2020-11-05
La palestra e l’aiutino della scorta. Finisce in Senato il caso miss Conte
Olivia Paladino e Giuseppe Conte (Ansa)
Decreto ingiuntivo al padre: non ha pagato 5.000 euro di vino comprato dal suo hotel.Un borsone da palestra in tempo di dpcm da Covid e una scorta da fidanzata del presidente del Consiglio. Due elementi che fanno diventare un caso da Procura la fuga di Olivia Paladino, pallida e bionda compagna di Giuseppe Conte. «Abbiamo presentato un'interrogazione al ministro Luciana Lamorgese perché chiarisca i contorni di una vicenda che, se confermata, sarebbe gravissima» hanno annunciato i senatori della Lega, William De Vecchis e Gianfranco Rufa, che hanno firmato l'interrogazione per avere chiarimenti sulla richiesta dell'intervento della scorta da parte della signora Paladino per sfuggire ai cronisti delle Iene. La vicenda era stata anticipata da un articolo de La Verità lo scorso 30 ottobre, in cui si parlava delle proteste di alcuni lavoratori del Grand hotel Plaza di proprietà di Cesare Paladino (padre di Olivia) che non pagherebbe gli stipendi ma anche di un esposto sul presunto intervento della scorta del premier a difesa della donna incalzata dalle domande dell'inviato della trasmissione Mediaset, Filippo Roma. Tutto testimoniato da un video, poi pubblicato su Dagospia che mostra la compagna di Giuseppe Conte in un supermercato di piazza Fontanella Borghese, nel cuore della Capitale, a due passi dall'hotel paterno, dove sembra essersi rifugiata per sfuggire al giornalista. Prima dell'interrogazione dei senatori leghisti, infatti, già Roberta Angelilli, ex eurodeputata e componente dell'esecutivo di Fratelli d'Italia, aveva presentato un esposto ai magistrati per segnalare «la necessità dell'intervento della pubblica autorità per la presenza di condotte che potrebbero essere contrarie alla legge perché se effettivamente la Paladino avesse usufruito di agenti della scorta del presidente del Consiglio, si sarebbe verificato un uso improprio di personale con funzioni di sicurezza relative a soggetti che ricoprono funzioni pubbliche». E la Angelilli chiedeva di «valutare gli eventuali profili d'illiceità penale e, nel caso, di individuare i possibili soggetti responsabili al fine di procedere nei loro confronti». Tanto più che gli agenti di sicurezza che devono fornire la protezione necessaria «a persone che ricoprono incarichi istituzionali nazionali ed esteri» sarebbero stati «usati» per non far rispondere la Carolyn Bessette de' noantri a una domanda scomoda: in quale palestra andava ad allenarsi proprio il giorno dopo che il suo compagno Conte aveva firmato un dpcm che chiudeva tutte le strutture sportive d'Italia? Ma se la sua fidanzata scappa dai servizi televisivi a tornare sotto i riflettori è suo suocero Cesare, imprenditore e proprietario del Grand hotel Plaza di via del Corso. Paladino, infatti, non avrebbe pagato centinaia di bottiglie di ottimo prosecco, consegnate al suo cinquestelle. Si tratta di circa 5.000 euro che Sandro Bottega, produttore di vini e grappe di Godego di Sant'Urbano, tra Conegliano e Vittorio Veneto, aspetta da un anno. All'inizio del 2019 la Bottega ha cominciato a fornire prosecco al Plaza, con pagamenti previsti a 60 giorni. Ma da allora nessuna fattura è stata onorata. L'azienda del nordest ha prima segnalato garbatamente il ritardo, poi ha sollecitato per tre volte, infine ha mandato una diffida minacciando le vie legali. Un anno di silenzio fino al 30 settembre quando il tribunale di Treviso ha emesso un decreto ingiuntivo che però non è stato notificato a nessuno perché il Grand hotel Plaza è chiuso.