2023-11-22
Fine della rivolta, la Siae si ricompra Fedez
Il rapper nel 2016 si era allontanato in polemica sul diritto d’autore, aderendo alla startup Soundreef contro il «monopolio». Ora la società presieduta da Mogol ha annunciato il rientro nei ranghi del signor Ferragni: avrà un format online tutto suo. Non solo rientra, ma farà anche proselitismo. Fedez annuncia il ritorno all’ovile Siae, dal quale era uscito rumorosamente nel 2016 denunciando l’odioso monopolio, e si sottoporrà a una sorta di rito di purificazione, che prevede un nuovo format e una serie di interviste da lui condotte a big dello spettacolo per raccontare «quanto è migliorata» la società che gestisce i diritti d’autore. Nella primavera di sei anni fa, Federico Leonardo Lucia, in arte Fedez, aveva fatto scalpore uscendo dalla Siae per aderire alla start up londinese Soundreef, fondata da Davide D’Atri nel 2014. Ieri, il rapper milanese ha annunciato in un video pubblicato sul profilo ufficiale della Siae il proprio ritorno all’ovile. E che ritorno. «Per anni sono stato in contrapposizione a Siae», ricorda Fedez, «il primo artista in Italia ad andarsene e a rompere quello che veniva chiamato “monopolio”». A esser precisi, era lui stesso che denunciava il monopolio. In ogni caso, continua, «ero fermamente convinto di quella scelta allora, ed è una scelta che rifarei perché credo che aprire al libero mercato avrebbe potuto portare rinnovamenti per tutti». Ciò detto, il figliol prodigo Fedez riconosce che «a oggi Siae è una società che tutela e fa collecting (la raccolta dei compensi) con gli strumenti che abbiamo a disposizione nel 2023». Al momento, in Soundreef ci sono una serie di «ribelli» come Rkomi, Marracash, Sfera Ebbasta, Laura Pausini, Paola Turci, Fabrizio Moro e Ultimo. Nei prossimi giorni si capirà se la spettacolare rentrée di Fedez porterà ad altri ritorni eccellenti in Siae, oppure se si tratta di un caso isolato. L’aspetto più divertente dell’intera faccenda è che c’è anche una sorta di pacchetto-conversione nel ritorno del rapper sotto l’ala dell’ente pubblico presieduto da Salvo Nastasi. È stato lo stesso Fedez ad annunciare che verrà inaugurato un nuovo format dal titolo Siae racconta nel quale intervisterà grandi autori della musica italiana, persone che lavorano in Siae «per capire come la Società sia migliorata rispetto al passato e che cosa fa per tutelare gli autori e i compositori». Il progetto affidatogli sarà disponibile sui canali social di Siae, ovvero su Youtube, Facebook, Linkedin, X e Instagram. Tra gli ospiti (è iniziato ieri) sono previsti Dargen D’Amico, Mogol (presidente onorario), Matteo Fedeli (direttore generale Siae) e Klaus Bonoldi di Universal Music. In una cornice del genere, non poteva mancare la grande soddisfazione per il recupero di Fedez. In una nota, Siae afferma che «la sua scelta ci dimostra che il percorso che abbiamo intrapreso negli ultimi anni sta andando nella giusta direzione […]. Mentre lavoriamo per offrire servizi digitali sempre più efficienti, lo sguardo è già al futuro, stimolati dalle sfide di un’industria culturale e creativa in piena evoluzione».Fin qui, il miele e le celebrazioni per una dolorosa e clamorosa frattura che si chiude. Negli anni scorsi non è stata una passeggiata, la fronda di Fedez. Alla fine di aprile del 2016, il rapper firma pubblicamente a Milano l’uscita dalla Siae davanti a giornalisti e fotografi, annunciando di passare a Soundreef. «Ho scelto di affidarmi a loro perché voglio sostenere chi fa della trasparenza e della meritocrazia un valore fondante», dice il marito di Chiara Ferragni, attaccando indirettamente la gestione della Siae. «Non voglio demonizzare la Siae», aggiunge, «ma ci sono problemi difficili da superare». Gli andarono dietro i deputati del M5s, con una proposta di legge «per rompere il monopolio Siae» che si è poi persa nelle nebbie. Quanto a Beppe Grillo, aveva attaccato l’ente più volte, già prima di Fedez. In ogni caso, l’assist decisivo alla fronda era stato fornito dalla Commissione Ue, che aveva stabilito la libera iscrizione alla collecting desiderata dal primo gennaio 2017. Un anno e mezzo dopo l’uscita, Fedez cantava già vittoria. Il 16 gennaio del 2018 annuncia festante: «È finalmente caduto il monopolio, ora ci sarà competitività in questo settore e ciò porterà benefici agli autori e ai compositori». Poi spiega che «Soundreef era una start up e in quanto tale ha attirato la mia attenzione: rappresentava una lotta contro i mulini a vento, una grande sfida».Fedez aveva anche un contenzioso personale con la Siae e nel 2017 aveva lamentato di dover versare ancora i diritti sui suoi concerti, annunciando il ricorso ai decreti ingiuntivi. Il tribunale di Milano, due anni dopo, diede ragione al cantante. Se ci sono altri contenziosi in essere, a questo punto è assai probabile che questa pace con conversione incorporata annunciata ieri funga da pietra tombale. Questo 2023 resterà un anno di grandi svolte per Fedez, visto che ad aprile ha lasciato Sony Music per approdare a Warner Music, rompendo un lungo sodalizio durato 10 anni. Ora che è tornato sotto l’ala protettrice di mamma Siae, la sua carriera di rivoluzionario è pronta a ripartire.
Tedros Ghebreyesus (Ansa)
Giancarlo Tancredi (Ansa)