Brescia riparte più forte di prima, pronta a offrire un ventaglio di esperienze uniche e ad accogliere al meglio i turisti di tutte le età. Dalle montagne della Valle Camonica alle sponde del lago di Garda, tra sport acquatici e trekking tra le vigne, ce n'è per tutti i gusti.
Brescia riparte più forte di prima, pronta a offrire un ventaglio di esperienze uniche e ad accogliere al meglio i turisti di tutte le età. Dalle montagne della Valle Camonica alle sponde del lago di Garda, tra sport acquatici e trekking tra le vigne, ce n'è per tutti i gusti.Sono boschi, sentieri. Sono le spiagge nascoste tra le insenature dei laghi a restituire a Brescia quel che Gabriele D'Annunzio vi ha visto nel 1921, quando, sconfitto a Fiume, ha chiesto all'architetto Giancarlo Maroni di ripensare la Villa di Cargnacco. Una lenta e radicale trasformazione è seguita all'arrivo del Vate, che della vecchia dimora avrebbe fatto il Vittoriale degli italiani. L'eclettico complesso di edifici e giardini, di piccole piazze, viuzze e teatri all'aperto che avrebbe accompagnato il poeta verso l'ultimo tratto della propria vita è, oggi, uno dei tanti siti visitabili nella provincia bresciana.Brescia, Leonessa ferita, non si è fermata al coronavirus ma, nell'ambito di un'estate arrivata d'un tratto, alla fine del lockdown, ha valorizzato ogni sua sfumatura così da garantire ai turisti l'esperienza di un viaggio in sicurezza. «Il territorio bresciano è veramente tutto da scoprire ed è pronto ad accogliere al meglio i turisti» dice il presidente di Visit Brescia, Marco Polettini, «nell'arco di nemmeno 150 km, dalle montagne dell'alta Valle Camonica alle sponde del lago di Garda, offre un foltissimo e variegato ventaglio di opportunità e proposte di vacanza per tutti i gusti. Storia, arte e cultura da godere en plein air, ma anche sport acquatici, trekking tra le vigne, collina o sulle cime delle montagne, panorami mozzafiato, enogastronomia, alcuni dei borghi considerati tra i più belli d'Italia, laghi, montagne, ampie pianure da esplorare percorrendo i numerosi itinerari ciclo-turistici» . Si tratti di specchi d'acqua, della frescura dei boschi, ci si voglia imbarcare su sentieri impervi, scoprendo qua e là le tracce un po' dimenticate della Grande Guerra, Brescia offre le risposte alle mille, potenziali domande dei viaggiatori.Il fazzoletto di terra che dalla Valle Camonica si dirama fino ad abbracciare la Valle Sabbia e la Valle Trompia è il paradiso dei camminatori. A tratti, è difficile da affrontare. Il Sentiero dei Fiori, il cui nome potrebbe facilmente ingannare chi vi ci si imbatta, è riservato a esperti in materia di ferrata, e della scampagnata tra le margherite non ha alcunché. Le rocce a strapiombo sulla Val Sozzine e la conseguente salita a Cima Lago Scuro sono tanto belle quanto ardue. Agli escursionisti più determinati è data la possibilità di raggiungere la vetta in compagnia di una guida alpina, spezzando la scalata con una notte al rifugio Mandrone.Il rifugio è uno dei tanti di cui è disseminata la zona. Da Ponte di Legno, muovendo in direzione del Passo Gavia, si possono raggiungere il rifugio Valmalza, meta di riferimento per tutti gli amanti della cucina camuna, e il rifugio Bozzi, noto per gli interventi di restauro che, negli immediati dintorni, hanno interessato numerose costruzioni militari. La strada che porta al Passo Gavia, sito di escursioni che, poco impegnative, consentono sguardi panoramici su valli e animali, è apprezzata anche e soprattutto dai bambini. Di facile accesso, consente un ampio margine d'azione anche ai più impavidi ciclisti, che nel bresciano, con 500 chilometri di tracciato per mountain bike, hanno di che scegliere.Al fianco dei boschi alpini, della profondità della Valle Camonica e delle aree limitrofe, si estendono le colline, i vigneti della Valtènesi e della Franciacorta. Cinque sono gli itinerari eno-ciclo-turistici da percorrere in bici, sei le passeggiate da fare a piedi. Sulla strada, disegnata tra i comuni di Erbusco e Rovato, tra Rodengo, Salano e Ome, sorgono antichi borghi, le loro abbazie, i ristoranti tipici e le cantine. Brescia è terra di laghi, diversi tra loro per colori, peculiarità e panorami. Quello di Garda, con i suoi 370 chilometri quadrati di superficie, è il più ampio lago italiano: un piccolo mare incastonato tra le ultime propaggini delle Alpi e la pianura padana. Sulle sue rive, si nascondono le Grotte di Catullo, sito archeologico che custodisce il ricordo di una tra le più grandi ville romane dell'Italia settentrionale. Costruita nel I secolo a.C., faceva capo alla famiglia di Catullo, la cui fama ha preceduto di qualche millennio quella degli ospiti che, nel tempo, avrebbero affollato il Garda.A innamorarsi del lago, sulle cui sponde sorgono le Terme di Sirmione e Salò, è stato Goethe, poi Ezra Pound, mentre un secolo più tardi, nel 2016, Christo, celeberrimo artista bulgaro, ha perso la testa per un secondo lago bresciano. L'uomo, naturalizzato americano, ha lasciato il cuore nel lago d'Iseo, dove, di fronte a Monte Isola, la più grande isola lacustre dell'Europa centro-meridionale, ha fatto costruire l'arcinota passerella. L'attrazione, allora, ha richiamato a sé migliaia e migliaia di turisti. Che, oggi, possono spingersi oltre, scoprendo il lago d'Idro, il più alto tra i laghi prealpini lombardi. Situato a 368 metri sul livello del mare, rappresenta quest'anno la meta ideale per gli amanti della pace, del relax e degli sport estremi. «Oltre ai noti marchi che hanno reso la città e la sua provincia una metà dall'appeal internazionale, oggi l'impegno di Visit Brescia va anche in direzione di un turismo sempre più vocato alla valorizzazione dei piccoli centri, delle produzioni artigianali ed agroalimentari, delle esperienze che i turisti possono fare per conoscere e sperimentare in prima persona saperi e sapori tradizionali», spiega Polettini.All'aria aperta, non ci sono assembramenti né rischi di contagio. E la normalità dell'estate sembra poter essere ripristinata.
