2025-03-09
La rivolta dei giudici
Il presidente Cesare Parodi spara da politico contro il governo. Poi cade nel grottesco: «I media non ci danno il giusto spazio».L’Associazione nazionale magistrati è scatenata: attacchi al governo, accelerazione sulla protesta contro la riforma della Giustizia, annuncio di un incontro con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella e rammarico per una presunta non adeguata copertura delle ragioni della magistratura sui media. L’ennesimo scontro tra toghe e centrodestra ruota intorno alla decisione delle sezioni unite civili della corte di Cassazione, che hanno accolto la richiesta di risarcimento danni di un gruppo di migranti ai quali, dal 16 al 25 agosto del 2018, fu impedito lo sbarco dalla nave Diciotti della Guardia costiera che li aveva soccorsi in mare. La sentenza è stata aspramente criticata dal centrodestra, e ieri l’Anm, che ha riunito il Comitato direttivo centrale, ha reagito con estrema durezza: «Stiamo parlando delle sezioni unite della Cassazione», dice il presidente dell’Anm, Cesare Parodi, «cioè il massimo organo di espressione della giurisdizione. Un attacco a questo tipo di giudice ha un suo significato». Alle porte c’è un incontro dell’Anm con Mattarella, il primo dopo l’elezione di Parodi: «Andremo entro il mese di marzo», ha detto ieri Parodi, «a rendere il doveroso omaggio al presidente Mattarella che, davvero, non sarà un omaggio formale. Il presidente Mattarella è veramente un punto di riferimento per tutti i magistrati italiani, anche con le sue recenti dichiarazioni sul tema dell’indipendenza ancora una volta ha dimostrato di essere un personaggio straordinario per chiarezza, lucidità e coraggio». Non si capisce cosa intenda Parodi quando parla di omaggio «non formale», ma non è questa l’unica curiosità delle parole del leader dell’Anm. Parodi insiste molto sulla comunicazione: «Il discorso “i soldi dei cittadini italiani invece di andare a ai cittadini onesti che pagano le tasse, vanno ad extracomunitari stranieri irregolari”», riflette Parodi, «è un discorso che fa presa su tantissime persone. La cosa devastante dal punto di vista dell’immagine è questa». Verissimo: peccato che si tratti esattamente di quanto ha stabilito la sentenza delle sezioni riunite della Cassazione. Parodi, fa un’altra riflessione sull’argomento: «Non è che siamo così ben inseriti nei canali di comunicazione. Per carità», ammette Parodi, «ci danno spazio, ma alle volte anche proprio per il motivo opposto, cioè per favorire tesi contrarie a noi. Questo fa parte delle regole del gioco, le conosciamo benissimo». Con tutto il rispetto per Parodi, basta leggere i giornali o accendere la tv per verificare che la realtà è ben diversa: i magistrati e gli ex magistrati sono onnipresenti sui media, rilasciano interviste a go-go a media spesso compiacenti, mentre le tesi «contrarie» alle loro hanno uno spazio ridottissimo. Le proteste contro la riforma della Giustizia andranno avanti: «Il nostro principale obiettivo adesso», ha sottolineato Parodi, «è imbastire tutta una serie di manifestazioni, di incontri, di modalità di comunicazione per portare questo messaggio ovunque e a chiunque». Allo studio c’è l’ipotesi di organizzare iniziative con la partecipazione dei personaggi del mondo della cultura e dello spettacolo che si sono schierati contro la riforma. Nel mirino delle critiche dell’Anm finisce ancora una volta il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, per il suo commento alla decisione sul caso Diciotti: «Molte volte», ha detto Nordio, «la magistratura non guarda oltre il significato né il risultato delle proprie decisioni. Certo, prima di tutto il diritto, ma aldilà del rigore della legge formale e della sua applicazione bisogna stare attenti ai risultati, che possono essere devastanti in altri settori». «Quello che ha detto il ministro ci stupisce molto», commenta il segretario generale dell’Anm Rocco Maruotti, «perché fino all’altro ieri diceva che dobbiamo attenerci al dato letterale della legge, mentre ieri ci ha detto che dobbiamo valutare, quando applichiamo la legge, quali sono gli effetti che questo può avere, evidentemente sulla realizzazione del programma di governo. I magistrati non sono chiamati a fare questo», aggiunge Maruotti, «per dettato costituzionale, devono applicare la legge, quando è necessario ovviamente interpretandola».Durissimo il commento del capogruppo al senato di Forza Italia, Maurizio Gasparri: «È incredibile come nel caso Diciotti», sottolinea Gasparri, «il pubblico ministero della Cassazione abbia dato torto all’immigrato con una motivata requisitoria, chiedendo il rigetto della domanda. La Cassazione in totale difformità della richiesta invece ha accolto il ricorso con una ordinanza che di giuridico pare avere ben poco. Infatti, stravolgendo un principio costante, in assenza di una qualsiasi prova afferma che il danno morale subito dal clandestino va supposto, senza la necessità di esser provato. Quindi i famigliari delle vittime di un incidente sono tenuti a dar prova del danno morale subito, l’immigrato no! È incredibile», aggiunge Gasparri, «come la Cassazione non abbia nemmeno indicato i criteri per la determinazione del danno. Una ordinanza che di giuridico ha molto poco. Siamo al fanta-diritto. All’uso politico della giustizia elevato alla massima potenza. Dico alla presidente della Cassazione che poi le sue minacce ci lasciano indifferenti. Loro possono scioperare contro lo Stato e la legalità repubblicana. E noi non potremmo dire quello che pensiamo? Lo ripeto: siete contro la separazione dei poteri, siete fuori dalla legge. La magistratura da risorsa è diventata malattia per il Paese».
La nave Mediterranea nel porto di Trapani (Ansa)