2018-06-24
La pipa, una nuvola di tabacco che fa pensare
I suoi lunghi sbuffi di fumo hanno creato letteratura con Georges Simenon, arte con René Magritte e Pablo Picasso, scienza con Albert Einstein. A portarla in Europa furono le caravelle di Cristoforo Colombo. A Parigi una legge proibizionista sostituì sui manifesti quella di Jacques Tati con una girandola.Per fumare la pipa servono tre cose: il tabacco, un fiammifero e la pazienza. Per prima cosa bisogna sistemare il tabacco su un piano per eliminare le foglie più legnose, poi bisogna caricare il fornello un pizzico alla volta senza pressare troppo, o troppo poco. Prima di accenderla è bene fare un tiro per testare la resistenza. La pipa vuole essere fumata lentamente, con lunghi sbuffi per assaporare l'aroma del tabacco e per immergersi nella più profonda riflessione. Albert Einstein sosteneva che questo rituale contribuiva alla lucidità del suo ragionamento.Sandro Pertini nella pipa bruciava le sue amarezze: «Le mie amarezze sono molte. Perciò ho bisogno di molte pipe». Della sua collezione di 750 pipe non è rimasto nulla, o meglio nessuno sa che fine abbia fatto. Si trattava di diversi pezzi unici fra cui un set di pipe dell'Ottocento che aveva avuto in dono da François Mitterrand e le Dunhill donategli da sir Charles Forte, il re degli hotel. Sandro Pertini scoprì il piacere della pipa quando fu esiliato in Francia. Per lui era una compagna di contemplazione e un antistress. Pur avendola sempre a portata di bocca la sua pipa era quasi sempre spenta, tranne quando trascorreva ore di lento fumo.Gianfranco Ruscalla, 58 anni, di Asti, campione del mondo di «lento fumo». Con una pipata da 3 grammi è riuscito a fumare per 3 ore e 33 minuti: «Non serve solo pazienza ma anche e soprattutto concentrazione. Con 3 grammi di tabacco, accesi con un massimo di due fiammiferi e in un tempo non superiore a un minuto, in molti si possono cimentare a «tirarla alla lunga». Ciò che fa la differenza è la costanza del risultato. Il mio record mondiale resiste da dieci anni. Realizzarlo non è stata un'impresa da poco».Quando scriveva Georges Simenon, il papà del commissario Maigret, si preparava tre o quattro pipe diverse, già riempite, perfettamente allineate sulla scrivania secondo un rituale collaudato, che accendeva senza soluzione di continuità. Il fumo lo induceva in una trance letteraria che gli consentiva di poter realizzare, con straordinaria disinvoltura, diverse decine di cartelle manoscritte al giorno.«La cosa divertente è che tutti gli attori che hanno interpretato Maigret non erano dei fumatori di pipa. Jean Gabin fumava solo sigarette. E la pipa gli dava fastidio. Mentre il primo Maigret, impersonato da Pierre Renoir, fratello di Jean, non sapeva tenere una pipa in bocca» (Georges Simenon).«La vita può essere un gioco o un dramma. Una pipa in bocca aiuta a giocare un po' con quel pizzico di cultura che permette un godimento totale della propria esistenza su questa terra» (Arnoldo Foà).Uno studio pubblicato su Jama Internal Medicine e condotto dal Center for tobacco products della food and drug administration ha rivelato che fumare la pipa fa male quasi quanto una sigaretta: l'incidenza di tumori tipici del tabagismo cresce del 58 per cento.«Non c'è più danno in una pipa che in una tazza di tè. Potresti avvelenarti bevendo troppo tè verde, oppure ucciderti mangiando troppe bistecche. Da parte mia, credo che il tabacco, con moderazione, addolcisca ed equilibri l'animo» (il biologo Thomas Henry Huxley).Nel 2009, a Parigi, i manifesti di una mostra dedicata a Jacques Tati furono ritoccati. La sua famosa pipa venne sostituita con una girandola. Una decisione che Ratp e Sncf - le aziende di trasporto metropolitano e ferroviario - presero in comune per evitare di trasgredire alla legge Evin che proibisce l'incitazione al fumo. Scriveva