L’agenzia internazionale Iea: nei prossimi 10 anni il consumo di energia deve crescere del 20% in più rispetto a oggi e quello di rame raddoppiare. L’Ue, visti i conflitti, vuole prorogare il price cap sul gas.
L’agenzia internazionale Iea: nei prossimi 10 anni il consumo di energia deve crescere del 20% in più rispetto a oggi e quello di rame raddoppiare. L’Ue, visti i conflitti, vuole prorogare il price cap sul gas.L’Agenzia internazionale per l’energia (Iea) ha pubblicato pochi giorni fa un rapporto secondo cui entro il 2040 saranno necessari 80 milioni di kilometri di reti elettriche per permettere la transizione energetica, tra nuove reti e parziale sostituzione dell’esistente. Un numero che ha dell’incredibile e che corrisponde all’incirca alla lunghezza totale delle reti oggi esistenti nel mondo. Il dato-shock, contenuto nel rapporto della massima autorità mondiale in campo energetico, è accompagnato da una serie di corollari altrettanto assurdi.L’Iea dice infatti anche che per raggiungere gli obiettivi climatici nazionali dei Paesi, nel prossimo decennio il consumo di elettricità a livello mondiale deve crescere del 20% più velocemente rispetto al decennio precedente. Inoltre, per le sole necessità delle reti, nel decennio 2031-2040 la domanda annuale di rame dovrà raddoppiare ed arrivare a 10 milioni di tonnellate all’anno, pari al 47% della attuale produzione. Nello stesso decennio, anche la domanda annuale di alluminio dovrà raddoppiare e salire dagli attuali 12 milioni di tonnellate a poco meno di 24 milioni di tonnellate all’anno, per poi salire a 27 nel decennio 2041-2050. Questo solo per le reti elettriche. C’è poi l’aumento di domanda di metalli legato alle infrastrutture e ai trasformatori, dunque acciaio ed ancora rame ed alluminio.A livello mondiale, annualmente oggi si estraggono circa 21 milioni di tonnellate di rame e 390 milioni di tonnellate di alluminio. La produzione di alluminio è concentrata nell’Asia Pacifico, con la Cina a fare la parte del leone, e in Africa.L’ampliamento e l’ammodernamento delle reti elettriche sono fondamentali per consentire questi livelli di crescita, calcolando che il mondo avrà più veicoli elettrici, più sistemi di riscaldamento e raffreddamento elettrici e più produzione di idrogeno utilizzando l’elettrolisi. La transizione energetica è in sostanza questo, cioè l’elettrificazione dei consumi energetici e la produzione di questa elettricità con fonti rinnovabili. Si tratta di due rivoluzioni in una, entrambe destinate a sconvolgere il tessuto economico e sociale. Una «mancanza di ambizione e attenzione» verso l’espansione della rete rischia di rendere le reti elettriche l’anello debole all’interno della transizione verso l’energia pulita, scrive l’Iea, evidentemente risvegliatasi dopo anni di sonno. L’energia eolica e quella solare fotovoltaica rappresenteranno assieme oltre l’80% dell’aumento totale della capacità produttiva energetica globale nei prossimi vent’anni, rispetto al 40% negli ultimi due decenni, cosa che rende necessari pesanti investimenti sulle reti.«I recenti progressi nel campo dell’energia pulita a cui abbiamo assistito in molti paesi non hanno precedenti e sono motivo di ottimismo, ma potrebbero essere messi a repentaglio se i governi e le imprese non si unissero per garantire che le reti elettriche mondiali siano pronte per la nuova economia energetica globale che sta emergendo», ha affermato il direttore esecutivo dell’Aie Fatih Birol in un comunicato stampa.Il tema delle reti comincia ad emergere nelle coscienze, dunque. Nei giorni scorsi il ministro olandese per il clima e l’energia Rob Jetten in una lettera al parlamento ha detto che la rete elettrica olandese sarà sovraccarica nelle ore di punta a partire dal 2026 a causa del ritmo accelerato dell’elettrificazione. «Le reti elettriche non riescono a tenere il passo con questo ritmo di transizione energetica, nonostante gli investimenti significativi da parte degli operatori di rete di oltre 5 miliardi di euro quest'anno», ha detto il ministro. Un altro allarme sulla transizione che cozza contro la realtà dei fatti. L’accumulo di progetti di nuova potenza elettrica va a scontrarsi con la necessità