2022-07-31
Vaccini e green pass: ecco cosa pensa chi scriverà il programma di governo
Da sinistra, Giorgia Meloni, Silvio Berlusconi e Matteo Salvini (Ansa)
Alla vigilia del primo incontro abbiamo indagato idee, voti e dichiarazioni sulla gestione della pandemia dei delegati che per Fdi, Lega, Fi e centristi stileranno le linee della coalizione. Assieme a manovra ed economia, sarà il primo scoglio per chiunque vinca. Una cosa è vincere, un’altra cosa è governare: il centrodestra col vento in poppa nei sondaggi si ritrova domani, lunedì, per la prima riunione sul programma. Patti chiari, alleanza lunga: sarà bene per la coalizione formata da Fratelli d’Italia, Lega, Forza Italia e centristi mettere nero su bianco le proposte da sottoporre agli elettori, per evitare poi che fibrillazioni e spaccature nella (eventuale) maggioranza. Uno dei temi più scottanti è quello relativo al Covid: cosa farà il centrodestra nel malaugurato caso in cui la pandemia, in autunno, dovesse tornare a far paura? Ricordiamo che, in questi anni, le posizioni dei tre principali partiti della coalizione sono state diverse: Fratelli d’Italia all’opposizione, ha sempre contrastato i provvedimenti del governo giallorosso guidato da Giuseppe Conte e di quello guidato da Mario Draghi; la Lega, che ha fatto parte della maggioranza di Draghi, ha espresso posizioni critiche, fino allo strappo del febbraio scorso, quando il decreto che prevedeva tra l’altro che i bambini non vaccinati restassero in dad è stato approvato dal Consiglio dei ministri con il voto contrario dei ministri del Carroccio Massimo Garavaglia ed Erika Stefani e l’assenza di Giancarlo Giorgetti. Forza Italia si è caratterizzata per un atteggiamento più rigido. Domani, come dicevamo, si insedia il tavolo del centrodestra per il programma: ne fanno parte il senatore Giovanbattista Fazzolari e l’europarlamentare Raffaele Fitto per Fdi; il responsabile dei Dipartimenti Armando Siri e il capogruppo al Senato Massimiliano Romeo per la Lega; il responsabile dei Dipartimenti Alessandro Cattaneo e il vicepresidente della Camera Andrea Mandelli per Forza Italia; saranno presenti anche le delegazioni di Coraggio Italia, Udc e Noi per l’Italia. La Verità ha chiesto ai partecipanti al tavolo quali saranno le proposte relative al Covid, a partire da due temi caldi: obbligo vaccinale e super green pass. «Convincere per non costringere», è la formula vincente individuata da Romeo sui vaccini. «Come Lega», dice alla Verità il capogruppo del Carroccio a Palazzo Madama, «riconosciamo l’importanza che hanno avuto i vaccini, però dovessimo trovarci di fronte, e nessuno se lo augura, a una nuova ondata, il principio che noi portiamo avanti è questo. Abbiamo sempre sostenuto che il vaccino è stato indispensabile per proteggere dalla forma grave della malattia», aggiunge Romeo, «solo che anziché imporre obblighi siamo sempre stati dell’idea di convincere per non costringere. Sì a una grande campagna informativa, ma mai negare la libertà, soprattutto sul lavoro, come ha fatto Speranza, del quale non seguiremo di sicuro la linea massimalista. Sul green pass, vivere in una società sorvegliata non è l’idea che abbiamo noi: sì a misure per limitare il contagio e garantire la salute pubblica, ma senza arrivare agli eccessi di Speranza. Tra il modello inglese e il modello cinese», sintetizza Romeo, «guardiamo con più interesse a quello inglese. Non arriveremo alle follie di lockdown, restrizioni a go go e tutto quello che abbiamo visto. La bussola sarà il buon senso». Dalla Lega a Fdi, le posizioni sono estremamente simili. «Non c’è stata ancora la prima riunione», spiega Fazzolari alla Verità, «però tendenzialmente il centrodestra riuscirà a trovare una posizione che riporti al centro il tema della tutela della libertà e della privacy dei cittadini. Fratelli d’Italia