Le Monde: «Tutti al riparo: il principio di precauzione ha colpito ancora! I detentori dell'ultima tirannia hanno appena tagliato la cicca a Jacques Tati».René Magritte che disegnò una pipa e ci scrisse sotto: «Ceci n'est pas une pipe» (questa non è una pipa).Nel 2004, il quadro di Pablo Picasso Ragazzo con la pipa fu battuto da Sotheby's alla cifra record di 74 milioni di euro. È tra i dieci quadri più costosi mai venduti al mondo.A Ercolano si trova un affresco in cui delle donne sono ritratte mentre fumano la pipa. Strumenti ancora più antichi, simili nell'aspetto alle pipe, sono stati rinvenuti in tombe faraoniche risalenti al 2000 avanti Cristo.Prima dell'avvento della pipa alcune popolazioni dell'India scavavano un buco nel terreno dove mettevano delle erbe e le facevano bruciare, poi ricoprivano il tutto di terra e attraverso un foro dove introducevano una canna cava aspiravano il fumo.Gli indiani delle pianure del Nordamerica erano soliti fumare la pipa, ma solo in cerimonie spirituali o durante i consigli degli anziani. Il fumo metteva in contatto l'uomo con gli spiriti. All'epoca fumare era come pregare. Gli indiani accendevano il calumet della pace, se lo passavano di mano in mano, indirizzando il fumo verso i quattro punti cardinali per allontanare gli spiriti maligni.A portare la pipa in Europa furono le tre caravelle di Cristoforo Colombo. L'uso della pipa, infatti, si diffuse inizialmente tra i marinai. I primi modelli erano in argilla. Avevano canne lunghe e fornelli piccoli. Di tabacco se ne usava poco, era molto caro. La prima azienda artigianale di pipe in argilla venne aperta nel 1617 in Olanda. La capitale europea della pipa è una cittadina francese di 10.000 anime dell'Haut-Jura, Saint Claude. I saintclaudiens a inizio secolo scoprirono che la radica, la radice dell'Erica arborea, si prestava perfettamente al fumo perché la radice non bruciando lasciava intatto l'aroma del tabacco. Oggi giorno una pipa si può realizzare con 90 tipi di materiali diversi: dalla terra cotta al legno d'ulivo, dal corno all'ambra, dalla schiuma di mare, la prediletta al commissario Maigret, alla radica, oggi la più utilizzata. Nel 1966 Edgar Faure, ministro di Charle De Gaulle e di Georges Pompidou, crea la confraternita dei mastri pipai di Saint Claude. Da allora ogni anno si elegge il Fumatore dell'anno. Per l'occasione Paul Lanier scolpisce una pipa con il volto dell'eletto. Un onore che, fra gli altri, hanno ricevuto Jean Richard, Michel Drucker, Jean Poiret, Nino Ferrer, Jacques Audiard, Dominique Strauss-Kahn. Agli inizi del Novecento il tabacco da pipa era consigliato ai prelati come antidoto contro le tentazioni sessuali.«Tutto è iniziato all'età di 13 anni. È il momento in cui ho iniziato a scrivere, ho iniziato a fumare la pipa e ho perso la mia castità» (J.R. Tolkien).La pipa di Sherlock Holmes era una Meerschaum Mohagany Calabasch. Meerschaum è una fabbrica del Missouri che dal 1869 produce più di 1 milione di pipe in pannocchia. Una pipa di pannocchia, la più economica, costa 16 euro. Una di qualità arriva fino a 5.000 euro. I fumatori spendono in media 500 euro per un pezzo.«Iosif Stalin ha perso la pipa. Lavrentij Pavlovič Berija, capo della polizia segreta, inizia le indagini. Alla fine di quello stesso giorno sono state arrestate 100 persone. L'indomani mattina una donna delle pulizie trova la pipa. Stalin telefona a Berija: “Laventij, la pipa è stata trovata". “Va bene, compagno Stalin, ma qui tutti e 100, a parte uno, hanno confessato il furto della sua pipa". “A parte uno? Continua le indagini fino in fondo!" (così una barzelletta su Stalin che fumava pipe Dunhill).Racconta l'ex agente della Cia Felix Rodriguez, l'uomo che ordinò l'esecuzione di Che Guevara, che il comandante poco prima di morire disse: «Vorrei far avere questa pipa a un soldato boliviano che si è comportato bene con me». Ma la pipa se la prese poi il sergente Mario Terán: «Capitano, voglio la pipa! L'ho ucciso io, me la merito!». Era l'8 ottobre del 1967.Nel suo Manuale del guerrigliero, Che Guevara spiegava l'importanza della pipa. La si poteva riempire con quello che si trovava ed era anche una fedele compagna di lunghe notti passate all'addiaccio. Quando non era possibile accendere il fuoco bastava coprire il fornello con la mano per sentire un po' di calore.