
La Sony torna a stampare dischi, di nuovo protagonisti del mercato. Nel 2017 negli Usa ne sono stati venduti 14,3 milioni, mentre i cd hanno perso il 18 per cento. In Italia sempre più giovani appassionati di 33 giri: in 12 mesi crescita del 52 per cento.Dopo 30 anni la Sony è tornata a produrre vinili. Il 21 marzo sono usciti i primi due dischi: 52nd Street del cantante americano Billy Joel e un disco del musicista giapponese Eiichi Otaki che contiene il brano Yume de Aetara, ovvero i primi due titoli che la Sony incise su cd nel 1984. Prezzo: 30 euro. Ai tempi d'oro, in Giappone il vinile era stampato in oltre 200 milioni di esemplari all'anno. Oggi è attivo un solo fabbricante, Toyo Kasei, e l'offerta è decisamente inferiore alla richiesta. Nel 2017 diverse nuove aziende che producono vinili sono nate negli Stati Uniti, da Detroit a Miami. Stessa storia in Europa, dove la maggior parte delle fabbriche che stampano vinili per major ed etichette indipendenti sono nella Repubblica Ceca e in Olanda. Insieme, fa notare The Guardian, le fabbriche europee riescono a produrre 100.000 pezzi al giorno, una cifra che non soddisfa più le richieste del mercato. Negli Stati Uniti, nel 2017, sono stati venduti 14,3 milioni di dischi (9% del mercato).Il mercato americano di cd ha perso nel 2017 il 18%. A livello mondiale il calo è stato del 5%. Lo scorso anno, in Inghilterra, la vendita dei dischi ha superato il valore dei download musicali: 2,1 milioni di sterline per i brani digitali contro i 2,4 milioni per i 33 e i 45 giri. In Italia, nel 2017, il vinile ha fatto registrare ricavi per 10 milioni di euro, con una crescita pari al 52%. Rappresenta il 6% del mercato. Una percentuale che, per quando appaia esigua, è cresciuta del 330% in 5 anni. Non si tratta più un mercato per collezionisti nostalgici. Sempre più artisti tornano a incidere su vinile e sempre più giovani si appassionano all'ascolto analogico. In Italia l'unica azienda che ancora fabbrica vinili è la Phono Press di Settala, provincia di Milano. Ne produce in media 60.000 al mese. Caterina Caselli sta per ripubblicare in vinile tutti i brani del suo repertorio. Rtl 102.5, la radio più ascoltata in Italia, ha introdotto per la prima volta da decenni un programma, Live in vinile, con Red Ronnie che «suona» i 33 giri con tanto di regolamentare scricchiolio della puntina sui solchi.«Il primo disco che fece il suo ingresso a casa nostra era un 78 giri di Django Reinhardt, un chitarrista jazz francese. Il secondo me lo regalò mio zio. Era di Enrico Caruso: M'apparì tutto amor, Vesti la giubba…» (Martin Scorsese, regista americano, figlio di operai siciliani).Nei primi anni Ottanta dell'Ottocento la musica si ascolta sui cilindri del fonografo di Thomas Alva Edison, poi Emile Berliner, uno scienziato tedesco naturalizzato statunitense, ha l'idea di utilizzare un supporto piatto e s'inventa il grammofono a manovella. I primi dischi 78 giri vengono venduti in Europa nel 1889. Dapprima sono in zinco, ricoperti da uno strato di cera per un diametro di 12,5 centimetri, poi vengono realizzati in gommalacca raggiungendo i 30 centimetri di larghezza. La musica viene riprodotta grazie a una puntina che legge i solchi incisi sulla superficie del disco, emettendo il suono. Sono i fianchi del solco che portano alla puntina i segnali sonori, non il fondo. Sul primo disco a 78 giri, nel 1910, la Carmen di Georges Bizet. Nel 1931 la Rca Victor, società che inglobò la Berliner, decise di utilizzare il vinile, un materiale più resistente, più leggero e anche in grado di aumentare notevolmente la durata di registrazione, che raggiunse i 25-30 minuti per facciata. Però il vinile costava troppo. C'era stata la crisi del 1929 e, da lì a poco, sarebbe iniziata la Seconda guerra mondiale. Sarà la Columbia Record, il 21 giugno 1948, a lanciare sul mercato il primo long playing a 33 giri. Il primo long playing inciso dalla Columbia fu il Concerto per Violino in mi minore di Felix Mendelssohn. Il primo 45 giri vide la luce il 31 marzo 1949. Fu la risposta della Rca al 33 giri della Columbia.Per stampare 1.000 lp servono 8 ore, lo stesso tempo per realizzare 3.500 cd. Diversi studi sostengono che gli lp abbiano una qualità del suono