2022-04-27
La partecipata di Cingolani costa una fortuna ogni anno e non tocca palla sul Pnrr
Roberto Cingolani (Imagoeconomica)
Nel suo ultimo bilancio, la Sogesid, società che fa capo al Mite e al ministero delle Infrastrutture, ha perso quasi 8 milioni per fornire personale al dicastero.Quasi 8 milioni di euro, 7.731.973 per essere precisi. È la perdita registrata nel bilancio 2020 - l’ultimo disponibile - dalla Sogesid. Colpa degli effetti della pandemia, si legge nel verbale dell’assemblea che ha approvato i conti, ma di certo è un rosso profondo soprattutto se si considera che parliamo della società di ingegneria «in house providing» del ministero della Transizione ecologica e del ministero delle Infrastrutture e della Mobilità sostenibili, il cui capitale sociale è interamente detenuto dal Mef. Il bilancio 2020, inoltre, conferma un trend del passivo (era in rosso anche nel 2019) che è difficilmente giustificabile per una società che riceve commesse dirette dai ministeri e che godendo un extra profitto idoneo a fare fronte a tutte le spese dovrebbe quantomeno garantire un pareggio di bilancio.La domanda, quindi è: cosa non funziona? Nata nel 1994, l’attività si è estesa alla progettazione e gestione della risorsa idrica, alla mitigazione del dissesto idrogeologico, al risanamento ambientale attraverso la messa in sicurezza e bonifica dei siti inquinati e alla gestione del ciclo dei rifiuti. Sogesid ha operato negli ultimi anni soprattutto attraverso convenzioni con il Ministero dell’ambiente - ora diventato Mite - al quale fornisce assistenza tecnica mediante personale che opera direttamente nella struttura, nonché con le Regioni e gli enti locali, per i quali, sempre attraverso specifici atti convenzionali per attività finanziate dal ministero. Dunque, opera di fatto come un interinale dell’amministrazione per il reclutamento di personale integrativo e sostitutivo di quello del ministero. Al vertice di Sogesid siede come presidente e amministratore delegato Carmelo Gallo: ingegnere, è stato componente della cabina di regia nazionale della struttura di missione per il dissesto idrogeologico e ha svolto il ruolo di commissario straordinario delegato in Calabria. Transitato nel circuito 5 stelle, viene nominato dall’ex ministro dell’Ambiente, Sergio Costa, alla scadenza del mandato del precedente amministratore Enrico Biscaglia, nominato da Gian Luca Galletti. Oltre a Gallo, nel cda siedono anche due consiglieri: l’avvocato Clelia Iasevoli e l’ingegnere Caterina Pagani. La struttura conta circa 480 dipendenti (in servizio prevalentemente ai ministeri e presso gli affidatari delle commesse) e cinque dirigenti. Tra questi, Massimo Anitori è il responsabile del personale, bilancio e amministrazione, che oltre ad avere lo stipendio più alto dell’ad è anche colui che decide le indennità. I maligni sostengono che con il ministero il rapporto «in house» sia da interpretare anche nel senso letterale del termine essendo una grande casa famiglia dove trovano spazio mariti di dirigenti del ministero, figli e figlie di funzionari, persino nipoti. Il ministro della transizione ecologica, Roberto Cingolani, non pare occuparsi di come avviene la selezione all’interno di quello che comunque è un braccio operativo del suo ministero e cui lui dovrebbe dare gli indirizzi strategici. Tanto che Sogesid non è stata coinvolta nelle azioni di rafforzamento amministrativo per l’attuazione dei progetti Pnrr, a differenza di altri soggetti come Invitalia o Studiare sviluppo o Cdp. Lo scorso 24 febbraio Roberto Morassut (Pd) ha presentato un’interrogazione al ministro dell’Economia, Daniele Franco, e a quello del Mite, Cingolani, per chiedere quale fosse appunto il motivo del mancato coinvolgimento. Il 6 aprile è arrivata la risposta scritta dalla viceministra all’Economia, Laura Castelli: «Il ministero della Transizione ecologica, sentito in proposito, ha comunicato di avere in atto con la Sogesid un accordo quadro valido fino a tutto il 2023, nonché convenzioni attuative per assistenza tecnica con i dipartimenti e le direzioni generali del Mite. La proficua collaborazione relativa a tutti i settori di impiego ha in evidenza le professionalità della società in house, che peraltro è condivisa con il ministero delle Infrastrutture e delle mobilità sostenibili (Mims)». La risposta della Castelli, o meglio del Mite, conferma dunque che Sogesid viene usata al posto del personale del ministero. Di certo, parliamo di una società pubblica che è affidataria e pagata dal ministero per il quale opera e per il quale invece di mettere a disposizione risorse interne, sembra fare più selezione di personale senza però ricorrere al mercato per accrescere le competenze. Sogesid può essere una risorsa perché ha una forte vocazione specialistica sulle tematiche ambientali, è molto targettizzata e potrebbe avere grandi potenzialità se ci fosse chiarezza sulla mission da parte dell’azionista, di concerto con i ministeri per i quali opera in house. Soprattutto perché, nonostante questo vantaggio, ha perso quasi 8 milioni nel 2020. Aspettiamo di vedere il bilancio 2021.
Giorgia Meloni al Forum della Guardia Costiera (Ansa)
«Il lavoro della Guardia Costiera consiste anche nel combattere le molteplici forme di illegalità in campo marittimo, a partire da quelle che si ramificano su base internazionale e si stanno caratterizzando come fenomeni globali. Uno di questi è il traffico di migranti, attività criminale tra le più redditizie al mondo che rapporti Onu certificano aver eguagliato per volume di affari il traffico di droga dopo aver superato il traffico di armi. Una intollerabile forma moderna di schiavitù che nel 2024 ha condotto alla morte oltre 9000 persone sulle rotte migratorie e il governo intende combattere. Di fronte a questo fenomeno possiamo rassegnarci o agire, e noi abbiamo scelto di agire e serve il coraggio di trovare insieme soluzioni innovative». Ha dichiarato la Presidente del Consiglio dei Ministri Giorgia Meloni durante l'intervento al Forum della Guardia Costiera 2025 al centro congresso la Nuvola a Roma.
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