2020-05-29
Le toghe del Csm: «Il nostro vice
fa campagna elettorale col Pd»
Giovanni Legnini, l'uomo del Pd che sussurrava ai magistrati la linea da tenere contro Matteo Salvini sul caso della nave Diciotti, dice che il suo interessamento - cioè dettare la reazione dell'Anm contro un ministro dell'Interno - fu doveroso. In una nota alle agenzie di stampa, dopo la pubblicazione della notizia sul nostro giornale, l'ex vicepresidente del Consiglio superiore della magistratura sostiene che «si trattò di un intervento che rientra nelle competenze del Csm, svolto esclusivamente a tutela dell'indipendenza della magistratura dagli altri poteri dello Stato, e che rifarei esattamente negli stessi termini». Poi, perché evidentemente la smentita non deve essergli apparsa abbastanza convincente. Legnini ha aggiunto che i messaggi rivelati dalla Verità sono «decontestualizzati e perciò parziali e fuorvianti». Sarà, però a noi che li abbiamo letti e resi noti al pubblico non appaiono affatto decontestualizzati, ma anzi molto ben contestualizzati nel clima di attacco che nell'estate di due anni fa si registrava contro Matteo Salvini, reo di aver chiuso i porti ai migranti. E pure non ci sembra che i contenuti dei messaggi, con l'invito rivolto a Luca Palamara, capo di una delle più importanti correnti della magistratura, a dire qualche cosa, siano parziali. Per quanto ci riguarda li abbiamo pubblicati integralmente come risultano agli atti dell'inchiesta di Perugia. Del resto, il tentativo di minimizzare le pressioni esercitate contro il leader della Lega da parte di un esponente politico che all'epoca, visto il ruolo istituzionale ricoperto, avrebbe dovuto essere super partes, non stupiscono solo noi, perché quando si verificarono i fatti destarono perplessità anche fra gli stessi destinatari dei messaggi, vale a dire i magistrati. La prova? È sempre contenuta nella chat rinvenuta nel telefonino di Palamara, che da ex capo dell'Anm intratteneva conversazioni con molte altre toghe, non solo della sua corrente, ma anche di quelle di sinistra. Sì, mentre Salvini veniva indagato dalla Procura di Agrigento per aver stoppato lo sbarco di 177 immigrati dalla nave Diciotti, i giudici commentavano a ruota libera e, dopo aver ricevuto sollecitazioni a emettere un comunicato per poter aprire una discussione al Csm sul «caso Salvini», sentite che cosa si scrivevano Palamara e gli altri. La sera del 24 agosto, cioè quando i pm siciliani aprirono un fascicolo per sequestro di persona che poi porterà a indagare il ministro dell'Interno, dopo aver ricevuto l'invito di Legnini a emettere un comunicato contro il leader leghista, Palamara si messaggia con Nicola Clivio, un consigliere del Csm in quota Area, la corrente di sinistra. «Ma Gio' si candida per l'Abruzzo. Sarebbe importante saperlo visto l'aria che tira», chiede Clivio al collega pm. «Ancora incertezza», risponde quell'altro. A questo punto il giudice di Area replica: «Perché lui ci chiede di dire qualcosa sulla storia della nave (con tanto emoji col vaporetto, ndr) e noi lo facciamo volentieri, ma poi non si deve dire che lui comincia così la sua campagna elettorale. Chiaro lo schema? Non dire a nessuno che ti ho detto questo».Clivio in sostanza ha fiutato l'aria e pensa che quella di Gio', cioè di Legnini, sia una manovra perché il suo mandato è agli sgoccioli e pensa di candidarsi in Abruzzo, cosa che poi effettivamente avverrà, anche se senza successo. Palamara risponde: «Esatto, lo chiede a tutti, anche a noi». Cioè Legnini che insiste perché si faccia richiesta di censurare Salvini con una presa di posizione del Csm. Seguono altri messaggi, dove Clivio e Palamara concordano un'iniziativa comune, che poi ci sarà effettivamente il giorno dopo, con una lettera allo stesso Legnini che sollecita una riunione del plenum per tutelare l'indipendenza della magistratura. Dunque, mentre indagano Salvini, Legnini chiama i capi corrente e sollecita una lettera a sé stesso per aprire una pratica contro Salvini, ma lo fa - sospettano le stesse toghe - perché così «comincia la sua campagna elettorale» in Abruzzo. Altro che uso politico della magistratura. Qui la magistratura e il Csm sono usati come taxi per passare da una poltrona all'altra. E segnaliamo che, fallita la scalata a governatore dell'Aquila, Legnini si è fatto nominare dal governo Conte commissario alla ricostruzione dopo il terremoto nel Centro Italia. Ma come scrivevamo ieri, il telefonino di Palamara è un buco nero senza fondo e così ecco spuntare anche uno scambio di battute fra il capo di Unicost e il procuratore di Genova che ha in mano l'inchiesta sui 49 milioni della Lega. Quest'ultimo manda all'ex presidente dell'Anm un articolo del Fatto Quotidiano in cui, tra le altre cose, Salvini annuncia ricorso contro il sequestro dei conti del Carroccio e parla di attacco politico. Palamara replica: «Siamo tutti con voi. Lunedì ne parlo con Legnini». Legnini, sempre Legnini. L'ex sottosegretario del Pd che Matteo Renzi mise al Csm. Per difendere l'indipendenza della magistratura, è ovvio.
Luciana Littizzetto (Getty Images)
Hartmut Rosa (Getty Images)
Luca Palamara (Getty Images)