2020-08-10
Senza classe 200.000 alunni
A 35 giorni dal suono della campanella i presidi lanciano l'allarme: «10.000 scolaresche non hanno un luogo nel quale studiare». Mancano gli scuolabus. Mercoledì l'esito dell'appalto per i banchi e 3 settimane per costruirli. Eppure Lucia Azzolina è serena. A 35 giorni dalla campanella mancano 10.000 aule, soprattutto nelle grandi città, non ci sono ancora i banchi monoposto e le scuole sono state lasciate pure in ristrettezze economiche. Queste, a oggi, sono le certezze. Poi si sa che il numero di studenti che dovrà fare lezione in luoghi alternativi si aggira attorno ai 400.000, ovvero il 5 per cento del totale. Che ci sarà un help desk per rendere più semplice il collegamento tra le scuole e il ministero. E che la somministrazione dei test sierologici al personale docente e Ata non sarà una passeggiata. Nonostante le incertezze facciano pendere la bilancia del ministro Lucia Azzolina verso le criticità piuttosto che verso le buone pratiche, dal ministero confermano spavaldi che si ripartirà il 14. Punto. I presidi però ieri hanno lanciato l'allarme: sono circa 20.000 le aule che dovranno essere allestite in spazi alternativi agli istituti. Per oltre il 50 per cento di queste non sono ancora stati trovati gli spazi. Le difficoltà si riscontrano a macchia di leopardo, ma si concentrano di più nelle grandi città come Roma. Le stime diffuse dall'Associazione nazionale presidi non sono incoraggianti. «Compatibilmente con le risorse disponibili, prevediamo presto la pubblicazione di avvisi pubblici in diversi Comuni, per il reperimento di spazi alternativi dove poter allestire le aule», afferma Cristina Giachi, responsabile Scuola dell'Anci. Ed ecco dove finiranno gli studenti: «Oltre a musei, cinema e centri congressi, potrebbero partecipare agli avvisi pubblici anche hotel, Bed & breakfast e perfino appartamenti singoli». E c'è ancora un nodo da sciogliere: i banchi. Dal ministero dell'Istruzione fanno sapere che la consegna dei banchi monoposto, quelli definiti a prova di Covid, avverrà entro il 7 settembre in ogni plesso scolastico. La gara europea, che ha innescato non poche polemiche per la scelta dei banchi a rotelle, verrà aggiudicata il 12 agosto. La scelta delle scuole, nonostante la forte sponsorizzazione per le rotelle da parte dell'ex sottosegretario Salvatore Giuliano, è stata comunque per i banchi tradizionali. La Azzolina fa lo slalom tra le criticità e sulla scuola dell'infanzia dice addirittura che «non c'è nessun impedimento». E che «è del tutto possibile anticipare l'avvio delle lezioni rispetto alla data del 14 settembre». Ovviamente le Regioni possono farlo, perché rientra tra le loro competenze. Sempre che sia possibile avviare il monitoraggio sierologico. Nel Lazio, Regione amministrata da Nicola Zingaretti, per esempio, si è aperto un delicato contenzioso fra i dirigenti scolastici e l'assessorato regionale della Sanità. Nelle ultime ore l'Associazione presidi del Lazio ha inviato una nota alla Regione sottolineando che «il protocollo sottoscritto dal ministro e dalle organizzazioni sindacali prevede che i test non siano svolti in locali scolastici» e chiedendo quindi che la disposizione «venga rigorosamente osservata». La Regione ha chiesto ai dirigenti scolastici di individuare uno o più addetti per la trasmissione dei dati all'assessorato alla Sanità e per definire il calendario delle somministrazioni. Ma si tratta di carichi di lavoro che implicano dei passaggi a livello di contrattazione integrativa di istituto. E la situazione rischia di complicarsi. Anche perché i tempi stringono. E c'è anche la rogna della riorganizzazione del trasporto scolastico. Altra faccenda che preoccupa non poco i sindaci. È Antonio Decaro, presidente dell'Anci e sindaco di Bari, a sottolineare che «i tempi sono stretti. Sui mezzi che accompagnano i bambini deve essere garantito il distanziamento. Sugli scuolabus, quest'anno, potranno salire la metà dei bambini dello scorso anno, la capienza inevitabilmente sarà ridotta». Per assicurare il servizio, spiega, «dovremmo fare più corse e quindi avere più autisti, spendere di più per il carburante. Per questo sono necessarie maggiori risorse. E questo è un problema che si pone per il trasporto urbano e per quello extraurbano che è di competenza delle Regioni». Oggi la questione arriverà sul tavolo del ministro per gli Affari regionali, Francesco Boccia. L'ultimo grattacapo, per nulla secondario, è legato alle graduatorie per le supplenze: sono 753.750. E a dimostrazione che la fame di scuola è diffusa tanto al Sud quanto al Nord, in Lombardia sono state presentate 104.781 domande, in Campania 84.857. Gruppi di precari hanno denunciato il cambio dei criteri e dei punteggi in corsa. Il sistema digitale, poi, ha mostrato più di un bug, tra i quali uno molto grave, che si è riscontrato fino all'ultimo giorno utile: non memorizzava i dati. I ricorsi di massa saranno scontati. La pubblicazione delle graduatorie è attesa per il primo giorno di settembre e le assegnazioni dei posti entro il 14. Sul ritardo di arruolamento grava anche la scelta di aver rinviato un concorso straordinario. E si è ricominciato a pasticciare, soprattutto con la ripartizione dei fondi. La Calabria, per esempio, con il 3,6 per cento degli studenti, ha ottenuto 30,6 milioni di euro (necessari per pagare gli insegnanti supplenti), l'Emilia Romagna, che conta il doppio degli alunni, ha ricevuto quasi 7 milioni in meno. La Lombardia, con il 15,7 per cento degli alunni totali, ha ricevuto 37,8 milioni, quasi 7 milioni in meno della Campania (la regione più premiata con 44,3 milioni), che pure ha solo l'11,2 per cento degli studenti. Per la gioia di Vincenzo De Luca. La Azzolina ha liquidato la questione così: «Ci sono territori in difficoltà che hanno più bisogno». Ma a essere in difficoltà è l'intero sistema scuola.