2023-01-19
La natalità impatta sulle aziende. «Si fatica a trovare forza lavoro»
Gian Carlo Blangiardo (Ansa)
L’allarme lanciato da Mediobanca durante il primo giorno della «Mid cap conference».La natalità «è il primo punto del nostro programma perché se non torniamo, come dice il presidente dell’Istat Gian Carlo Blangiardo, a produrre Pil demografico, l’Italia è destinata a scomparire», aveva detto lo scorso 11 settembre Giorgia Meloni in un’intervista ad Avvenire.Quei timori sollevati dalla Meloni in campagna elettorale - e ribaditi anche da premier stanziando in manovra 1,5 miliardi per sostenere la natalità «perché è un tema economico» - sembrano essere condivisi anche dalle imprese. Soprattutto da quelle di medie dimensioni quotate in Borsa, le cosiddette «mid cap», le cui prospettive sono al centro della conferenza organizzata (ieri e oggi) a Milano da Mediobanca che ha fatto incontrare 28 società e 100 investitori italiani ed esteri.Il tema della forza lavoro è emerso sia dalle tavole rotonde dei manager sia dall’intervento di apertura dei lavori di Lorenzo Astolfi, executive vice chairman Cib, capo del Mid corporate e sponsor solutions dell’istituto milanese. Che ha sottolineato come le nostre medie imprese sovraperformino quelle francesi e tedesche in misura superiore al 20% e come il ritardo di produttività della nostra manifattura, un 18% complessivo, sia causato dalle classi dimensionali agli estremi, mentre nel mezzo c’è un segmento di assoluta eccellenza.Ma Astolfi ha anche aperto una parentesi per dire che, guardando al futuro, c’è un ulteriore fronte, di altrettanta rilevanza, che si sta per aprire: quello della forza lavoro. «I dati ci dicono che mediamente, nella manifattura italiana, il 52% della forza lavoro è rappresentato da operai, nelle medie imprese l’incidenza sale al 63%, data la minore presenza di ruoli di coordinamento e il maggiore peso delle attività di trasformazione (“il prodotto”). La possibilità di alimentare in maniera pianificabile la consistenza della forza lavoro, soprattutto di quella operaia specializzata, è quindi una precondizione al loro sviluppo», ha aggiunto.Riportando delle statistiche: negli ultimi vent’anni, la popolazione tra i 20 e i 50 anni ha perduto 4,6 milioni di individui. Entro il 2070 l’Italia perderà 12 milioni di abitanti per i propri squilibri demografici endogeni, cifra che salirebbe a 18 milioni senza l’afflusso degli immigrati dall’estero. Ancora: entro il 2030 mancheranno almeno due milioni di lavoratori, se le attuali curve demografiche terranno.Parallelamente, per il periodo 2022-2026, si prevede una crescita dello stock occupazione dei settori privati per solo effetto dell’espansione economica tra 1,3 e 1,5 milioni di persone. Ulteriori 2,1 milioni di persone sarebbero richieste per esigenze di replacement. «Tutti noi abbiamo contezza di realtà produttive che faticano, oggi, a gestire il terzo turno o, comunque, a fare fronte alla crescita produttiva che richiederebbe la crescente domanda, e questo tema rischia di diventare prevalente nel medio periodo», ha dunque sottolineato Astolfi.Al suo intervento ieri è seguito quello dei responsabili della ricerca azionaria di Mediobanca, Andrea Filtri e Javier Suarez, sull’Outlook 2023 che vede per il segmento delle Mid-Small cap italiane un ritorno alla crescita aggregata del 3% a fronte di un calo del 9% del totale degli utili del campione delle grandi imprese censito dall’istituto di piazzetta Cuccia. Secondo gli analisti, «in un quadro di rallentamento economico, maggiore sarà l’attenzione su società e settori che poggiano su megatrend come la trasformazione digitale ed ecologica nonché sull’efficienza energetica.«Oggi Mediobanca segue la media impresa nelle sue opzioni di crescita e diversificazione con un maggior presidio rispetto al passato e in continuità con i servizi e le competenze che dedica da sempre alle aziende di grande capitalizzazione», ha commentato l’amministratore delegato della banca, Alberto Nagel. Ricordando che «dietro le nostre medie imprese ci sono imprenditori con cui sviluppiamo un rapporto di lungo periodo basato non solo sui servizi di investment banking e di banca d’affari, ma anche di wealth management».
Tedros Ghebreyesus (Ansa)
Giancarlo Tancredi (Ansa)