di trasportare l’energia prodotta dai luoghi di produzione a quelli di consumo, che spesso sono distanti. L’elettrificazione dei consumi richiede inoltre il potenziamento, e spesso il rifacimento, delle reti di distribuzione, cioè quelle che arrivano con i cavi al contatore di casa e che percorrono il tessuto cittadino. I costi per queste opere sono enormi.A Bruxelles, intanto, la Commissione europea sta pensando di prorogare la scadenza del price cap sul gas, l’inutile misura mai applicata che fissa il tetto a un prezzo massimo di 180 euro per megawattora il cui termine è previsto il 31 dicembre prossimo. Ci sono infatti timori che il conflitto in Israele possa provocare una nuova salita dei prezzi, e soprattutto che ci possano essere sabotaggi ai gasdotti. In effetti il gasdotto finlandese da cui si sono verificate fuoriuscite di gas qualche giorno fa sembra sia stato danneggiato da «manovre esterne», dice un primo rapporto sui danni. Non si sa però se intenzionalmente oppure no. La Germania, intanto, sta facendo pressione sulla Commissione per allentare ancora la norma europea che vieta gli aiuti di stato, per sostenere le rinnovabili. Assieme alla Francia avrebbe chiesto con una lettera alla Commissione di prorogare di un anno la fine della sospensione, prevista attualmente al 31 dicembre di quest’anno. Bruxelles insomma è alle prese con ciò a cui siamo abituati: pannicelli caldi e un occhio di riguardo per Francia e Germania.
Matteo Salvini (Ansa)
- Il ministro dei Trasporti in pressing sulla concessionaria per il contenimento dei pedaggi e i ritardi sulla manutenzione. Tra i progetti contestati spiccano il passante di Bologna, la Gronda e il tunnel a Genova. Nel mirino anche i lavori su A1 (Milano-Napoli), A10 e A16.
- Con il nuovo Codice calato del 6,8% il numero delle vittime: -8,6% nei centri urbani.
Lo speciale contiene due articoli.
Il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti (Ansa)
Lega e Fi vogliono l’agevolazione al 12,5% nella legge di Bilancio: una mossa che può portare 2 miliardi. Fdi: imposta di 2 euro sui pacchi extra Ue e bollo da 500 euro per pagamenti consistenti in contanti.
Spunta il taglio della tassa sull’oro. Dal braccialetto della comunione al lingotto acquistato per investimento, il metallo prezioso entra tra la valanga di emendamenti alla legge di Bilancio che il Senato dovrà cominciare a esaminare dalla prossima settimana.
La proposta di Lega e Forza Italia introduce una tassazione agevolata al 12,5% (dal 26% attuale), allineata al prelievo sugli interessi dei titoli di Stato. La misura si rivolge a chi possiede oro per investimento ma non ha la documentazione del prezzo di acquisto e quindi non ha alcun attestato ufficiale che ne certifichi il valore.
L’Ue vuole sovvenzionare l’Ucraina con altri 140 miliardi, ma non sa da dove tirarli fuori. Sul rischioso uso degli asset russi confiscati c’è il muro del Belgio, mentre l’indebitamento della Commissione o degli Stati esporrebbe troppo mercati e bilanci.
«Le esigenze di finanziamento dell’Ucraina non sono solo elevate, ma anche urgenti». Sono state queste le inequivocabili parole del Commissario Ue, Valdis Dombrovskis, in occasione della conferenza stampa di giovedì dopo il Consiglio Ecofin.
Ansa
Il generale Fabio Mini: «Qualsiasi attacco contro la Russia impatta solo sul breve periodo».
Nella roccaforte ucraina del Donetsk, a Pokrovsk, si fa sempre più concreto il rischio che l’esercito di Kiev abbia i giorni contati, nonostante le varie rassicurazioni dei vertici militari ucraini.
A confermare la situazione drammatica sul campo è il generale di corpo d’armata dell’Esercito italiano, Fabio Mini, che ne ha parlato con La Verità. «Zelensky sa benissimo che le unità del suo esercito sono state circondate» ha detto il generale. Non sono state «ancora eliminate» perché i russi «stanno sempre contrattando e trattando per un ritiro, visto che non hanno bisogno di fare prigionieri». Dunque «le sacche sono chiuse», ha proseguito Mini, sottolineando che dalle fonti «dell’intelligence statunitense e inglese» è evidente «che non ci sia più la grande speranza di una vittoria». Quel che resta è la possibilità «di una sconfitta onorevole».





