2019-02-25
La patrimoniale immaginaria contro l’Italia
Ci risiamo: dopo mesi di prime pagine su una crisi bancaria che non s'è mai verificata (anzi, in alcuni casi i mutui costano meno), la stampa, «Corriere» in testa, strilla che è in arrivo una patrimoniale di cui nessuno sa nulla. Intanto, però, si danneggia il Paese.Non so se ricordate, ma mesi fa la maggior parte dei quotidiani rigurgitava di articoli in cui era spiegato che, a causa dell'aumento dello spread, le famiglie avrebbero pagato rate più salate sui mutui. Nei talk show gli esperti calcolavano addirittura di quanto sarebbe stato l'incremento degli interessi, con il risultato di terrorizzare chiunque avesse contratto un finanziamento bancario o si apprestasse a farlo. Beh, a distanza di mesi, e nonostante lo spread sia rimasto su livelli piuttosto alti rispetto ad allora, si scopre che era tutto falso. Non è vero che le rate dei mutui sono cresciute. Anzi, le offerte delle principali banche per chi oggi voglia contrarre un finanziamento per comprarsi la casa non solo sono invariate, ma addirittura in qualche caso sono migliorate. Parola della stessa grande stampa che mesi fa, mentre era in atto una discussione sulla manovra fra il nostro governo e la Ue, terrorizzava i risparmiatori con scenari catastrofici. Già, è proprio il Corriere della Sera a certificare con un'inchiesta che i mutui non sono rincarati e che i grandi istituti di credito praticano condizioni più favorevoli rispetto a prima. E dire che secondo il quotidiano di via Solferino, solo pochi mesi fa, la situazione delle nostre banche era a rischio, in quanto non in grado di reggere uno spread intorno ai 300 punti.Il medesimo giornale, poi, descrisse in termini drammatici il confronto in atto fra il nostro governo e Bruxelles, pronosticando procedure d'infrazione che avrebbero messo in ginocchio il Paese, con il risultato di innervosire i mercati e far fuggire gli investitori esteri. I toni furono talmente catastrofici che a un certo punto il corrispondente del Corriere all'Europarlamento si dissociò pubblicamente, spiegando che fra il governo italiano e la Ue non c'era mai stato il pericolo di una rottura, ma che ai suoi articoli meno allarmistici erano stati preferiti i reportage dal fronte di un inviato embedded con l'establishment, da sempre super sostenitore del rigore finanziario che piace tanto a Berlino. Uno scontro interno alla redazione, con una parte che accusa l'altra di aver mistificato i fatti, certo non si era mai vista all'interno del primo giornale italiano, al punto che la direzione era stata costretta a una precisazione nel tentativo di riportare un po' di tranquillità.Tuttavia, passati un po' di mesi e archiviato il «braccio di ferro» tra l'Ue e l'Italia, ecco rispuntare sulle pagine del quotidiano un altro tormentone. Questa volta non si tratta dei mutui che rischiano di rincarare e di banche in procinto di saltare a causa dello spread. No, ora l'argomento degno della prima pagina è la manovra correttiva. Secondo il giornale di via Solferino è tempo di una stangata. Non importa che le agenzie internazionali, nonostante il tifo di molte redazioni, non abbiano retrocesso i titoli di Stato italiani a spazzatura, come molti evidentemente si auguravano. Per la grande stampa, Corriere in testa, comunque è tempo di correggere i conti. E come? Ma è ovvio: con una bella patrimoniale, ovvero con una tassa su chiunque abbia nel corso degli anni messo da parte un po' di risparmi. E dire che la patrimoniale in Italia esiste già, ed è quella introdotta sulle seconde case, ovvero sull'unico lusso che le famiglie mediamente non alla canna del gas si sono concesse nel corso di una vita. Non importa, per i tifosi del partito dello spread ci vuole una patrimoniale sui depositi. In fondo, nel corso della crisi, gli italiani preoccupati per il proprio futuro, invece di investire, hanno messo da parte i soldi, dunque sui conti correnti c'è più liquidità di prima. In via Solferino e in altre redazioni, dunque, si parla con sempre maggiore insistenza di patrimoniale, nonostante le fonti governative continuino a smentire.Al Corriere naturalmente sanno bene quale potrebbe essere l'effetto di una simile manovra. Quando Mario Monti (che del giornale era una delle prime firme economiche) introdusse l'imposta sugli immobili, tramortì il mercato della casa, i cui livelli di scambi e quotazioni non sono ancora stati recuperati neppure a distanza di anni. Una patrimoniale sui risparmi, dunque, favorirebbe non solo la caduta degli investimenti, ma addirittura la fuga di capitali. Anzi. Forse, già profetizzare una tassa sui risparmi contribuisce all'esodo dei soldi. Ma quando fra un po' si scoprirà che la patrimoniale era un'invenzione, magari come l'aumento dei tassi, ci sarà qualcuno che chiederà scusa?
Tedros Ghebreyesus (Ansa)
Giancarlo Tancredi (Ansa)