2018-11-27
La May nega l’asilo ad Asia Bibi ma accoglie le spose dei jihadisti
La premier teme che l'arrivo scateni le tensioni dei musulmani. Porte aperte però alle donne legate ai terroristi detenute in Siria.Il Regno Unito ha un problema con l'accoglienza. Sta per riabbracciare decine di spose dello Stato islamico che stanno facendo ritorno dalla Siria, dopo il crollo del Califfato per il quale si erano spese. Intanto, però il governo nega l'asilo ad Asia Bibi, la donna pachistana cristiana che era stata condannata a morte per blasfemia e poi assolta dalla Corte suprema il 31 ottobre scorso. Otto anni di carcere con l'accusa di avere insultato il profeta Maometto durante un litigio con i vicini di casa avvenuto nel 2009 e ora, a un mese dalla liberazione, mentre gli estremisti islamici mettono a ferro e fuoco il Paese contestando la decisione della Corte suprema, lei è ancora costretta a rimanere nascosta in Pakistan, nonostante diversi governi, l'ultimo quello australiano, le abbiamo offerto l'asilo.Il quotidiano britannico Mail ha rivelato gli scontri interni al governo di Londra: da una parte il ministro dell'Interno, Sajid Javid, figlio di un pachistano che ha trovato fortuna in Inghilterra guidando i pullman; dall'altro Theresa May, il primo ministro che in questi giorni cerca i voti alla Camera dei Comuni per mettere al sicuro l'accordo sulla Brexit dopo il via libera di domenica da parte del Consiglio europeo. Javid, racconta il Mail, ha fatto molte pressioni sul premier affinché concedesse l'asilo ad Asia Bibi, sulla quale pende anche una petizione contro la decisione della Corte suprema presentata dai fondamentalisti e accolta dal governo di Imran Khan, convinto di usare questa mossa per placare le proteste. Al fianco del numero uno dell'Interno, oltre a molti gruppi cristiani britannici, si era schierato anche il ministro degli Esteri Jeremy Hunt, pur rischiando in questo modo di mettere in pericolo i diplomatici britannici di stanza a Islamabad. Ma la May, in passato ministro dell'Interno che molto si adoperò nel contrasto al fondamentalismo, ha detto no, bloccando il piano di Javid perché temeva che accogliere la donna avrebbe alimentato le tensioni tra i musulmani del Regno Unito.Qamar Rafiq, un attivista per i diritti umani che aveva lanciato una campagna per l'accoglienza di Asia Bibi nel Regno Unito, si è detto deluso parlando con il Mail: «Non solo io, un sacco di cristiani sono delusi dal governo britannico. E anche molti nostri amici musulmani». E Joseph Nadim, un attivista cristiano e amico della donna in Pakistan, ha dichiarato che «se rimarrà qui ancora un po', verrà uccisa». Il ministro degli Esteri ha spiegato che «la principale preoccupazione del Regno Unito è per la sicurezza di Asia Bibi e della sua famiglia», sottolineando che molti Paesi si sono dati disponibili. Nessun commento, invece, dall'Interno, mentre l'ufficio del primo ministro May ha dichiarato che «la sicurezza di Asia Bibi è l'unica preoccupazione del premier».A chiedere che alla donna venisse concesso l'asilo nel Regno Unito erano stati un nutrito gruppo di deputati, tra cui l'ex ministro degli Esteri Boris Johnson, ma anche tre imam molto importanti nel Paese (Qari Asim, Mamadou Bocoum e Usama Hasan) che avevano promesso il loro impegno al ministro Javid. Tra i deputati, anche il conservatore Tom Tugendhat, presidente della commissione Esteri della Camera dei Comuni, che alcuni giorni fa ha chiesto a Sir Simon McDonald, il segretario permanente del ministero degli Esteri, se l'episodio non dimostra che il Regno Unito si stia facendo dettare la politica estera da un gruppo di estremisti islamici in Pakistan. Ma, alla luce delle ricostruzioni del Mail, la decisione di negare l'asilo nel Regno Unito ad Asia Bibi non è arrivata dal Foreign office, bensì direttamente dal numero 10 di Downing street, la residenza del primo ministro Theresa May.Il tutto accade mentre il Regno Unito sta per riaccogliere le spose dell'Isis e i loro figli detenuti nel Nord della Siria dalle milizie curde. Lo raccontava un mese fa, tre giorni prima della liberazione di Asia Bibi, il Times di Londra. Dopo la caduta del Califfato, molte donne dei jihadisti detenute in Siria stanno per fare ritorno nei territori della Corona. Al centro della rivelazione del quotidiano c'è una cellula tutta al femminile legata ad alcuni dei terroristi più noti, tra cui Mohammed Emwazi, noto come Jihadi John. Una delle donne ha raccontato ai parenti che almeno 80 donne e bambini inglesi stanno per fare ritorno nel Regno Unito e altri saranno a casa entro la fine dell'anno. Lei stessa ha spiegato alla famiglia di aver recentemente avuto indietro il suo passaporto britannico, che i funzionari britannici avevano rilasciato a suo figlio i documenti di viaggio e che si aspettava di dover fare il test del dna per dimostrare di essere la madre del bambino. Sarebbero almeno 900 i musulmani britannici, tra cui 150 donne, che si sono uniti ai jihadisti in Siria e Iraq in questi anni. Alcuni funzionari del governo hanno spiegato al Times che almeno 360 sono ancora nella regione e rappresentano una «preoccupazione per la sicurezza nazionale». Inoltre, le fonti della sicurezza citate dal quotidiano londinese non hanno smentito le cifre e hanno anzi confermato che molte donne sono già arrivate, pur rassicurando che i casi più pericolosi, in particolare gli uomini, non hanno fatto ritorno. Delle donne tornate finora, solo una, Tareena Shakil, di Birmingham, è stata condannata per reati di terrorismo.
Operazioni di soccorso dopo il crollo ai Fori Imperiali (Getty Images)