2018-07-07
Lerner sta con i migranti da comunista con il Rolex
Il giornalista è già in testa alla classifica estiva dei radical chic. Camicetta rossa per solidarietà ai migranti, si fa fotografare beato in terrazza. E, a chi lo critica, replica sbandierando la marca dell'orologio. Certo, meglio provocare che aprire la villa ai profughi.Sono passati quasi 50 anni da quando Tom Wolfe, sulle pagine del New York Magazine, coniò la definizione di radical chic, mettendo alla berlina la categoria dei ricchi che si battono con il portafoglio gonfio per le cause dei poveri. Era l'inizio di gennaio del 1970 quando la moglie del celebre direttore d'orchestra Leonard Bernstein, non trovando di meglio da fare, organizzò un party fra i suoi amici allo scopo di raccogliere fondi da destinare alla causa delle Pantere nere, il gruppo rivoluzionario di Malcolm X. Il ricevimento si svolse nel lussuoso attico affacciato su Park Avenue, a New York, e vi presero parte imprenditori e intellettuali, che si batterono con coraggio fra tartine e champagne. L'immagine descritta da Wolfe è rimasta scolpita, descrizione perfetta dell'ipocrisia della gauche caviar, la sinistra al caviale, quella che si prende tanto a cuore le cause degli oppressi, ma lo fa a bordo piscina, oppure sul ponte prendisole della propria barca o mentre ascolta il crepitio delle fiamme nel camino della propria baita di Sankt Moritz.Dicevamo che è trascorso quasi mezzo secolo da quando Wolfe, che è scomparso due mesi fa, alzò il velo sui radical chic, categoria eletta di super ipocriti. Tuttavia, nonostante siano passati decenni, la gauche caviar non si rassegna al ridicolo e insiste a sposare ogni causa, ovviamente nella tranquillità del proprio elegante salotto. Ne sono prova i racconti che stiamo per farvi. Il primo riguarda una signora molto glamour, che si presenta spesso davanti ai fotografi con tailleur color pastello, al fianco del marito Emmanuel Macron. Il consorte recentemente si è scagliato contro il ministro dell'Interno Matteo Salvini, reo di non accogliere i clandestini a bordo delle navi delle cosiddette Ong. «Chi non aiuta i profughi ha la lebbra», ha dichiarato il presidente francese con tono sprezzante. Secondo lui, le navi italiane avrebbero dovuto correre in soccorso dei migranti, agevolando il loro arrivo in Italia. Il nostro Giacomo Amadori ha però scoperto che nei giorni scorsi il lussuoso yacht dei Macron solcava il Tirreno all'altezza di Ostia. Non si sa se fosse diretto verso una località turistica per consentire alla coppia presidenziale qualche piacevole soggiorno o se l'imbarcazione intendesse raggiungere le coste libiche allo scopo di dare una mano ai volontari impegnati nel salvataggio dei profughi. Noi ovviamente propendiamo per quest'ultima ipotesi, perché ci è difficile immaginare che i coniugi Macron volessero trascorrere qualche giorno sulle spiagge di un Paese che «ha la lebbra», magari sdraiati su uno yacht attraccato in un porto chiuso alle navi delle Ong. Sia che fosse diretto in Libia o a Porto Cervo, sta di fatto che la barca presidenziale ha dovuto fare tappa a Ostia per un'avaria. Eh, sì: a trainare e portare in secco il lussuoso naviglio hanno dovuto pensarci gli italiani, che qualche giorno dopo l'hanno restituito a madame Macron. La quale, visto che il marito si dispera per il brutale comportamento dell'Italia, siamo certi vorrà mettere a disposizione il natante per le traversate da Tripoli a Marsiglia, rinunciando alle crociere.Ma alla lista di radical chic che si battono per l'accoglienza dall'alto delle loro residenze estive non poteva mancare Gad Lerner, già noto per coraggiose battaglie contro le zanzare del Monferrato che appestano la sua tenuta. Il giornalista non ha avuto la forza di sottrarsi all'appello di don Luigi Ciotti, di Libera. Il cappellano antimafia nei giorni scorsi aveva invitato i seguaci ad indossare una maglietta pro accoglienza, ovviamente rossa, e Lerner, a cui di rosso manca solo il conto in banca, ha risposto senza esitare all'invito, postando sui social una fotografia in cui indossava la casacca vermiglia. L'immagine ha fatto il giro del Web, perché qualcuno ha intravisto lo sfondo di una terrazza e Lerner, che è uomo di spirito, non ha saputo trattenersi dal replicare, scrivendo che oltre alla terrazza c'era da notare anche il Rolex che portava al polso. Comunista con il Rolex, proprio come nella canzone di Fedez e J-Ax. Anni fa Tony Capuozzo lo prese in giro, invitandolo a portare rom e immigrati nella tenuta in cui produce Barbera. La cascina, che un articolo uscito tempo fa su D di Repubblica raccontò essere stata costruita con i ciotoli raccolti sulle rive del Po, è una grande casa, dove si ospitano parenti e amici. Dunque, perché non aprire la porta a profughi e clandestini? Comodo mettere la camicia rossa e poi tornare a mangiare tajarin e trifole raccolte nei boschi confinanti. Quasi comodo come parlare di migranti via Twitter, come ha fatto recentemente Fiorella Mannoia, salvo poi tenere bene le distanze. O Luciano Benetton, che con l'aiuto di Oliviero Toscani gli extracomunitari li accoglie, sì, ma sulle magliette in vendita nei suoi negozi.Anche a Capalbio, la piccola Atene dei radical chic de noantri, i profughi sono benvoluti. Infatti a loro hanno dedicato una statua, ma appena ne hanno scorti alcuni nelle vicinanze hanno fatto barricate. Un po' come a Parigi, dove nel 16 arrondissement, quartiere esclusivo, gli abitanti sono scesi in strada per impedire che la sindaca piazzasse sei casette per stranieri tra i giardini di Ranelagh e l'ippodromo di Auteuil. Ah, dimenticavo, chissà se da quelle parti abitavano i Macron prima di traslocare all'Eliseo? Nel caso, nessun problema. Ora hanno lo yacht. E Lerner la vigna. E da lì, con la camicia rossa, può continuare a bere Barbera. Alla faccia di Wolfe.
Lo ha dichiarato il presidente del Consiglio europeo in occasione del suo incontro con il premier greco Kyriakos Mitsotakis.