggiungere la città. Il signor Giuseppe è un conducente Atm e come tanti altri e ha scritto alla Verità: non chiede di usare il proprio mezzo per girare per Milano «ma almeno la mattina o il pomeriggio vorrei arrivare solo al mio deposito di appartenenza». Insomma chiede il diritto di poter accedere al proprio posto di lavoro. Per molti, a seconda dell’orario del turno, non è possibile raggiungerlo. «In certi orari non esistono collegamenti e senza un mezzo proprio è impossibile presentarsi sul posto di lavoro o rientrare in casa per alcuni di questi dipendenti» denuncia Christian Colmegna, segretario regione Lombardia di Fit Cisl, che si occupa di trasporti. Gli autisti dell’Atm sono quasi 5.000 e a centinaia ogni giorno, a seconda del turno che devono coprire, si pongono il problema di come arrivare al posto di lavoro. Un mestiere cruciale per far funzionare il meccanismo dell’Area B. La Fit Cisl non si spiega come sia possibile che non sia stata prevista una deroga per questi lavoratori che svolgono un servizio essenziale per la società: «Sono trattati come gli ultimi, ma durante la pandemia non hanno cessato il servizio neanche per un giorno, nonostante i problemi di sicurezza a cui vanno incontro e per cui si è scioperato. Ci siamo già attivati per i dipendenti di Trenord che hanno lo stesso problema e lo faremo anche per quelli di Atm», conclude Colmegna. «Non possiamo chiedere a chi attacca o stacca dal turno per condurre un mezzo pubblico, di raggiungere il proprio deposito di appartenenza a piedi. Assistiamo ad un vero e proprio cortocircuito», spiega Riccardo Uberti segretario, Ugl di Milano, «il sindaco si dimentica di applicare una deroga ai suoi dipendenti, quelli che si occupano di condurre i mezzi pubblici: unica possibilità di movimento nell’area B per le fasce più deboli che non possono permettersi di comprare un’auto nuova. In un momento in cui, per altro i biglietti dei mezzi sono aumentati e le famiglie sono già vessate da bollette e inflazione. Abbiamo chiesto alla giunta di riceverci, anche per la questione delle forze dell’ordine, ma finora si sono sempre negati». Beppe Sala e il suo assessore sono chiusi nelle loro stanze senza ascoltare nessuno: categorie, sindacati, la disperazione delle persone comuni. L’assessore alla Mobilità Arianna Censi ha detto: «A noi interessa pulire l’aria di Milano». Almeno questo è quello che dicono. I dati hanno mostrato già più volte che non sono le auto ad inquinare, ma sono soprattutto gli edifici. A guadagnarci, e molto, saranno le case automobilistiche e soprattutto le finanziarie, che erogheranno i prestiti necessari per permettere alle persone di affrontare questa spesa imposta dal Comune. Non rimangono quindi che i mezzi pubblici, se non si può far fronte all’acquisto di una nuova auto. Ma allora perché il sindaco non garantisce che gli autisti possano raggiungere il posto di lavoro serenamente con i propri veicoli?«La rigidità del sindaco è abbastanza inspiegabile», commenta Angelo Piccirillo, segretario generale Filt Cgil di Milano, «in questo modo indebolisce un provvedimento che noi in linea generale condividiamo, ma dentro il quale», chiarisce, «ci sono molte cose che non vanno: dopo i parcheggi di prossimità adesso anche il problema dei dipendenti Atm». Anche per i lavoratori dela trasporto pubblico meneghino esiste la possibilità dei 50 ingressi «liberi»: per qualche settimana basteranno a circolare senza andare incontro a multe. C’è da chiedersi cosa sceglieranno di fare queste persone quando arriverà il giorno in cui, per andare a lavorare, avranno davanti due alternative: beccarsi una multa da 600 euro o fare dei chilometri in bicicletta. Un lavoro davvero usurante, se si pensa che nella metropoli lombarda in nove mesi sono stati aggrediti 58 dipendenti di trasporto pubblico: la città diventa sempre più pericolosa e sempre meno vivibile, almeno per le persone normali.
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