«Non chiedo altro. / Fumare / la mia pipa in silenzio come un vecchio / lupo di mare» (Umberto Saba, Cielo, in Uccelli, 1948). «Quando accende la pipa l'attenzione per la fiamma dello zolfanello che alla prossima tirata dovrebbe lasciarsi aspirare fino in fondo al fornello dando inizio alla lenta trasformazione in brace dei fili di tabacco, non deve fargli dimenticare nemmeno per un attimo l'esplosione d'una supernova che si sta producendo nella Grande Nube di Magellano in questo stesso istante, cioè qualche milione d'anni fa. L'idea che tutto nell'universo si collega e si risponde non l'abbandona mai» (Italo Calvino in Palomar, 1893).Si racconta che Isaac Newton, in un momento di distrazione, tentò di ripulire la pipa con un dito della sua amata, mentre stavano mano nella mano.«La sigaretta è un vizio, la pipa un piacere» (Giancarlo Savinelli, proprietario dell'omonimo negozio che dal 1876 è in via dell'Orefice a Milano).
Nel riquadro Roberto Catalucci. Sullo sfondo il Centro Federale Tennis Brallo
Sempre più risparmiatori scelgono i Piani di accumulo del capitale in fondi scambiati in borsa per costruire un capitale con costi chiari e trasparenti. A differenza dei fondi tradizionali, dove le commissioni erodono i rendimenti, gli Etf offrono efficienza e diversificazione nel lungo periodo.
Il risparmio gestito non è più un lusso per pochi, ma una realtà accessibile a un numero crescente di investitori. In Europa si sta assistendo a una vera e propria rivoluzione, con milioni di risparmiatori che scelgono di investire attraverso i Piani di accumulo del capitale (Pac). Questi piani permettono di mettere da parte piccole somme di denaro a intervalli regolari e il Pac si sta affermando come uno strumento essenziale per chiunque voglia crearsi una "pensione di scorta" in modo semplice e trasparente, con costi chiari e sotto controllo.
«Oggi il risparmio gestito è alla portata di tutti, e i numeri lo dimostrano: in Europa, gli investitori privati detengono circa 266 miliardi di euro in etf. E si prevede che entro la fine del 2028 questa cifra supererà i 650 miliardi di euro», spiega Salvatore Gaziano, responsabile delle strategie di investimento di SoldiExpert SCF. Questo dato conferma la fiducia crescente in strumenti come gli etf, che rappresentano l'ossatura perfetta per un PAC che ha visto in questi anni soprattutto dalla Germania il boom di questa formula. Si stima che quasi 11 milioni di piani di risparmio in Etf, con un volume di circa 17,6 miliardi di euro, siano già attivi, e si prevede che entro il 2028 si arriverà a 32 milioni di piani.
Uno degli aspetti più cruciali di un investimento a lungo termine è il costo. Spesso sottovalutato, può erodere gran parte dei rendimenti nel tempo. La scelta tra un fondo con costi elevati e un Etf a costi ridotti può fare la differenza tra il successo e il fallimento del proprio piano di accumulo.
«I nostri studi, e il buon senso, ci dicono che i costi contano. La maggior parte dei fondi comuni, infatti, fallisce nel battere il proprio indice di riferimento proprio a causa dei costi elevati. Siamo di fronte a una realtà dove oltre il 90% dei fondi tradizionali non riesce a superare i propri benchmark nel lungo periodo, a causa delle alte commissioni di gestione, che spesso superano il 2% annuo, oltre a costi di performance, ingresso e uscita», sottolinea Gaziano.
