2023-12-11
La Lega fa slittare il Mes. Sminato il ricatto Ue
Riccardo Molinari e Massimiliano Romeo (Ansa)
Riccardo Molinari annuncia che il 14 non si discuterà del via libera al fondo e il ministro Raffaele Fitto chiarisce: vediamo cosa succede al Consiglio. Si attendono gli incontri prenatalizi sulle regole di bilancio. Sminato il ricatto Ue. Ma Paolo Barelli (Fi): sì alla ratifica se serve per altro.Sui conti pubblici bisogna andare per ordine e il Mes in questo momento non è una priorità. Lo stop arriva dalla Lega con il capogruppo alla Camera Riccardo Molinari che rispondendo ai microfoni di Radio 24 annuncia: «Il patto di Stabilità è lontano da essere concluso, e anzi vi do una notizia: penso proprio che il 14 dicembre non discuteremo di Mes. Il ministro dell’Economia e delle Finanze Giancarlo Giorgetti ha fatto giustamente presente che è in calendario ma esistono provvedimenti che vengono prima». L’ordine di priorità è oggettivo, questa settimana bisogna occuparsi della conversione in legge del decreto fiscale, poi ci sarà il dl anticipi e ancora la manovra da chiudere come sempre entro la fine dell’anno. Sono molti quindi i provvedimenti che hanno la priorità sul Mes, la cui discussione verrà rinviata sicuramente almeno alla prossima settimana, ma verosimilmente a data da destinarsi. Il rinvio oltre che dettato dalla necessità, serve soprattutto a invertire la leva della trattativa sul Patto di stabilità. Un nuovo fiscal compact andrà discusso proprio in quei giorni a Bruxelles in occasione del Consiglio europeo giovedì e venerdì dove è attesa proprio il presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Mentre la partita decisiva dovrebbe giocarsi in un Ecofin straordinario tra il 18 e il 21 dicembre. Rinviare il dibattito sul Mes è utile a ribaltare il pressing di Bruxelles che utilizza il tema della mancata ratifica del Fondo salva stati per inasprire le regole sui bilanci statali dell’Unione europea. Identica la posizione dal ministro per gli affari europei, le politiche di coesione e il Pnrr Raffaele Fitto espressa durante la puntata di In mezz’ora su Rai 3: «Sul Mes vediamo, è un pezzo di un ragionamento più ampio, andrei per ordine, vediamo in questo Consiglio Ue cosa esce, ma non può essere visto in modo autonomo. Il Consiglio Ue deve affrontare le modifiche del bilancio Ue e altri dossier rilevantissimi, poi abbiamo la trattativa sul patto di Stabilità, le cose vanno raccordate e non possono andare separatamente. Pensare che ci sia una discussione a parte che non tenga conto di queste due cose non ci convince».Certo, questa posizione ribalta quanto detto dal ministro Giorgetti appena pochi giorni fa in audizione alle commissioni bilancio congiunte di Camera e Senato, quando, incalzato dal deputato Luigi Marattin che lo invitava ad aderire al Mes rispondeva che dovrà decidere il Parlamento. Concetto ribadito ancora a margine del Consiglio Ue: «Il Mes non è nelle mie mani, è nelle mani dell’organo supremo, deciderà la Camera dei deputati il 14 dicembre». Un gioco delle parti probabilmente, ma certamente funzionale allo scopo finale. Ora c’è da capire se la maggioranza si spaccherà o meno una volta che arriverà il momento di decidere sul fondo salva Stati. Molinari risponde: «Salvini è stato molto chiaro: aspetteremo di capire quali saranno le indicazioni della Meloni in merito. Lei ha sempre parlato di logica di pacchetto, quindi dell’eventualità di discutere del Mes una volta chiuso l’accordo sul patto di Stabilità. Vedremo quali saranno le indicazioni del presidente del Consiglio e poi faremo le nostre valutazioni». Ma se la Lega è storicamente per un no, diversa è la posizione di Forza Italia. Il segretario e vicepremier Antonio Tajani ha spiegato che bisogna ragionare «in maniera complessiva» su Patto e Mes. Sulla ratifica, spiega, «non sono contrario, va bene ratificarlo, ma sul piatto bisogna mettere anche altre cose». Ovvero l’unione bancaria e l’armonizzazione fiscale. Che hanno però tempi più lunghi: «Certo, ma non vorrei passassero in cavalleria. Io sono europeista e, parlando da segretario di Forza Italia, dico che è giusta la ratifica, ma credo che al meccanismo salva Stati serva un sistema di controllo». Posizione ribadita dal capogruppo azzurro alla Camera Paolo Barelli: «Il Mes può essere approvato se utile ad ottenere la deroga al patto di Stabilità come l’Italia vuole. Previo un ulteriore passaggio del Parlamento in caso di reale utilizzo». «Che Forza Italia sia favorevole lo sappiamo, visto che fa parte del Ppe. Secondo la Lega invece il Mes è ormai uno strumento superato». Il commento di Molinari alle parole del leader di Forza Italia. Tra le opposizioni è Italia Viva, che ha chiesto la calendarizzazione del fondo salva Stati in Parlamento, a portare avanti la bandiera del Mes. «Giorgia Meloni continua a giocare a nascondino, la sua maggioranza, come al solito, si divide» dice Davide Faraone, capogruppo di Italia Viva alla Camera. Conciliante il giudizio di Osvaldo Napoli di Azione: «Il governo italiano non è contrario alla ratifica del Mes da parte del Parlamento. Tutt’altro: utilizza il rinvio della ratifica per acquistare ulteriore flessibilità nel rapporto deficit-Pil». Non tutti sembrano avere le idee chiare. È sembrato sperduto il senatore a vita Mario Monti nell’editoriale firmato sulle colonne del Corriere della Sera dove ieri si leggeva di un’Europa ferma al passato. L’ex premier infatti non pensa che il nuovo Patto, per come si sta delineando, sia all’altezza delle grandi sfide che l’Ue deve affrontare. Perché, come scrive, se «il Patto del 1997 rifletteva l’egemonia della Germania, àncora di stabilità e capace di orientare al lungo periodo l’integrazione europea. [...] Il nuovo Patto risente dell’influenza della Germania, tuttora forte, ma che da qualche tempo si è appannata». Insomma Monti sente chiaramente la mancanza di un’Angela Merkel che gli indichi la via.
Margherita Agnelli (Ansa)
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