2022-02-21
La Harris butta benzina sul fuoco: «Reale rischio di guerra in Europa»
Secondo l’intelligence Usa, i generali russi avrebbero ricevuto l’ordine di attaccare l’Ucraina. Emmanuel Macron chiama Vladimir Putin per organizzare un summit e scavalcare Mario Draghi. Il Cremlino: «Nessun piano di invasione».Proseguono le turbolenze nel Donbass. Secondo il ministero della Difesa ucraino, nelle prime undici ore di ieri «sono stati osservati 20 episodi di violazione del cessate il fuoco da parte delle forze di occupazione russe, inclusi 18 incidenti in cui le forze di occupazione russe hanno utilizzato armi vietate dagli Accordi di Minsk». Nel frattempo, non si sono arrestati i flussi di profughi diretti in Russia dalle autoproclamate repubbliche di Donetsk e Lugansk: flussi che, secondo le autorità russe, coinvolgerebbero fino a 40.000 persone e che si sarebbero prevalentemente concentrati nella regione di Rostov. Ulteriori preoccupazioni sono arrivate dalla Bielorussia, dove sono state prolungate le esercitazioni militari congiunte tra Mosca e Minsk che avrebbero in realtà dovuto concludersi ieri. Secondo l’intelligence americana, la Russia avrebbe inoltre al momento il 75% delle sue forze convenzionali schierate contro l’Ucraina. La fibrillazione prosegue anche sul versante diplomatico. Ricordiamo che il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, ha chiesto il cessato il fuoco nel Donbsss e ha criticato il fronte occidentale, accusandolo di essersi rivelato troppo blando ed esortandolo a rendere note sin da subito le sanzioni antirusse. Una posizione, questa, su cui è intervenuta ieri la vicepresidente statunitense Kamala Harris. «Riconosciamo la posizione in cui si trova [Zelensky]: il suo Paese è virtualmente circondato dalle truppe russe», ha detto. Tuttavia, almeno per il momento, la numero due della Casa Bianca ha evitato di prendere impegni in riferimento alle richieste del leader ucraino.«A seconda di ciò che accadrà nei prossimi giorni, valuteremo nuovamente la necessità dell’Ucraina e la nostra capacità di supportarla», ha precisato. In tal senso, la Harris ha preferito fondamentalmente glissare sulla questione di un eventuale ingresso di Kiev nella Nato, mentre ha respinto le richieste di Zelensky su una politica più energica in materia di sanzioni. «Lo scopo delle sanzioni è sempre stato e continua a essere deterrente», ha affermato, incassando su questo punto anche l’appoggio del portavoce del Pentagono, John Kirby, secondo cui «se punisci qualcuno per qualcosa che non ha ancora fatto, allora potrebbe anche andare avanti e farlo». La Harris ha inoltre sottolineato i rischi che un’escalation può comportare. «Stiamo parlando della possibilità di guerra in Europa. Voglio dire, prendiamoci davvero un momento per capire il significato di ciò di cui stiamo parlando», ha ammonito.Non è del resto la prima volta che si registrano dissidi tra Kiev e l’amministrazione Biden. Nelle scorse settimane, il presidente ucraino aveva infatti criticato la Casa Bianca per aver reso pubbliche informazioni di intelligence sull’eventuale invasione russa: una mossa che, secondo Zelensky, ha finito con lo scatenare il panico, danneggiando l’economia ucraina. Kiev inoltre non ha mai gradito troppo la revoca delle sanzioni al gasdotto Nord stream 2, decisa a maggio dall’attuale presidente statunitense. D’altronde, se Mosca è ancora oggi a un passo dall’invasione, evidentemente la strategia di deterrenza adottata da Biden non è così efficace, visto che è da dicembre che il presidente americano minaccia pesanti sanzioni alla Russia.In tutto questo, durante una telefonata con Emmanuel Macron, Vladimir Putin ha accusato ieri il governo ucraino di fomentare l’escalation. Secondo una nota dell’Eliseo, i due leader avrebbero comunque concordato di tenere al più presto una riunione del gruppo di contatto trilaterale per arrivare a un cessate il fuoco in Ucraina orientale. Sempre ieri, Macron ha sentito al telefono anche Zelensky, mentre l’Eliseo ha fatto sapere di essere al lavoro per organizzare un vertice che, coinvolgendo anche Russia e Ucraina, punti a creare un «nuovo ordine di pace e sicurezza in Europa». Un auspicio, questo, piuttosto ardito. Non è infatti chiaro se tale iniziativa veda concordi gli americani. E non è neppure escludibile che possa essere letta come un tentativo di rubare la scena a Mario Draghi, che si recherà in settimana a Mosca e che ha auspicato da giorni di poter favorire un incontro tra Putin e Zelensky. Il grosso rischio è che i velleitarismi di Macron contribuiscano a indebolire ulteriormente le relazioni transatlantiche. Tutto questo, mentre è prevista per oggi una telefonata tra il ministro degli Esteri francese, Jean-Yves Le Drian, e l’omologo russo, Sergej Lavrov. Sempre Lavrov dovrebbe incontrare a giorni il segretario di Stato americano, Tony Blinken, il quale ha tra l’altro aperto alla possibilità di un summit tra Biden e Putin. Un Blinken che, sempre ieri, è tornato comunque a sostenere che un’invasione russa risulterebbe al momento fortemente probabile. Preoccupazioni in tal senso sono state espresse anche da Boris Johnson. «Ho paura di dire che il piano che stiamo vedendo è per qualcosa che potrebbe davvero essere la più grande guerra in Europa dal 1945», ha detto il premier britannico.