2020-05-13
La maxi sanatoria serve a demolire i decreti Sicurezza
Iv cerca voti a sinistra, ma la proroga dei permessi dei braccianti l'ha già fissata il Cura Italia fino al 31 agosto. M5s in fibrillazione.La sanatoria per gli immigrati irregolari che Matteo Renzi vuole inserire nel decreto Rilancio non è altro che uno smantellamento surrettizio dei decreti Sicurezza varati durante il periodo del governo Lega-M5s, e la tigna con la quale Italia viva sta tenendo fermo il provvedimento economico atteso da milioni di italiani, alle prese con la fame nera provocata dal lockdown, dipende solo e soltanto dal desiderio dell'ex Rottamatore, in crisi di consensi, di conquistare qualche votarello a sinistra. Non solo: dal 30 aprile scorso è entrata in vigore la legge di conversione del Cura Italia, che proroga fino al 31 agosto 2020 i permessi di soggiorno per lavoro autonomo e subordinato; per lavoro stagionale; per motivi familiari e per studenti. Non si comprende, quindi, l'utilità della proposta renziana, che sta mettendo a repentaglio la tenuta della maggioranza.«Domenica notte», ha scritto ieri su Twitter il vicesegretario del Pd, Andrea Orlando, «abbiamo concluso una riunione di maggioranza nella quale si sono sciolti tutti i nodi politici. La mattina dopo sono sorti dubbi, legittimi per carità, nel M5s. Chi è che tiene fermo il decreto?». La risposta è semplice: a bloccare il varo del decreto Rilancio è chi, all'interno del M5s, non vuole saperne di dare il via libera alla sanatoria. Parliamo dell'ala del Movimento che fa capo al ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, che non ci sta a dare l'ok a questo «liberi tutti» per 600.000 immigrati irregolari, mentre la corrente di sinistra dei grillini, capitanata dal presidente della Camera, Roberto Fico, è d'accordo con Renzi. Il ragionamento dei pentastellati contrari alla sanatoria è semplice: «Si vuole smantellare l'impianto dei decreti Sicurezza», spiegano alla Verità autorevoli fonti del M5s, «consentendo a tutti quelli che sono arrivati in Italia di poter accedere a un contratto di lavoro, anche per una settimana, che poi darà modo all'immigrato di andare dove gli pare per sei mesi. La legge attuale prevede che gli immigrati giunti in Italia, ad esempio, con i barconi, passano per l'hotspot, dove viene fatta la fotosegnalazione e vengono prese le impronte digitali, dopo di che vanno nelle strutture di prima accoglienza, in attesa di sapere se hanno diritto a restare nel nostro Paese. I tempi per accertare i requisiti sono lunghissimi, e infatti l'immigrato, in base al primo decreto Sicurezza, può restare nella struttura di prima accoglienza anche 180 giorni. Con la norma voluta da Renzi, basterebbe un contratto di lavoro di una settimana, e l'immigrato potrebbe uscire dalla struttura di prima accoglienza e andare a zonzo per l'Italia per sei mesi». Non solo: «In questo modo», aggiungono le nostre fonti, «si darebbe vita a un commercio di contratti di lavoro, anche di pochi giorni. Si concederebbe un titolo valido per restare in Italia a chiunque. Infine, lo scudo penale: è assolutamente indigeribile dare la possibilità al datore di lavoro di regolarizzare posizioni in nero di suoi dipendenti godendo di uno scudo penale e amministrativo. Si sanerebbe il caporalato, una assurdità».L'ipotesi della maxi sanatoria ha mandato su tutte le furie anche le organizzazioni di agricoltori e la Coldiretti. Mentre Germania, Francia, Inghilterra, Spagna, Danimarca, Finlandia e Norvegia hanno reclutato per lavorare nei campi cittadini rumeni, il ministro dell'Agricoltura Teresa Bellanova, pasdaran renziana della regolarizzazione, che aveva promesso incontri bilaterali con la Romania e la Polonia per stringere accordi, non ha fatto più nulla perché punta sulla sanatoria per gli immigrati. In particolare la Coldiretti insiste nel dire che non c'è bisogno di immigrati senza alcun tipo di esperienza nel settore, ma di manodopera esperta, e ora teme che i Paesi che possono contare sui rumeni sottraggano all'Italia preziose quote di mercato. Un vero e proprio pasticcio.Il premier Giuseppe Conte tenta di minimizzare la crisi politica che sta dilaniando la maggioranza: «Nella notte di domenica», recita una nota ufficiale di Palazzo Chigi, «le delegazioni delle forze di governo hanno raggiunto, alla presenza del presidente Conte, un accordo politico su vari temi e misure da inserire nel decreto in corso di formazione. Tra questi temi è stato ampiamente discusso anche quello della cosiddetta regolarizzazione dei migranti, su cui è stata raggiunta una sintesi politica rimettendo alla ministra dell'Interno, Luciana Lamorgese, il compito di tradurla sul piano tecnico-giuridico. Su questa sintesi politica e sulla sua traduzione normativa in queste ore il M5s si sta legittimamente interrogando, senza che questo stia provocando irritazione o malumore del presidente Conte. Questo vale ovviamente anche per le altre forze politiche».Quanto alla posizione del presidente, essa resta identica a quella già espressa nei giorni scorsi: regolarizzare per un periodo determinato immigrati che già lavorano sul nostro territorio», prosegue la nota, «significa spuntare le armi al caporalato, contrastare il lavoro nero, effettuare controlli sanitari e proteggere la loro e la nostra salute tanto più in questa fase di emergenza sanitaria». Nella serata di ieri, il Viminale ha annunciato un'intesa sul testo del decreto, parlando di «una sintesi tra le forze di maggioranza e il governo per rispondere alle esigenze di sicurezza, anche sanitaria, e alle pressanti richieste del mondo produttivo e delle famiglie italiane». Il contenuto dell'accordo, maturato domenica sera, doveva prevedere permessi di 6 mesi per immigrati già presenti in Italia e da impiegare come braccianti stagionali o come colf. Ma al netto degli annunci del Viminale, il muro innalzato dai grillini sembra tutt'altro che scalfito.