2021-02-11
Riccardo Molinari: «La Lega ha scombinato i loro piani. Perciò Pd e grillini fanno i capricci»
Il capogruppo del Carroccio a Montecitorio: «Dem e pentastellati ci vogliono “fuori"? Significa che snobbano le richieste di Sergio Mattarella. Credevano di sfruttare l'economista e creare un Conte ter per interposta persona»In modo esplicito oppure tra le righe, da parte di avversari politici (Beppe Grillo) o da parte di quotidiani, non si contano più i tentativi di creare un incidente, di far saltare i nervi alla Lega, di riproporre schemi volti a escludere il partito di Matteo Salvini. La Verità ne ha parlato con il capogruppo leghista alla Camera, Riccardo Molinari, per capire se si tratti di atti di forza o di debolezza da parte dei nemici della Lega.Onorevole Molinari, dice Beppe Grillo che voi dovreste star fuori…«Ho sentito anch'io… So che ci sono diverse interpretazioni delle sue parole. Per qualcuno, intendeva “fuori dal superministero" di cui parla il M5s; per qualcun altro, intendeva proprio “fuori dalla maggioranza". In entrambi i casi, non commento e non rispondo…».Quindi, com'è questa storia? Sono veti asimmetrici: voi non li ponete agli altri, ma gli altri li pongono a voi.«La differenza tra noi e il Pd, e tra noi e i grillini, è che noi abbiamo risposto alla chiamata del presidente Sergio Mattarella senza porre alcun veto o condizione. Siamo il primo partito, e non riteniamo di chiamarci fuori da una situazione straordinaria. Se invece altri fanno omaggio solo formale alle parole di Mattarella ma poi, in concreto, le interpretano, per così dire, à la carte, cioè scegliendo solo quel che a loro fa comodo, sbagliano loro…».Può essere che Grillo stia solo cercando di traghettare verso il sì a Draghi le anime sofferenti dei 5 stelle, e che per farlo scalci voi?«Ah certo, i 5 stelle sono un movimento in totale subbuglio. Ci sono quelli che voterebbero pure un governo guidato da Pol Pot pur di rimanere in Parlamento; ci sono altri più di sinistra che vorrebbero lo schema Ursula; e poi ci sono i dissidenti totali».Come nella Settimana Enigmistica, uniamo i puntini. C'è qualcuno che vi vuole fuori? C'è un tentativo di riproporre una conventio ad excludendum verso di voi, ad esempio attraverso la resurrezione del modello Ursula? «La realtà è che la vecchia maggioranza aveva in mente un gioco: utilizzare Mario Draghi come prosecuzione del Conte bis, una specie di Conte ter per interposta persona. Sperano ancora in un nostro fallo di reazione, per arrivare al modello Ursula: centrosinistra più un solo pezzo del centrodestra, cioè Fi. Ma questo contrasta con il mandato che il Quirinale ha conferito a Draghi. Se l'obiettivo del Colle fosse stato quello, non avrebbe certamente incaricato Draghi».Ma voi siete favorevoli al ministero chiesto da Grillo?«Ci rimettiamo alle valutazioni di Draghi. Già oggi il ministero dell'Ambiente esercita una ripercussione sullo sviluppo, spesso in negativo a causa di una concezione militante e integralista dell'ambientalismo. Il punto, al di là degli accorpamenti o no, è in che direzione si va: noi con Draghi abbiamo parlato di meno burocrazia e più investimenti, questo è il punto».Ieri mattina Repubblica ha attribuito a Mario Draghi, e lo ha fatto usando l'argomento come una clava contro la Lega, nientemeno che il tema dei «diritti umani». Quindi nelle 14 Regioni governate dalla Lega c'è un problema di diritti umani? (Sorride) «No, immagino si riferissero al tema immigrazione. Su questo noi siamo stati chiari: avete abolito i decreti Salvini? E allora sappiate che c'è comunque un quadro europeo. Dentro quel quadro, e in base a quelle norme, la Francia respinge a Ventimiglia, la Germania ci rimanda indietro alcuni migranti, la Spagna adotta a volte una linea molto dura. Il tema delle frontiere esterne resta».Per non dire della questione «europeismo» presentata come se fosse un atto di fede, un dogma, un corpo contundente…«Adesso tutti dicono che l'austerità europea non va bene, però l'hanno applaudita per dieci anni quando noi eravamo soli a criticarne la logica. La realtà è che ,come per anni hanno usato Silvio Berlusconi come spauracchio per compattare sé stessi, ora vorrebbero fare la stessa cosa verso Matteo Salvini». Lei rilancia l'ipotesi che anche Salvini sia nell'esecutivo?«Non parlo di ministri e ministeri. Vediamo intanto se e quando nascerà il governo».Com'è andato l'incontro di ieri tra Berlusconi e Salvini? «Hanno confermato la condivisione sul fatto che le nostre due forze abbiano un rapporto saldo in questa vicenda. Lo ripeto: la sinistra immaginava di mantenere la stessa maggioranza e di aggiungere solo Fi, per poter essere dominante. Ora le cose sono radicalmente cambiate. Di qui il loro nervosismo».Come vanno i rapporti con Giorgia Meloni? È possibile gestire questa significativa divaricazione tattica senza che ci sia una deriva reciprocamente aggressiva tra i vostri partiti? «Spero proprio di sì. Io non ho condiviso il suo metodo, quello di dire aprioristicamente che sarebbe restata fuori. Se ci fossimo mossi tutti insieme, avremmo avuto ancora maggiore peso contrattuale. Ma, guardando al futuro, e considerando che il governo non si occuperà di legge elettorale, e dunque resterà un forte ancoraggio maggioritario, non ho dubbi sul fatto che in futuro resterà l'esigenza di una sintesi unitaria per il centrodestra».