2023-07-05
        «Repubblica» usa foto false pur di screditare la Meloni
    
 
        La foto dal profilo Facebook di Giorgia Meloni scattata nel 2020  e ripresa da «La Repubblica»
    
Il giornale degli Agnelli scatenato: per dimostrare che il premier abusa dei voli di Stato, pubblica uno scatto fatto 3 anni fa a Ostia spacciandolo per quello del «weekend di relax in Salento». Ultimo atto d’una serie nera.Tra La Repubblica, intesa come quotidiano, e il premier, inteso come Giorgia Meloni, c’è un vecchio conto aperto, che risale ai tempi in cui il principe degli editorialisti di casa Agnelli, il Merlo maschio, definì la leader di Fratelli d’Italia «reginetta di Coattonia», solo perché era cresciuta alla Garbatella e non frequentava i salotti della Capitale. A freddo, senza alcuna ragione se non quella che all’opposizione il consenso per il partito da lei guidato cresceva, il quotidiano radical chic sferrò un violento attacco, accusando la Meloni di aver detto di voler sparare sulle navi dei migranti, di voler cacciare i rom stanandoli casa per casa, di aver definito i gay «orchi omosessuali che rubano le identità», di aver bruciato in piazza libri di sinistra. Tutto falso ovviamente e lei, oltre a prendere carta e penna per rispondere criticando metodi da Stasi che puntano a denigrare l’avversario, denunciò. Da allora - era il 2019 - molte cose sono cambiate, perché la leader del partitino del quattro per cento è a Palazzo Chigi, ma non è diminuita l’ossessione di Repubblica nei confronti di Meloni. In piena campagna elettorale le hanno riservato un’inchiesta in più puntate, tutte incentrate sull’Internazionale nera di cui sarebbe stata alla guida. Un «longform» formato polpettone, con tanto di monogramma: M maiuscolo, che sta per Meloni, ma anche per Mussolini. I luoghi comuni con il babau in camicia bruna e i saluti romani c’erano tutti, ma ahiloro non hanno indotto gli italiani a non votarla. L’isolamento internazionale, il crollo della Borsa, l’aumento dello spread e gli altri disastri paventati da Repubblica per scongiurare la nuova marcia su Roma, non soltanto non sono bastati, ma non si sono verificati. Dunque, invece di rassegnarsi al fatto che Giorgia Meloni è al governo e ci resterà presumibilmente per i prossimi anni, per lo meno quelli di questa legislatura e forse pure della prossima se l’opposizione continuerà a essere affidata a Elly Schlein, il quotidiano della sinistra insiste. Settimane fa rifilò ai lettori un altro longform, ossia un nuovo polpettone a puntate, questa volta però non con la ragnatela europea della destra, ma - volando più terra terra - con l’albero genealogico della famiglia Meloni. Papà, mamma, fidanzati, sorelle e parentele varie. Il tutto passando ai raggi X cinquant’anni di storia, per scoprire che il babbo, scomparso dalla vita della leader di Fratelli d’Italia quand’era bambina, ha avuto in Spagna qualche guaio con la giustizia. Mentre la mamma, per sbarcare il lunario, scriveva con uno pseudonimo libri rosa. E la zia, Zoe Incrocci, faceva l’attrice, e un altro zio lo sceneggiatore. La sfavorita l’hanno chiamata, traducendo in italiano l’underdog con cui si era definita la Meloni al suo esordio alla guida del governo. Ma cercare di riscriverne la storia, trovando agganci con la destra estrema o intrecciando i rapporti familiari, a quanto pare non è servito. E quindi ecco scodellata una nuova inchiesta, questa volta sui voli di Stato. Meloni viaggia troppo, dicono confrontando le tratte effettuate con quelle seguite dai predecessori, molti dei quali però - duole dirlo - negli scorsi anni sono rimasti a terra a causa della pandemia. Il presidente del Consiglio si porta appresso uno staff troppo numeroso, mentre altri limitavano le partenze. Razza sprecona, insomma. E in più, non per ragioni di Stato. Già, ecco dove a Repubblica intendono andare a parare: l’aereo con lo stemma della Repubblica lo scorso weekend è volato da Bruxelles a Brindisi, per consentire alla premier di visitare Borgo Egnazia, hotel di lusso nel cuore della Valle d’Itria, a poche centinaia di metri dal mare, dove il capo del governo è andato a sollazzarsi. A corredo della simpatica notizia, una foto sorridente di Giorgia Meloni che si rilassa sulla spiaggia di Cala Masciola sorseggiando un cocktail. Peccato che, come le frasi un tempo messe in bocca al futuro presidente del Consiglio, l’immagine sia un falso. Infatti, lo scatto ritrae la leader di Fratelli d’Italia a Ostia e non è di pochi giorni fa, ma risale al 2020 e in mano la premier non ha un cocktail ma un caffè shakerato, come peraltro si può vedere ingrandendo la fotografia. Si tratta dunque di una fake news, messa in pagina per dimostrare che abbiamo un premier che si sollazza in spiaggia con cocktail, volando a spese degli italiani. Una specie di Papeete 2 la vendetta. Tutto ciò da parte di un gruppo editoriale che fa parte di una comunità multidisciplinare, l’Italian digital media observatory che, su impulso della Comunità europea, «si pone l’obiettivo di costruire un punto di riferimento per l’analisi e il contrasto alla disinformazione». Il lavoro dell’Idmo è coordinato da un nome che è una garanzia, ossia Gianni Riotta, indimenticato ex direttore del Tg1 prodiano, il quale in tv dimostrò di non conoscere neppure l’articolo 1 della Costituzione, quello in cui si stabilisce che il popolo è sovrano. Ecco, è a costoro che è affidata la qualità dell’informazione. Sono loro i guardiani delle notizie. Per dirla con un ex direttore del Corriere della Sera: siamo nelle loro mani, oddio in che mani siamo.
        Leonardo Apache La Russa (Ansa)
    
Nessuna violenza sessuale, ma un rapporto consenziente». È stata archiviata l’indagine a carico di Leonardo Apache La Russa e l’amico Tommaso Gilardoni, entrambi 24enni, accusati di violenza sessuale da una di ventiduenne (ex compagna di scuola di La Russa jr e che si era risvegliata a casa sua).
        Nel riquadro, Howard Thomas Brady (IStock)