
Assurda vicenda a Como. Un uomo cambia sesso e si unisce civilmente a un'altra donna. Poi la ingravida con il seme congelato prima della trasformazione. E vuole il riconoscimento dal Comune anche come padre.Vuole essere mamma. Ma insieme anche papà. Cioè vuole essere insieme mamma e papà. Mamma perché diventata donna e papà perché nato uomo. Ma adesso vuole essere tutte e due le cose. Insieme. Contemporaneamente. Anzi, di più: vuole una carta del Comune, un documento anagrafico, che attesti ufficialmente questo status particolare. Vuole creare in Italia la prima figura di «pammo» o «mampà», ibrido mostruoso, mezzo padre e mezza madre, con il doppio passaporto sessuale, la doppia cittadinanza di genere. Sempre con l'autorizzazione municipale, però. Formale attestato e timbro del sindaco. Non si sa mai.Quando al Comune di Como si sono trovati di fronte questa nuova aberrazione arcobaleno, immagino che avranno fatto un salto sulla sedia. A presentare la richiesta una donna, che prima di essere donna era un uomo. Questa donna (o meglio quest'uomo diventata donna) ha sposato (si fa per dire) con un'unione civile un'altra donna. L'ha inseminata con il seme che aveva congelato prima della trasformazione. E adesso pretende che il Comune, dopo averla riconosciuta come donna, la riconosca anche come papà. Avete capito bene: l'uomo diventato donna sta chiedendo al Comune di riconoscere che lei è donna ma allo stesso tempo che lei è papà. Donna. Quindi mamma. Ma insieme papà. Quindi uomo. Anagraficamente parlando, impossibile. Razionalmente parlando, un'aberrazione. Questa storia, che nasce su quel ramo del lago di Como, mette ancor più in evidenza, caso mai ce ne fosse bisogno, il vortice di follia su cui ci siamo avviati (quante volte l'abbiamo detto: in campo etico è sempre così, se butti giù l'argine ti ritrovi in un amen dentro l'incomprensibile. O, peggio, l'orrore). Solamente l'altro giorno abbiamo raccontato su La Verità la allucinante vicenda di Orbetello, con il marito che diventa moglie e la moglie che diventa marito, e il giudice che riconosce valido questo «matrimonio transformer», con doppio incrocio magico. Ora puntiamo più in alto: si vuol far dire a un giudice che una mamma può essere insieme mamma (dunque donna) e papà (dunque uomo). Una situazione assurda e contronatura, come chiedere a un tribunale di essere considerati nello stesso tempo alti e bassi, grassi e magri, bambini e centenari, vivi e morti. Neppure il premier Camaleconte, che pure nelle trasformazioni è meglio di Zelig, ci riuscirebbe. Ma un giudice forse sì. Infatti, dopo tutte le sentenze assurde che abbiamo visto in materia (non ultima proprio quella di Orbetello), non ci stupirebbe nemmeno troppo. Ormai ci aspettiamo di tutto. Il caso è arrivato in tribunale perché, ovviamente, il funzionario del Comune di Como, di fronte all'assurda pretesa, l'ha respinta. E ha spiegato come sia tecnicamente e giuridicamente impossibile accettarla. A quel punto, però, la mampà (o pammo, come volete) anziché abbozzare e ritirarsi in buon ordine, come buon senso avrebbe richiesto, s'è impuntata e ha deciso di portare tutte le carte in tribunale. Vuole il riconoscimento ufficiale che si può essere mamma e papà insieme, ne fa una battaglia ideologica, l'ultimo atto della picconatura dell'ordine morale esistente. La somma dell'escalation. In effetti: prima ha fatto la battaglia perché l'anagrafe riconoscesse la sua trasformazione da uomo a donna. Poi ha fatto la battaglia perché l'anagrafe, dopo aver riconosciuto la trasformazione da uomo a donna, riconoscesse la sua unione con un'altra donna. E ora fa la battaglia perché l'anagrafe, dopo aver riconosciuto la sua trasformazione da uomo a donna e la sua unione con un'altra donna, riconosca pure che, in quanto donna, è papà. Non è un po' troppo anche per l'Arcobaleno style? Fra l'altro, se la sentenza sarà positiva per la coppia omosex, immaginiamo la confusione che regnerà nella testa del loro sfortunato bambino. Già crescere con due mamme, senza una figura paterna, non è facile. In più crescere senza una figura paterna, ma con l'obbligo di chiamare papà una delle due mamme, che si presenta come donna-papà ma una volta era un uomo-non papà, beh, deve generare non poca confusione. E poi ve la immaginate la classica scena, quando sarà più grande? «Mamma, posso fermarmi a dormire dall'amica?». «Devi chiedere a papà». «Ma se papà sei tu». «Ah già, allora chiedimelo». «Papà posso fermarmi a dormire dall'amica?». «Solo se è d'accordo mamma». «Ma mamma sei tu…». Roba da andare al manicomio. Sempre con il bollo dell'anagrafe, ovviamente.