ha sempre sostenuto che la pandemia non poteva giustificare il mettere in soffitta tutte le conquiste delle società libere e democratiche. Un altro tema che porremo al tavolo», aggiunge Fazzolari, «è quello di mettere sempre al centro la realtà scientifica. Abbiamo sempre detto che spesso le decisioni che venivano prese da Conte, Draghi e Speranza non erano supportate da basi scientifiche. Siamo per l’abolizione dell’obbligo vaccinale e della forma attuale del green pass, vessatorio e inutile». Fitto concorda in pieno con le affermazioni di Fazzolari. E Forza Italia? Andrea Mandelli, che è anche responsabile del Dipartimento sanità degli azzurri, ha detto pochi giorni fa alla Verità di essere «contrario a obblighi», mentre sul green pass, ha aggiunto, «ogni decisione è figlia di un momento, oggi il tema non è all’ordine del giorno». Abbiamo chiesto un commento a una fonte molto autorevole del partito di Silvio Berlusconi su misure come obbligo vaccinale e green pass: «Noi le rivendichiamo», ci risponde il nostro interlocutore, «perché grazie a quelle scelte abbiamo aperto il Paese. Ora l’emergenza non c’è, quindi è inutile parlare di strumenti che in questo momento non si usano». Per i centristi, recuperiamo qualche dichiarazione d’archivio. Il senatore Antonio Saccone, portavoce nazionale dell’Udc, ad esempio, lo scorso 20 dicembre sentenziò: «È giunto il momento di una scelta politica ed istituzionale importante: rendere obbligatorio il vaccino. Per tutti». Scommettiamo che i cespugli di centro si adegueranno alle decisioni dei partiti più grandi, naturalmente per senso di responsabilità: un collegio blindato val bene una retromarcia.
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Dopo l'apertura dei lavori affidata a Maurizio Belpietro, il clou del programma vedrà il direttore del quotidiano intervistare il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, chiamato a chiarire quali regole l’Italia intende adottare per affrontare i prossimi anni, tra il ruolo degli idrocarburi, il contributo del nucleare e la sostenibilità economica degli obiettivi ambientali. A seguire, il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, offrirà la prospettiva di un territorio chiave per la competitività del Paese.
La transizione non è più un percorso scontato: l’impasse europea sull’obiettivo di riduzione del 90% delle emissioni al 2040, le divisioni tra i Paesi membri, i costi elevati per le imprese e i nuovi equilibri geopolitici stanno mettendo in discussione strategie che fino a poco tempo fa sembravano intoccabili. Domande cruciali come «quale energia useremo?», «chi sosterrà gli investimenti?» e «che ruolo avranno gas e nucleare?» saranno al centro del dibattito.
Dopo l’apertura istituzionale, spazio alle testimonianze di aziende e manager. Nicola Cecconato, presidente di Ascopiave, dialogherà con Belpietro sulle opportunità di sviluppo del settore energetico italiano. Seguiranno gli interventi di Maria Rosaria Guarniere (Terna), Maria Cristina Papetti (Enel) e Riccardo Toto (Renexia), che porteranno la loro esperienza su reti, rinnovabili e nuova «frontiera blu» dell’offshore.
Non mancheranno case history di realtà produttive che stanno affrontando la sfida sul campo: Nicola Perizzolo (Barilla), Leonardo Meoli (Generali) e Marzia Ravanelli (Bf spa) racconteranno come coniugare sostenibilità ambientale e competitività. Infine, Maurizio Dallocchio, presidente di Generalfinance e docente alla Bocconi, analizzerà il ruolo decisivo della finanza in un percorso che richiede investimenti globali stimati in oltre 1.700 miliardi di dollari l’anno.
Un confronto a più voci, dunque, per capire se la transizione energetica potrà davvero essere la leva per un futuro più sostenibile senza sacrificare crescita e lavoro.
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