Gli Etf, al contrario, sono noti per la loro trasparenza e i costi di gestione (Ter) che spesso non superano lo 0,3% annuo. Per fare un esempio pratico che dimostra il potere dei costi, ipotizziamo di investire 200 euro al mese per 30 anni, con un rendimento annuo ipotizzato del 7%. Due gli scenari. Il primo (fondo con costi elevati): con un costo di gestione annuo del 2%, il capitale finale si aggirerebbe intorno ai 167.000 euro (al netto dei costi). Il secondo (etf a costi ridotti): Con una spesa dello 0,3%, il capitale finale supererebbe i 231.000 euro (al netto dei costi).
Una differenza di quasi 64.000 euro che dimostra in modo lampante come i costi incidano profondamente sul risultato finale del nostro Pac. «È fondamentale, quando si valuta un investimento, guardare non solo al rendimento potenziale, ma anche e soprattutto ai costi. È la variabile più facile da controllare», afferma Salvatore Gaziano.
Un altro vantaggio degli Etf è la loro naturale diversificazione. Un singolo etf può raggruppare centinaia o migliaia di titoli di diverse aziende, settori e Paesi, garantendo una ripartizione del rischio senza dover acquistare decine di strumenti diversi. Questo evita di concentrare il proprio capitale su settori «di moda» o troppo specifici, che possono essere molto volatili.
Per un Pac, che per sua natura è un investimento a lungo termine, è fondamentale investire in un paniere il più possibile ampio e diversificato, che non risenta dei cicli di mercato di un singolo settore o di un singolo Paese. Gli Etf globali, ad esempio, che replicano indici come l'Msci World, offrono proprio questa caratteristica, riducendo il rischio di entrare sul mercato "al momento sbagliato" e permettendo di beneficiare della crescita economica mondiale.
La crescente domanda di Pac in Etf ha spinto banche e broker a competere offrendo soluzioni sempre più convenienti. Oggi, è possibile costruire un piano di accumulo con commissioni di acquisto molto basse, o addirittura azzerate. Alcuni esempi? Directa: È stata pioniera in Italia offrendo un Pac automatico in Etf con zero costi di esecuzione su una vasta lista di strumenti convenzionati. È una soluzione ideale per chi vuole avere il pieno controllo e agire in autonomia. Fineco: Con il servizio Piano Replay, permette di creare un Pac su Etf con la possibilità di ribilanciamento automatico. L'offerta è particolarmente vantaggiosa per gli under 30, che possono usufruire del servizio gratuitamente. Moneyfarm: Ha recentemente lanciato il suo Pac in Etf automatico, che si aggiunge al servizio di gestione patrimoniale. Con versamenti a partire da 10 euro e commissioni di acquisto azzerate, si posiziona come una valida alternativa per chi cerca semplicità e automazione.
Ma sono sempre più numerose le banche e le piattaforme (Trade Republic, Scalable, Revolut…) che offrono la possibilità di sottoscrivere dei Pac in etf o comunque tutte consentono di negoziare gli etf e naturalmente un aspetto importante prima di sottoscrivere un pac è valutare i costi sia dello strumento sottostante che quelli diretti e indiretti come spese fisse o di negoziazione.
La scelta della piattaforma dipende dalle esigenze di ciascuno, ma il punto fermo rimane l'importanza di investire in strumenti diversificati e con costi contenuti. Per un investimento di lungo periodo, è fondamentale scegliere un paniere che non sia troppo tematico o «alla moda» secondo SoldiExpert SCF ma che rifletta una diversificazione ampia a livello di settori e Paesi. Questo è il miglior antidoto contro la volatilità e le mode del momento.
«Come consulenti finanziari indipendenti ovvero soggetti iscritti all’Albo Ocf (obbligatorio per chi in Italia fornisce consigli di investimento)», spiega Gaziano, «forniamo un’ampia consulenza senza conflitti di interesse (siamo pagati solo a parcella e non riceviamo commissioni sui prodotti o strumenti consigliati) a piccoli e grandi investitore e supportiamo i clienti nella scelta del Pac migliore a partire dalla scelta dell’intermediario e poi degli strumenti migliori o valutiamo se già sono stati attivati dei Pac magari in fondi di investimento se superano la valutazione costi-benefici».
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