superiore, ma il paragone tra i due supporti appare azzardato ad altri, in quanto uno è analogico e l'altro digitale. Sono due modi diversi sentire la musica. Di certo c'è che l'ascolto di un vinile è un autentico rito che parte dalla preparazione del giradischi, continua con il posizionamento del nostro 33 o 45 giri sul piatto e culmina con l'appoggio della puntina sui solchi del disco. Un' attesa che prepara l'ascoltatore.Mentre Fabrizio De André veniva partorito nella sua casa genovese in via De Nicolay 12, il padre Giuseppe teneva sul giradischi, a tutto volume, il Valzer campestre di Gino Marinuzzi. Era il suo modo per festeggiare il nuovo arrivato. Il produttore discografico britannico Jason Leach è specializzato nel pressare ceneri umane nei solchi di un vinile. Funziona così: qualcuno gli affida i resti della cremazione del caro estinto e lui li dispone su vinili trasparenti, così che si possa osservare in tralice la granella del defunto. I clienti possono scegliere se incidere sul disco soltanto il suono scoppiettante delle ceneri che vengono lette dalla puntina, oppure aggiungere una traccia musicale vera e propria; la voce del morto, per esempio, oppure la sua musica preferita o dei suoni che rievocano ricordi particolarmente significativi della sua esistenza. Prezzo base: 2.000 sterline.Tra i dischi più preziosi al mondo, il primo che Elvis Presley registrò in un negozietto di Memphis per fare un regalo alla mamma. Si tratta di un 78 giri, con My Happiness sul lato A e That's When Your Heartaches Begin sul B, che fece sobbalzare il capo del negozietto, il leggendario discografico Sam Phillips, all'epoca agli albori con la sua Sun Records, in cerca di «un bianco che canti come un nero». Il disco che costò ad Elvis Presley 4 dollari per la registrazione nel 1953 è stato comprato nel 2015 per 300.000 dollari da Jack White dei White Stripes. Nello stesso anno la copia numero 0000001 del White album dei Beatles, appartenuta a Ringo Starr, fu battuta all'asta per un anonimo sborsò la cifra astronomica di 790.000 dollari a un anonimo.Tra i vinili più rari del mondo That'll Be The Day/In Spite Of Ali The Danger dei The Quarrymen, i ragazzi di Liverpool che poi diventeranno i Beatles. Il disco del 1958 vale 100.000 sterline, la ristampa, del 1981, 10.000. Il disco italiano più costoso è il 33 giri Frutti per Kagua dei Capitolo 6 del 1972. È valutato circa 7.000 euro e contiene tre testi di Francesco De Gregori nel lato B.«Ho una collezione enorme in una stanza accanto alla mia camera da letto: sembra un negozio di vinili d'annata. È una parte importante del mio think tank. Quando mi metto a scrivere un nuovo film, o inseguo una trama e incomincio a costruirla dal nulla, vado nella stanza dei dischi a cercare uno spunto musicale. Se trovo qualche brano, ho già fatto i primi passi verso quello che sarà il film. Anche se magari quei brani o quelle canzoni alla fine non saranno nel film» (Quentin Tarantino).La più grande collezione di vinili appartiene al brasiliano José Roberto Zero Alves Freitas. Proprietario di una linea di autobus, letteralmente ossessionato dai dischi, in mezzo secolo ne ha raccolti milioni e milioni tanto da riempire un magazzino da 2.000 metri quadri: «Sono quarant'anni che vado in terapia per cercare di capire perché, ma non ci sono ancora riuscito». Tra gli appassionati di vinile anche lo scrittore Philip K. Dick, autore di Blade Runner, che sfrecciò con la sua auto per 2.000 chilometri pur di recuperare un disco jazz.
L' Altro Picasso, allestimento della mostra, Aosta. Ph: S. Venturini
Al Museo Archeologico Regionale di Aosta una mostra (sino al 19 ottobre 2025) che ripercorre la vita e le opere di Pablo Picasso svelando le profonde influenze che ebbero sulla sua arte le sue origini e le tradizioni familiari. Un’esposizione affascinante, fra ceramiche, incisioni, design scenografico e le varie tecniche artistiche utilizzate dall’inarrivabile genio spagnolo.
Jose Mourinho (Getty Images)
Con l’esonero dal Fenerbahce, si è chiusa la sua parentesi da «Special One». Ma come in ogni suo divorzio calcistico, ha incassato una ricca buonuscita. In campo era un fiasco, in panchina un asso. Amava avere molti nemici. Anche se uno tentò di accoltellarlo.