«La morte torna come cura con l’ultima proposta di legge sull’eutanasia»

«La morte torna come cura con l’ultima proposta di legge sull’eutanasia»
Ansa

Il 9 febbraio 2009 entra in scena la morte come cura. Proprio 10 anni fa Eluana Englaro moriva per decisione del padre dopo uno stato vegetativo persistente dal 1992. «Noi la ricordiamo per annunciare che la battaglia contro quello che chiamano un fine vita dignitoso è solo una risposta sbagliata al dolore». Sono le parole del presidente di Pro Vita Toni Brandi e di quello di Generazione Famiglia Jacopo Coghe, associazioni tra le promotrici del Family Day, in occasione dell’anniversario della morte di Eluana Englaro, alla quale fu rimosso il tubo di alimentazione.
 
«Allora i sostenitori di quella decisione» - aggiungono Brandi e Coghe - «mostrarono una falsa percezione del concetto di cura e di dignità della persona e insieme una fuorviante interpretazione di quello di idratazione. Oggi, con la proposta di legge sull’eutanasia a firma 5 stelle, e che vede come secondo firmatario il leghista Roberto Turri, si vuole riportare l’Italia a quella visione ideologica, spacciata per miglior bene, per di più spostando tutto il peso sul ruolo del medico. Inoltre questo progetto di legge è anche peggiore della decisione di uccidere Eluana, perché giustificherà l'uccisione di un numero indeterminato di persone, non solo per ritiro dei sostegni vitali ma anche mediante iniezioni letali o mezzi mortiferi di altro tipo».
 
Per i due presidenti «non esistono morti viventi e la tutela della vita è l’unico compito del medico ben sancito dal giuramento di Ippocrate, barbaramente rivisto a uso e consumo di chi nega dignità e valore al moribondo. Contro l'eutanasia e contro i suoi ‘mentori’ lotteremo a ogni costo e strenuamente».

Food Talk | Claudio Sadler: consigli da chef per gustare la fontina

Con l'aiuto del consorzio dop, raccontiamo il grande formaggio italiano. E con le indicazioni di una stella della cucina impariamo a usarlo al meglio.

Il vitalizio non è un diritto acquisito ma un privilegio che va meritato
Paolo Guzzanti (Imagoeconomica)
Garantire una rendita a chi si spende in politica lasciando il proprio lavoro è un principio giusto, voluto per consentire anche a chi non è ricco di candidarsi. Ma con l’aumento degli stipendi è sfuggito di mano.
Il guaio libico è una minaccia di nuovi sbarchi
Matteo Piantedosi (Ansa)
Dopo l’incidente diplomatico a Bengasi, Piantedosi nega di essere stato «respinto». E punta il dito contro un «eccesso di zelo di funzionari Ue». Mentre l’opposizione intravvede una manina russa dietro Haftar. Per Almasri arriva un ordine di comparizione.
Le Firme

Scopri La Verità

Registrati per leggere gratuitamente per 30 minuti i nostri contenuti.
Leggi gratis per 30 minuti
Nuove storie
Preferenze Privacy