2019-05-28
La Meloni esulta ma guarda avanti: «Noi pronti a governare con la Lega»
Il 6,45%, oltre 400.000 preferenze personali e 5 seggi a Bruxelles. Per l'ex ragazza della Garbatella è solo un punto di partenza: «Se l'esecutivo non sarà più in condizioni di proseguire, c'è un'altra maggioranza».«È un risultato straordinario, è il secondo miglior dato di crescita dopo Matteo Salvini, faccio i complimenti a lui. Siamo cresciuti del 50% rispetto alle politiche ed è tutt'altro che scontato. Ma è un punto di partenza. Noi vogliamo dare una casa a tutti gli italiani di centrodestra che non si riconoscono nella Lega. Cresceremo ancora di più». È più che soddisfatta la presidente di Fratelli d'Italia Giorgia Meloni quando nel suo comitato elettorale a Roma commenta i dati definitivi delle elezioni europee: 6,45%, oltre 400.000 preferenze personali e 5 seggi a Bruxelles (in caso di Brexit se ne potrebbe aggiungere un sesto). Ma la Meloni non si «ferma»: «È l'unico risultato che non era stato previsto. In realtà io lo avevo previsto ma evidentemente il nostro fiuto è maggiore di quello dei sondaggisti e gli italiani vanno oltre i tatticismi. Siamo cresciuti in maniera graduale e non con exploit come altri movimenti. Siamo attualmente il secondo partito in Veneto, Friuli e in tutto il Centro Italia. Le nostri tesi hanno funzionato molto bene nel Sud dove abbiamo alcune punte come il 10% in Calabria». La leader rivendica con orgoglio il successo di Fdi perché «figlio della nostra coerenza rispetto al progetto di centrodestra, mai fatto patti, abbiamo presentato provvedimenti previsti nel programma con cui ci eravamo presentati agli elettori per le politiche. Molte nostre proposte sono state bocciate ma confidiamo che con la forza rinnovata della Lega, ci sia maggiore attenzione sulle nostre proposte: taglio delle tasse, sostegno alle famiglie, investimenti pubblici, presidenzialismo».E non si dà limiti perché, come sostiene, Fdi (partito nato soltanto nel 2012 con la fiamma tricolore che fu del Msi e di An nel simbolo) è la dimostrazione che esiste una maggioranza alternativa, come hanno indicato gli italiani facendo crescere Lega e Fdi: «Poi spetterà a ciascuno degli attori in campo seguire queste indicazioni o no. Gli italiani hanno detto che non vogliono il M5s al governo, siamo pronti ad assumerci la nostra responsabilità» ha incalzato la Meloni dicendo «al presidente della Repubblica che se il governo non sarà più in condizioni di andare avanti c'è un'altra maggioranza, non c'è spazio per giochi di palazzo, l'unica alternativa sono le elezioni». Escludendo dunque un governo tecnico, nella maggioranza possibile Meloni ignora Silvio Berlusconi. «Io non ignoro Forza Italia ma una maggioranza alternativa a questo governo c'è con e senza di loro» anche se agli azzurri chiede di fare chiarezza soprattutto nel panorama europeo: «Non si possono prendere voti del centrodestra e poi puntare a costruire un'alleanza con Emmanuel Macron e Verdi all'Europarlamento». E ha poi spiegato che Fdi comunque «si distingue molto dalla Lega», prima di tutto per l'alleanza con i 5 stelle, ma «abbiamo un'alta compatibilità. Si può fare un governo che lavora sull'immigrazione e riduce le tasse». Non invita Salvini a staccare la spina ma a «decidere se ascoltare quello che hanno detto gli italiani con il voto per le Europee o no». Del resto «le proiezioni che sono state fatte dicono che con il 40% si ha una maggioranza agevole. Prevedo che nei prossimi mesi Fdi continui a crescere e quindi quella eventuale maggioranza sarà sempre più solida. Per Meloni, continuare con l'alleanza con i pentastellati rischia di far perdere parte del consenso acquisito dal Carroccio: «Molte cose che la Lega oggi vuole fare perché ha la maggioranza, se rimane con i M5s continuerà a non poterle fare. Questa è la ragione per la quale io penso che Salvini sarà portato a mollare il M5s e a fare qualcos'altro». Guarda avanti Meloni e non prende affatto in considerazione l'ipotesi di entrare in questo governo «coi 5 stelle non si può fare nulla. E comunque non vogliamo poltrone. Le prendiamo solo se, con il voto, gli italiani decidono che si vada al governo». Infine all'ex ragazza della Garbatella non è passato inosservato il risultato elettorale della Capitale amministrata dalla pentastellata Virginia Raggi: il M5s sprofonda, la Lega cresce e il Pd è il primo partito. «Roma è la nostra città, è la nostra constituency e quindi il dato lo considero assolutamente scontato. È evidente con queste percentuali Lega e Fdi sono in grado di vincere sia al Comune di Roma che alla Regione Lazio. Quindi sono altre due importanti scadenze che bisognerà mettere in campo. Vedremo che cosa vorrà fare e come andranno avanti i nostri rapporti con Fi anche se bisogna ricordare che se oggi il sindaco si chiama Virginia Raggi forse è anche perché qualcuno scelse di non sostenere la sottoscritta. In ogni caso c'è un altro mondo possibile anche per Roma e per il Lazio, che avrebbero davvero bisogno di un governo capace».Nel frattempo si preparano per rappresentare Fdi a Bruxelles Carlo Fidanza, eletto nel collegio Nord ovest, deputato in carica, già in Ue dal 2009 al 2014 con il Pdl; dal Nord est Sergio Berlato, ex parlamentare europeo con An; Nicola Procaccini, sindaco di Terracina in carica, eletto nel Centro; dal Sud, Raffaele Fitto, ex azzurro, e dalle isole Raffaele Stancanelli.