2018-11-29
In Italia è legittima solo la rapina
Nei due anni in cui ho condotto su Rete 4 Dalla vostra parte, una trasmissione in cui si dava voce ai problemi della gente comune, mi è capitato spesso di ascoltare il racconto di persone che erano state vittime di rapine, non di rado violente. Al dibattito che ne seguiva, c'era sempre un esponente politico della sinistra che alzava il ditino per dire che la soluzione dei problemi di chi era stato svegliato nel cuore della notte, picchiato oltre che rapinato, non era la legittima difesa, meglio se preventiva, ma l'intervento della forze dell'ordine. «Non bisogna reagire, altrimenti si rischia anche la propria incolumità. Meglio chiamare polizia e carabinieri, i quali con i nuovi sistemi possono arrivare in pochi minuti». Quali fossero i nuovi sistemi, confesso di non averlo mai capito. Con le poche pattuglie a disposizione, causa tagli delle risorse a disposizione per la sicurezza dei cittadini, mi sembra difficile che gli agenti possano essere teletrasportati sul luogo del delitto. Risultato, nonostante i meritevoli sforzi fatti ogni giorno da militari e poliziotti, l'impunità è quasi sempre assicurata, ma forse sarebbe meglio dire che è ignorata da chi avrebbe dovuto prendere le contromisure. Ciò che è successo l'altra notte dalla parti di Arezzo ne è la dimostrazione. Come si fa infatti a tollerare che un piccolo artigiano sia vittima in pochi mesi di ben 38 fra furti e rapine? A Monte San Savino, paese di 8.600 abitanti, un gommista è stato costretto ad armarsi e a dormire dentro l'officina per difendersi dalle incursioni notturne. E ieri, alle quattro del mattino, svegliato dai banditi che erano penetrati all'interno della sua azienda, ha reagito sparando. Qualche colpo alle gambe, pare. Ma uno dei proiettili ha colpito un'arteria femorale e il ladro, un moldavo, è morto in pochi istanti, giusto il tempo di trascinarsi in cortile. Al pari dei tanti che lo hanno preceduto, l'artigiano vittima della rapina, è stato indagato per eccesso di legittima difesa. Un atto dovuto, spiegano i magistrati, per consentire agli investigatori di fare gli accertamenti.Certamente le cose staranno così, come le raccontano in Procura e noi al momento non abbiamo motivo di dubitare che, una volta svolti i rilievi, il gommista sarà prosciolto e restituito alla sua famiglia e alla tranquillità del suo lavoro. Tuttavia, siccome a Dalla vostra parte mi è capitato spesso di dare la parola anche a chi è stato vittima di una rapina e ha reagito uccidendo il ladro, voglio segnalare quali sono i problemi di cui il rapinato si deve far carico. Il primo è certamente immediato. Quando si finisce indagati per omicidio o per eccesso di legittima difesa, la principale cosa da fare è trovarsi un avvocato. Già, perché mentre ai ladri che finiscono in tribunale il legale glielo trova lo Stato, basta che dichiarino di non potersene permettere uno, un italiano che abbia reagito a una rapina sparando e accoppando il bandito, non solo si deve trovare da sé chi lo difenda, ma deve anche pagarselo. In pratica, in questo modo, lo stato garantisce chi delinque, ma non chi si difende da chi delinque.L'iter giudiziario come sapete in Italia è una via crucis, dunque si rischia che tra perizie e controperizie, ricorsi e contro ricorsi, la faccenda vada per le lunghe e di conseguenza si allunghi anche la parcella. Che ovviamente il cittadino onesto che si è difeso deve anticipare. Per cui, una persona come il nostro gommista, che a Monte San Savino altro non chiedeva se non di fare il proprio lavoro e di poter dormire sonni tranquilli, ora non solo ha la pena, privata e personalissima, di aver ucciso un uomo, per quanto per difendersi e difendere la sua proprietà, ma ha anche l'angoscia di dover sopportare i costi del giudizio, con il rischio di veder la sua attività andare in malora. A Dalla vostra parte ho ascoltato le testimonianze di persone ridotte sul lastrico e costrette a cedere la propria azienda in conseguenza di tutto ciò. In qualche caso la beffa nei confronti delle vittime di quelli che la giurisprudenza classifica come reati predatori arriva al punto di condannare chi si era difeso al risarcimento dei familiari del ladro, con il risultato che per eccesso di legittima difesa, cioè per non essere stati buoni tranquilli mentre si è derubati, si rischia non solo di passare dei guai, ma di dover pagare i parenti di chi vi ha rovinato la vita. Ecco, ho elencato quanto succede per spiegare perché sia necessaria una riforma della legittima difesa. Con le leggi attuali difendersi è un problema, al punto che, come dicono quelli della sinistra, è meglio chiamare il 112 e aspettare con tranquillità che i ladri facciano il proprio lavoro e se ne vadano. Ma doverci consegnare ai delinquenti, accettando che ci svuotino le tasche, è per noi un fatto inaccettabile in uno Stato di diritto. O lo Stato è in grado di difendere un signore che è stato vittima di 38 furti, o un cittadino deve avere la possibilità di reagire senza finire dopo sul banco degli imputati. Di alternative non ce ne sono: o meglio, l'unica alternativa è finire come quella coppia abruzzese che i banditi hanno mandato all'ospedale, lui gonfio di botte, lei con un orecchio tagliato. È questo che si vuole? Aggiungo un'ultima considerazione riguardo a quel che è accaduto a Sassuolo, dove una ragazza minorenne è stata violentata da tre extracomunitari. Quando si smetterà di sostenere che gli immigrati clandestini sono vittime degli italiani xenofobi e si guarderà in faccia la realtà? Le cifre parlano chiaro: il 40 per cento delle persone arrestate per stupro è straniera. Ed extracomunitari erano gli spacciatori che hanno violentato Pamela e Desirée. Come immigrati, anzi profughi, erano gli appartenenti della banda di Rimini che stuprò una turista polacca. Serve altro per capire perché la Lega vola nei sondaggi e gli altri sprofondano nell'irrilevanza?