2020-10-01
«La guerra in Nagorno Karabakh non è una disputa territoriale tra Armenia e Azerbaigian»
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Tsovinar Hambardzumyan, ambasciatrice armena in italia: «I turchi combattono al fianco degli azeri. La Turchia, degno erede dell'Impero Ottomano che un secolo fa ha fatto di tutto per annientare il popolo armeno nella sua patria storica, continua la sua politica genocida».Tsovinar Hambardzumyan ambasciatrice straordinaria e plenipotenziaria della Repubblica d'Armenia in Italia, commenta con la Verità il conflitto di questi giorni tra Armenia e Azerbaijan. A distanza di quattro giorni dall'inizio dei combattimenti qual è la situazione attuale in Nagorno Karabakh? «Dal 27 settembre sono in corso attacchi aerei, missilistici e terrestri su larga scala dell'Azerbaigian lungo l'intera linea di contatto con l'Artsakh (Nagorno-Karabakh). Gli insediamenti in 50 villaggi e città, tra cui la capitale dell'Artsakh, la città di Stepanakert e le infrastrutture civili, sono stati specificamente presi di mira, provocando vittime tra la popolazione civile. L'Azerbaigian sta espandendo la geografia delle ostilità al territorio della Repubblica di Armenia, con l'uso di artiglieria e forze aeree, bombardamenti di villaggi e insediamenti della regione, nonché nella stessa città di Vardenis provocando la morte di molti civili. Il 29 settembre un caccia F-16 turco ha preso di mira il jet Su-25 dell'aeronautica armena. E' successo nello spazio aereo dell'Armenia. Lo ha abbattuto, portando così l'attuale escalation a un nuovo livello». La popolazione armena come sta vivendo questa guerra? «Come riportato dall'ufficio del difensore dei diritti umani, gravi vittime e danni sono causati alla pacifica popolazione del Nagorno Karabakh (Artsakh). Scuole, case e civili vengono bombardati. Il popolo armeno è pacifico ma fornirà una risposta proporzionata all'aggressore, e questa forte determinazione degli armeni non ha alternative, poiché incarna la volontà incrollabile del popolo armeno di vivere nella loro patria storica». Il conflitto tra Armenia e Azerbaijan sta diventando terreno di scontro anche a livello geopolitico? Come valuta le scelte del premier turco Erdogan? «La situazione sul campo indica chiaramente che il popolo dell'Artsakh sta combattendo contro l'alleanza turco-azera. Gli esperti militari turchi stanno combattendo fianco a fianco con l'Azerbaigian, che sta usando armi di fabbricazione turca, compresi Uav e aerei da guerra. Mercenari dalla Siria vengono trasferiti in Azerbaigian per prendere parte alle ostilità contro l'Armenia. La Turchia, degno erede dell'Impero Ottomano che un secolo fa ha fatto di tutto per annientare il popolo armeno nella sua patria storica, continua la sua politica genocida. Questo processo dovrebbe essere visto come parte delle più ampie politiche regionali destabilizzanti e provocatorie della Turchia». Il primo ministro armeno Nikol Pashinyan ha detto che sta valutando l'ipotesi di riconoscere l'indipendenza al Nagorno Karabakh, questo cosa comporterebbe? «Vorrei sottolineare che è molto importante capire di cosa tratta il conflitto nel Nagorno-Karabakh. Non è una disputa territoriale tra Armenia e Azerbaigian. La questione riguarda il diritto all'autodeterminazione del popolo del Nagorno-Karabakh. Quando iniziò il crollo dell'Unione Sovietica, gli armeni del Karabakh decisero di esercitare il loro diritto all'autodeterminazione: proprio come l'Azerbaigian si separò dall'Unione Sovietica, allo stesso modo il Nagorno-Karabakh si separò dall'Azerbaigian. L'Azerbaigian fin dall'inizio ha risposto a questo processo con violenza, pogrom e uccisioni. Questo popolo è stato costretto a difendersi dall'annientamento. Oggi il Nagorno-Karabakh o Artsakh è un paese de facto indipendente con tutti gli attributi di statualità: territorio, persone e governo. L'Armenia è garante della sicurezza di 150.000 nostri connazionali, che vivono storicamente nelle loro terra. Tuttavia, l'Armenia si è finora astenuta dal riconoscere l'indipendenza dell'Artsakh, per non predeterminare l'esito dei negoziati in corso nel quadro della co-presidenza del Gruppo Osce di Minsk. Data la minaccia per la popolazione del Nagorno-Karabakh proveniente dall'Azerbaigian, stiamo discutendo la nostra potenziale risposta adeguata ai nuovi sviluppi». Qual è il ruolo della Russia nel conflitto? Si è proposta di avviare colloqui con armeni e azeri «Fin dal primo giorno siamo stati in stretto contatto con i con i presidenti del gruppo di Minsk dell'Osce, Russia, Francia e Stati Uniti per la riduzione dell'escalation militare. Sono avvenute conversazioni telefoniche tra il primo ministro Nikol Pashinyan e il presidente Putin, nonché tra i ministri degli esteri di Armenia e Russia. La parte russa ha espresso grave preoccupazione per gli scontri armati su larga scala e le parti hanno discusso le possibilità di allentamento del conflitto e di fermare le ostilità». E quello della Francia? Macron ha giudicato pericolose le dichiarazioni di Erdogan «Macron ha espresso la sua grave preoccupazione per le dichiarazioni bellicose turche nelle ultime ore, che sostanzialmente tolgono qualunque freno a una riconquista del Karabakh settentrionale da parte dell'Azerbaijan. Ha aggiunto che è spericolato e pericoloso e la Francia non lo accetterà». L'Azerbaijan sostiene che l'Italia sostenga la causa azera? E' davvero così? «Mi asterrò dal commentare ogni menzogna dell'Azerbaigian. La posizione dell'Italia è equilibrata. Il governo italiano è ben consapevole che la situazione nella nostra regione è molto sensibile, e ci auguriamo che l'Italia, che ha interessi economici e nella regione, continui a sostenere nelle sue dichiarazioni e azioni la soluzione pacifica del conflitto del Nagorno-Karabakh, per evitare conseguenze imprevedibili».
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