2019-08-25
La trattativa tra Pd e M5s nasce con i buoni auspici del fan del modello Bibbiano
Luigi Di Maio e Nicola Zingaretti si sono incontrano dal sottosegretario e attivista Lgbt Vincenzo Spadafora che da Garante dell'infanzia non si vide gli abusi e anzi garantì: «Il sistema regge».La grottesca recita abbisognava di un teatro all'altezza. E allora eccoli, i congiurati, darsi appuntamento nel luogo perfetto, al limitare della sera romana. Dove potrebbe nascere il nuovo «governo di Bibbiano» se non a casa di Vincenzo Spadafora, sottosegretario arcobaleno del Movimento 5 stelle? Si sono incontrati lì, alle 8 di venerdì sera, Luigi Di Maio e Nicola Zingaretti nel bieco tentativo, spiega Repubblica, di «accelerare per scongiurare il naufragio di un'intesa che si complica ogni giorno di più». A casa di Spadafora, evidentemente, alberga un genius loci che potrebbe effettivamente benedire l'intesa contronatura tra dem e pentastellati. Il sottosegretario è il perfetto anfitrione per i due leader in cerca d'autore e di poltrone. Le sue posizioni rappresentano probabilmente l'unico terreno comune fra Pd e 5 stelle, all'insegna dell'ideologia dominante. Ricordiamo, tanto per fare un esempio, dello stesso personaggio che ha accusato - non molto tempo fa - Matteo Salvini di essere responsabile delle violenze contro le donne. «L'Italia vive una pericolosa deriva sessista. Come facciamo a contrastare la violenza sulle donne, se gli insulti alle donne arrivano proprio dalla politica, anzi dai suoi esponenti più importanti?», disse Spadafora a Repubblica. Si riferiva, ovviamente, alle parole ruvide rivolte dal ministro dell'Interno a Carola Rackete. Nella medesima intervista, Spadafora si mostrò decisamente contrario all'idea che sulla carta d'identità tornasse la dicitura «madre e padre». «Un'assurdità», sbuffò. «Su questo il mio pensiero è noto. Ero a Palermo, con una coppia di papà che stavano registrando all'anagrafe la loro bambina. L'ufficiale di stato civile ha allargato le braccia dicendo: non ci possiamo fare niente, lo spazio è quello, uno di voi due verrà definito madre per legge». Su una cosa aveva ragione: il suo pensiero sulle coppie arcobaleno era noto, infatti ricordiamo tutti quanto si sia battuto per contrastare il decreto Pillon sull'affido condiviso e per far togliere il patrocinio governativo al Congresso delle famiglie di Verona. Spadafora è fatto così: gli piacciono le famiglie, ma solo se arcobaleno. Ecco perché, nelle ultime settimane, si è molto occupato dei figli dei gay, nati magari tramite utero in affitto, e ha sostanzialmente ignorato i bimbi strappati ai loro genitori di Bibbiano e dintorni.State attenti, perché qui non siamo al generico «parlaci di Bibbiano». Spadafora avrebbe un bel po' di ragioni per occuparsi della faccenda. La prima è che il nostro è stato, tra il 2011 e il 2016, Garante per l'infanzia. Dunque avrebbe dovuto prendersi cura dei bimbi e vigilare sul meccanismo che si occupa di loro. E invece non lo ha fatto, come del resto il suo successore Filomena Albano (nominata dal Pd). Conosciamo già la difesa: mica si poteva prevedere che esistesse un «sistema Bibbiano». E invece si poteva prevedere eccome. Che nel comportamento dei servizi sociali ci fosse qualcosa di storto fu fatto notare a Spadafora già nel 2014, nell'ambito di un convegno tenutosi al Senato e intitolato La Scuola e l'infanzia ferita. I vari interventi sono facilmente rintracciabili su Youtube. Un avvocato fece un lungo intervento per denunciare tutte le mancanze dei servizi sociali e tutte le difficoltà che le famiglie si trovavano ad affrontare. Si trattava delle stesse problematiche che hanno prodotto il sistema Bibbiano. Che cosa replicò Spadafora in quell'occasione? Semplice: che andava tutto bene. «Nel complesso il nostro sistema regge ancora», disse, «perché la stragrande maggioranza delle persone fa il proprio dovere». Si riferiva agli assistenti sociali, ovviamente, e colse l'occasione per bacchettare gli avvocati che talvolta «pensano di più al loro portafogli» che al bene dei bambini. In compenso, Spadafora aveva ottimi rapporti con il Cismai, e nel 2013 ha partecipato a un importante convegno organizzato a Torino in cui Claudio Foti è intervenuto sulla formazione degli operatori sociali. Chissà, magari se da Garante avesse preso seriamente in considerazione segnalazioni come questa - e come tutte le altre giunte negli anni da genitori e associazioni - forse oggi non ci troveremmo a parlare dello scandalo Val d'Enza. Adesso che finalmente il bubbone è esploso, sorge il dubbio che un governo dell'inciucio possa fare in modo di insabbiare tutto. La posizione di Zingaretti su Bibbiano la conosciamo: denunciare chi osa accostare il Pd alla storia degli affidi facili. Sappiamo pure che a condurre le trattative per i dem c'è, tra gli altri, Graziano Delrio, un altro che nei giorni scorsi ha sfilato a Bibbiano per difendere i suoi e non ha perso occasione per ribadire che i 5 stelle, sull'argomento, dovrebbero cambiare atteggiamento. Se nel gruppetto contiamo pure l'ex Garante dell'infanzia per cui «il sistema regge», beh, capite bene che c'è poco da stare sereni. Dal «governo di Bibbiano» non ci si può che aspettare il peggio.
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