2023-12-16
La Germania si avvicina all’Italia sulle nuove regole per gli imballaggi
Gilberto Pichetto Fratin (Ansa)
Contrordine: possibile alleanza per fermare il testo spagnolo con divieto di bioplastiche.La Germania si starebbe avvicinando alla posizione italiana per quanto riguarda il regolamento Ue sugli imballaggi. Ieri si è tenuta infatti la riunione tecnica del Consiglio Ue al Coreper, il Comitato dei rappresentanti permanenti. L’incontro è stato organizzato in vista della riunione politica del Consiglio ambiente, il 18 dicembre, quando si dovrà concordare una proposta da portare come mandato negoziale per avviare i triloghi con il Parlamento europeo.In particolare, ieri è stata discussa l’ultima bozza di compromesso della presidenza spagnola, una versione tra le diverse presentate da Madrid che penalizzerebbe l’Italia e la sua tradizionale propensione al riciclo e non al riuso, come vorrebbero le nascenti norme Ue. A destare preoccupazione per il nostro Paese è il divieto di utilizzare la plastica (bioplastiche incluse) per prodotti ortofrutticoli e per la ristorazione. Un problema rilevante perché si tratta di prodotti i cui imballaggi vengono spesso riciclati (e non riutilizzati) e dove il nostro Paese può vantare un virtuosismo sopra la media Ue con percentuali di riciclo oltre il 70%. Sarebbe necessario, insomma, riconvertire tutta la filiera del riciclo con impatti economici devastanti per gli imprenditori che hanno investito in questo comparto per il settore alimentare e che ora potrebbero vedere vietati i loro prodotti sul mercato. Senza considerare che, da un punto di vista igienico, il riuso potrebbe presentare problemi di preservazione e conservazione importanti.Per questo l’Italia si è opposta e ora la Germania si starebbe schierando con il Belpaese per scongiurare il divieto di uso della plastica, dopo che la Spagna aveva già presentato bozze ancora più stringenti che vietavano anche l’uso di carta e cartone. Proprio su questi due ultimi tipi di imballaggi l’Italia si era schierata con i Paesi scandinavi che vantano una industria della carta fiorente e che avrebbero perso una grande quantità di denaro nel caso fosse stato posto un divieto all’uso della cellulosa negli imballaggi. Ieri, però, si è discussa una bozza di compromesso che limita l’uso della plastica, ma che trova diversi Paesi contrari. Con ogni probabilità, la discussione di ieri, di natura più tecnica, servirà ai ministri dell’ambiente Ue nella riunione del 18 dicembre che, però, sarà esclusivamente politica. Serve, insomma, che l’Italia si muova a livello politico portando dalla sua parte il maggior numero di Paesi membri e, in questo senso, il peso della Germania potrebbe spostare non poco l’ago della bilancia.Proprio sul tema, ieri, è intervenuto, nel corso della conferenza nazionale dell’industria del riciclo che si è tenuta nella Sala Buzzati del Corriere della Sera a Milano, il ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin. «Il riciclo in Italia è strategico non solo per clima e ambiente, ma anche per l’economia e per la società», ha detto, «perché consente di creare nuovi posti di lavoro. Potrebbe avere un ruolo chiave per renderci indipendenti dagli altri Paesi, per litio, cobalto e altri materiali oggi fondamentali che abbiamo difficoltà a reperire».Insomma, il problema del regolamento Ue sugli imballaggi è noto. L’Italia è campione di riciclo e non intende perdere la sua leadership a favore del riuso. Serve un mix tra i due sistemi. Basta ricordare che lo Stivale spicca in Europa «con 10,5 megatonnellate avviate a riciclo e un tasso pari al 72%, nel 2022 ha superato il target europeo del 65% al 2025 e, con otto anni di anticipo, quello al 2030 del 70%. Siamo i principali riciclatori di rottami in Europa, con buone performance in numerosi ambiti, dal legno e dalla carta agli oli minerali e ai solventi», ha detto sempre ieri Edo Ronchi, presidente della Fondazione per lo sviluppo sostenibile, presentando il rapporto 2023 Il Riciclo in Italia.
Era il più veloce di tutti gli altri aeroplani ma anche il più brutto. Il suo segreto? Che era esso stesso un segreto. E lo rimase fino agli anni Settanta