2023-11-23
«La pensione slitta di 2 anni? Inaccettabile»
Orazio Schillaci: (Imagoeconomica)
Medici e infermieri rifiutano la proposta della maggioranza di posticipare il congedo. Andrea Bottega (Nursind): «Le aziende avrebbero personale non più idoneo al lavoro». Pierino Di Silverio (Assomed): «Sciopero confermato». Il ministro Orazio Schillaci: «Non so cosa fare».«Sicuramente verrà risolto. Adesso non so bene il come, ma sicuramente verrà risolto»: il ministro della Salute, Orazio Schillaci, candidamente ammette di non sapere come verrà sciolto il nodo del taglio delle pensioni per medici, infermieri, maestre, ufficiali giudiziari e dipendenti comunali che hanno iniziato a lavorare prima del 1996, previsto dalla legge di Bilancio. La Verità ha anticipato tutti nel segnalare questa norma, che diversi esponenti di governo hanno poi dichiarato di voler cambiare.Una possibile soluzione viene prospettata dalla presidente dell’Ufficio parlamentare di bilancio, Lilia Cavallari, che a Radio24 afferma innanzitutto che non sussiste il rischio di una fuga in pensione dei camici bianchi prima che la norma entri in vigore, alla fine dell’anno, perché «non farebbero in tempo ad andare in pensione». La norma, spiega ancora la Cavallari, «equipara il rendimento di alcune categorie di pubblici dipendenti, tra cui i medici, al rendimento ordinario. Quindi corregge una disparità di trattamento. Allo stesso tempo comporta una penalizzazione, più rilevante per coloro che hanno poca anzianità contributiva prima della riforma del 1995, che può essere recuperata con un posticipo del pensionamento di 1-2 anni. Questo è possibile per coloro che hanno un’età non troppo vicina a 67 anni. Chi, invece, è vicino alla pensione di vecchiaia non ha la possibilità di posticipare. Questo», aggiunge la Cavallari, «potrebbe essere di indicazione per un’applicazione della norma differente per chi è vicino alla pensione di vecchiaia o alla pensione di anzianità».La genialata sarebbe, quindi, quella di convincere medici e infermieri a restare ancora al lavoro invece di andare in pensione. «Una soluzione del genere», dice alla Verità Andrea Bottega, segretario nazionale del Nursind, il principale sindacato degli infermieri, «non potrebbe essere in alcun modo accettabile per gli infermieri e, in generale, per il personale del comparto, dagli operatori sociosanitari alle ostetriche. È nelle cose, infatti, che gli infermieri entrano in servizio intorno ai 20 anni, subito dopo l’università, ma poi, visto il lavoro gravoso che svolgono, sono costretti a optare per la pensione anticipata. La soluzione prospettata non può essere, quindi, applicata al personale del comparto. Pensare di trattenere in servizio questi professionisti perché si avvicinino alla pensione di vecchiaia», aggiunge Bottega, «avrebbe anche un risvolto negativo per le aziende sanitarie che si troverebbero ad avere personale non più grado di offrire assistenza nelle cure, tra pesi da sollevare e turni di notte, e dovrebbero trovare loro una collocazione diversa. Già accade che, mediamente, il 20% dell’organico goda di diverse tipologie di esonero proprio perché si tratta di un lavoro gravoso». Non si accontenta delle buone intenzioni e conferma lo sciopero previsto per il 5 dicembre anche Pierino Di Silverio, segretario nazionale di Anaao-Assomed, il sindacato dei medici del Servizio sanitario nazionale: «Abbiamo rapporti costanti con il ministero della Salute», spiega Di Silverio all’Adnkronos, «ma al momento sappiamo con certezza solo dell’impegno del ministro Schillaci per risolvere il problema pensioni. Ricordiamo che non possiamo certo accettare soluzioni al ribasso o parziali e continuiamo a sperare che le richieste del ministro, che vanno oltre le pensioni e vogliono rendere più appetibile il sistema e premiare i professionisti, vengano ascoltate dal governo. Lo sciopero è confermato e non escludiamo ulteriori giornate di sciopero».Manco a dirlo, le opposizioni si tuffano sull’argomento: praticamente tutti i partiti di minoranza hanno presentato, tra i vari emendamenti alla legge di Bilancio, almeno uno che riguarda il taglio alle pensioni di alcune categorie di dipendenti pubblici. «Facciamo un appello alla Meloni», sottolinea il leader del M5s, Giuseppe Conte, «fermi i tagli alla sanità e alle pensioni di medici, infermieri e insegnanti. Faccia retromarcia e ci ringrazierà. Questi tagli non possono passare in manovra». Il Pd chiederà a Giorgia Meloni, attesa oggi in aula al Senato per rispondere alle interrogazioni, di fornire spiegazioni su Ape sociale, Opzione donna, quota 103 e sulla previdenza dei medici.A proposito di emendamenti: la Lega ne aveva presentati tre, contravvenendo all’ordine di scuderia che vieta alla maggioranza di presentare modifiche. Tre proposte non onerose, ma che ieri mattina sono state ritirate: «All’ultima riunione di maggioranza con il ministro Luca Ciriani», commenta il capogruppo al Senato della Lega, Massimiliano Romeo, «avevo capito che 2 o 3 emendamenti si potevano presentare giusto a livello simbolico. Evidentemente ho capito male e ho dato mandato di ritirarli e di trasformarli in ordini del giorno».
Vladimir Putin e Donald Trump (Ansa)