Zohran Mamdani (Ansa)
Le battaglie ideologiche fondamentali per spostare i voti alle elezioni. Green e woke usati per arruolare i giovani, che puntano a vivere le loro esistenze in vacanza nelle metropoli. Ma il sistema non può reggere.
Uno degli aspetti più evidenti dell’instaurazione dei due mondi sta nella polarizzazione elettorale tra le metropoli e le aree suburbane, tra quelle che in Italia si definiscono «città» e «provincia». Questa riflessione è ben chiara agli specialisti da anni, rappresenta un fattore determinante per impostare ogni campagna elettorale almeno negli ultimi vent’anni, ed è indice di una divisione sociale, culturale ed antropologica realmente decisiva.
Il fatto che a New York abbia vinto le elezioni per la carica di sindaco un musulmano nato in Uganda, di origini iraniane, marxista dichiarato, che qualche mese fa ha fatto comizi nei quali auspicava il «superamento della proprietà privata» e sosteneva che la violenza in sé non esista ma sia sempre un «costrutto sociale», così come il genere sessuale, ha aperto un dibattito interno alla Sinistra.
Jean-Eudes Gannat
L’attivista francese Jean-Eudes Gannat: «È bastato documentare lo scempio della mia città, con gli afghani che chiedono l’elemosina. La polizia mi ha trattenuto, mia moglie è stata interrogata. Dietro la denuncia ci sono i servizi sociali. Il procuratore? Odia la destra».
Jean-Eudes Gannat è un attivista e giornalista francese piuttosto noto in patria. Nei giorni scorsi è stato fermato dalla polizia e tenuto per 48 ore in custodia. E per aver fatto che cosa? Per aver pubblicato un video su TikTok in cui filmava alcuni immigrati fuori da un supermercato della sua città.
«Quello che mi è successo è piuttosto sorprendente, direi persino incredibile», ci racconta. «Martedì sera ho fatto un video in cui passavo davanti a un gruppo di migranti afghani che si trovano nella città dove sono cresciuto. Sono lì da alcuni anni, e ogni sera, vestiti in abiti tradizionali, stanno per strada a chiedere l’elemosina; non si capisce bene cosa facciano.
Emanuele Orsini (Ansa)
Dopo aver proposto di ridurre le sovvenzioni da 6,3 a 2,5 miliardi per Transizione 5.0., Viale dell’Astronomia lamenta la fine dei finanziamenti. Assolombarda: «Segnale deludente la comunicazione improvvisa».
Confindustria piange sui fondi che aveva chiesto lei di tagliare? La domanda sorge spontanea dopo l’ennesimo ribaltamento di fronte sul piano Transizione 5.0, la misura con dote iniziale da 6,3 miliardi di euro pensata per accompagnare le imprese nella doppia rivoluzione digitale ed energetica. Dopo mesi di lamentele sulla difficoltà di accesso allo strumento e sul rischio di scarse adesioni, lo strumento è riuscito nel più classico dei colpi di scena: i fondi sono finiti. E subito gli industriali, che fino a ieri lo giudicavano un fallimento, oggi denunciano «forte preoccupazione» e chiedono di «tutelare chi è rimasto in lista d’attesa».
Emmanuel Macron (Ansa)
L’intesa risponderebbe al bisogno europeo di terre rare sottraendoci dal giogo cinese.
Il tema è come rendere l’Ue un moltiplicatore di vantaggi per le nazioni partecipanti. Mettendo a lato la priorità della sicurezza, la seconda urgenza è spingere l’Ue a siglare accordi commerciali nel mondo come leva per l’export delle sue nazioni, in particolare per quelle che non riescono a ridurre la dipendenza dall’export stesso aumentando i consumi interni e con il problema di ridurre i costi di importazione di minerali critici, in particolare Italia e Germania. Tra i tanti negoziati in corso tra Ue e diverse nazioni del globo, quello con il Mercosur (Brasile, Argentina, Paraguay ed Uruguay) è tra i più maturi (dopo 20 anni circa di trattative) e ha raggiunto una bozza abbastanza strutturata.