Antonio Filosa (Stellantis)
La batteria elettrica è difettosa. La casa automobilistica consiglia addirittura di parcheggiare le auto lontano dalle case.
Mentre infuria la battaglia mondiale dell’automobile, con la Cina rampante all’attacco delle posizioni delle case occidentali e l’Europa impegnata a suicidarsi industrialmente, per Stellantis le magagne non finiscono mai. La casa automobilistica franco-olandese-americana (difficile ormai definirla italiana) ha dovuto infatti diramare un avviso di richiamo di ben 375.000 automobili ibride plug-in a causa dei ripetuti guasti alle batterie. Si tratta dei Suv ibridi plug-in Jeep Wrangler e Grand Cherokee in tutto il mondo (circa 320.000 nei soli Stati Uniti, secondo l’agenzia Reuters), costruiti tra il 2020 e il 2025. Il richiamo nasce dopo che si sono verificati 19 casi di incendi della batteria, che su quei veicoli è fornita dalla assai nota produttrice coreana Samsung (uno dei colossi del settore).
Lucetta Scaraffia (Ansa)
In questo clima di violenza a cui la sinistra si ispira, le studiose Concia e Scaraffia scrivono un libro ostile al pensiero dominante. Nel paradosso woke, il movimento, nato per difendere i diritti delle donne finisce per teorizzare la scomparsa delle medesime.
A uno sguardo superficiale, viene da pensare che il bilancio non sia positivo, anzi. Le lotte femministe per la dignità e l’eguaglianza tramontano nei patetici casi delle attiviste da social pronte a ribadire luoghi comuni in video salvo poi dedicarsi a offendere e minacciare a telecamere spente. Si spengono, queste lotte antiche, nella sottomissione all’ideologia trans, con riviste patinate che sbattono in copertina maschi biologici appellandoli «donne dell’anno». Il femminismo sembra divenuto una caricatura, nella migliore delle ipotesi, o una forma di intolleranza particolarmente violenta nella peggiore. Ecco perché sul tema era necessaria una riflessione profonda come quella portata avanti nel volume Quel che resta del femminismo, curato per Liberilibri da Anna Paola Concia e Lucetta Scaraffia. È un libro ostile alla corrente e al pensiero dominante, che scardina i concetti preconfezionati e procede tetragono, armato del coraggio della verità. Che cosa resta, oggi, delle lotte femministe?
Federica Picchi (Ansa)
Il sottosegretario di Fratelli d’Italia è stato sfiduciato per aver condiviso un post della Casa Bianca sull’eccesso di vaccinazioni nei bimbi. Più che la reazione dei compagni, stupiscono i 20 voti a favore tra azzurri e leghisti.
Al Pirellone martedì pomeriggio è andata in scena una vergognosa farsa. Per aver condiviso a settembre, nelle storie di Instagram (che dopo 24 ore spariscono), un video della Casa Bianca di pochi minuti, è stata sfiduciata la sottosegretaria allo Sport Federica Picchi, in quota Fratelli d’Italia. A far sobbalzare lorsignori consiglieri non è stato il proclama terroristico di un lupo solitario o una sequela di insulti al governo della Lombardia, bensì una riflessione del presidente americano Donald Trump sull’eccessiva somministrazione di vaccini ai bambini piccoli. Nessuno, peraltro, ha visto quel video ripostato da Picchi, come hanno confermato gli stessi eletti al Pirellone, eppure è stata montata ad arte la storia grottesca di un Consiglio regionale vilipeso e infangato.
Jannik Sinner (Ansa)
Alle Atp Finals di Torino, in programma dal 9 al 16 novembre, il campione in carica Jannik Sinner trova Zverev, Shelton e uno tra Musetti e Auger-Aliassime. Nel gruppo opposto Alcaraz e Djokovic: il duello per il numero 1 mondiale passa dall'Inalpi Arena.
Il 24enne di Sesto Pusteria, campione in carica e in corsa per chiudere l’anno da numero 1 al mondo, è stato inserito nel gruppo Bjorn Borg insieme ad Alexander Zverev, Ben Shelton e uno tra Felix Auger-Aliassime e Lorenzo Musetti. Il toscano, infatti, saprà soltanto dopo l’Atp 250 di Atene - in corso in questi giorni in Grecia - se riuscirà a strappare l’ultimo pass utile per entrare nel tabellone principale o se resterà la prima riserva.






