2023-03-21
La Francia decide anche dove produrre le macchine Fiat: la 500 va in Algeria
Il lavoro a basso costo si sposta dalla Polonia all’Africa. Nel sito Stellantis assemblate pure Doblò e Tipo. L’Italia perde potere.Il gruppo Fiat alla conquista dell’Africa. Che se vogliamo, a primo acchito non è una brutta notizia. Dopo un lungo periodo di assenza, infatti, il marchio italiano, che ha fatto in tempo a diventare prima Fca e oggi Stellantis, tornerà a produrre e a vendere i suoi modelli in Algeria. Lo stabilimento sorgerà a Tafraoui, città della provincia di Oranom e si occuperà di realizzare modelli Fiat per il mercato interno. Tra qualche mese, alla fine del 2023, avremo la prima Fiat 500 e a regime è prevista la produzione di 90.000 auto ogni anno e l’occupazione di 2.000 persone. Il progetto di investimento da più di 200 milioni punta sullo sbarco di sei modelli nelle concessionarie algerine: si parte da Fiat 500 Hybrid, Fiat 500X, Fiat Tipo e si arriva ai veicoli commerciali Doblò, Scudo e Ducato. E prevede la nascita una rete capillare di vendita e post-vendita che dovrebbe coprire 28 regioni amministrative della nazione nord africana e aiutare il gruppo a raggiungere il risultato di un milione di auto vendute nella regione nel Middle east e in Africa.«La 500 Hybrid sarà la prima Fiat a essere costruita in Algeria, seguita rapidamente dal Doblò e, tra qualche anno, sarà la volta di un nuovissimo modello. Ma già oggi stiamo aprendo gli ordini per la 500 Hybrid, la Tipo e la 500X», spiega Olivier François Ceo di Fiat. Fin qui numeri e dettagli e anche la strategia è chiara. «L’automotive in generale sta spostando verso i Paesi del Nord Africa le produzioni a minor valor aggiunto... vedrà che questo non sarà l’ultimo accordo con un Paese africano», spiega Gianluca Ficco,responsabile del settore auto per i metalmeccanici della Uil. Insomma, il testimone sta passando da Polonia e Romania ad Algeria e Marocco. «Il problema per l’Italia ma non solo riguarda il fenomeno del reshoring. Ecco se noi pensavamo che determinate produzioni sarebbero tornate o sarebbero state spostate dove ci faceva più comodo, ora stiamo iniziando a capire che non sarà così. La lotta per le produzioni a basso costo continuerà ad esistere e con quella dovremo continuare a fare i conti. Noi sappiamo che l’Italia è uno dei tre pilastri di una grande multinazionale, ma siamo altrettanto consapevoli che il centro nevralgico di Stellantis è in Francia e dal canto nostro non possiamo che fare il possibile perché la parte italiana resti importante». Tanto per chiarire. Solo la 500 X è prodotta a Melfi e quindi si può lamentare una scelta che penalizza l’Italia. Ma già adesso la 500 Hybrid è assemblata in Polonia, mentre il Doblò e la Tipo sono realizzati in Turchia, quindi l’impatto diretto della campagna d’Africa sui siti italiani è limitato. Ma c’è un però. Il fatto che la conquista d’Africa inizi spostando la produzione dei marchi Fiat nell’ex colonia transalpina è l’ulteriore dimostrazione che la testa e quindi la convenienza di qualsiasi decisione targata Stellantis parta dalla Francia.Nessuna novità, ma la conferma di un dato di fatto che si aggiunge a tanti altri. Basti vedere quello che succede a Termoli. Il sito dove era stata annunciata in pompa magna la nascita della Gigafactory (la produzione di batterie per l’auto elettrica) che avrebbe dovrebbe rappresentare il passaggio plastico dal vecchio al nuovo mondo dell’auto. Ecco, a oggi non sono ancora chiari i processo di formazione del personale che comunque è destinato a ridursi - da 2.200 a 1.800 persone - mentre è chiaro che il progetto non sarà a trazione italiana ma italo-franco-tedesca visto che farà da capofila Acc, la joint venture fra Stellantis, Mercedes e Total. A pochi poi è sfuggito che i risultati finanziari 2022 sono stati più che positivi, al punto da convincere la casa automobilistica ad assegnare un premio da due miliardi ai suoi dipendenti. Paese che vai premio che trovi. Nel senso che non in tutti i siti produttivi il bonus è uguale. I dipendenti italiani, infatti, riceveranno, in due tranche a febbraio e ad aprile 2023, un premio medio di 1.879 euro. La cifra è composta dal 6% della retribuzione media lorda, come lo scorso anno (1.429 euro), più 450 euro lordi del già previsto bonus legato agli obiettivi di efficienza.Ai francesi è andata decisamente meglio. Il premio, infatti, ammonta a 4.300 euro, corrispondenti a 2,4 mesi di stipendio per i primi livelli di retribuzione «nell'ambito dell'accordo di partecipazione agli utili firmato dall’80% dei sindacati che rappresentano Stellantis». Non solo. «I 4.300 euro andranno a sommarsi al bonus di 1.000 euro e a un aumento del 5,3%, frutto di «un accordo firmato dal 60% dei sindacati rappresentativi». Tant’è che quasi a giustificarsi Stellantis evidenzia che tutte le scelte retributive francesi sono state possibili «grazie alla qualità del dialogo continuo con le nostre parti sociali». Quasi a dire che se i lavoratori transalpini guadagnano di più è merito del sindacato. O meglio, se quelli italiani prendono meno è demerito delle nostre parti sociali.
Ecco #DimmiLaVerità del 31 ottobre 2025. Ospite il senatore di FdI Guido Castelli. L'argomento del giorno è: " I dettagli della ricostruzione post terremoto in Italia Centrale"
Foto Pluralia
La XVIII edizione del Forum Economico Eurasiatico di Verona si terrà il 30 e 31 ottobre 2025 al Çırağan Palace di Istanbul. Tema: «Nuova energia per nuove realtà economiche». Attesi relatori internazionali per rafforzare la cooperazione tra Europa ed Eurasia.
Il Forum Economico Eurasiatico di Verona si sposta quest’anno a Istanbul, dove il 30 e 31 ottobre 2025 si terrà la sua diciottesima edizione al Çırağan Palace. L’evento, promosso dall’Associazione Conoscere Eurasia in collaborazione con la Roscongress Foundation, avrà come tema Nuova energia per nuove realtà economiche e riunirà rappresentanti del mondo politico, economico e imprenditoriale da decine di Paesi.
Dopo quattordici edizioni a Verona e tre tappe internazionali — a Baku, Samarcanda e Ras al-Khaimah — il Forum prosegue il suo percorso itinerante, scegliendo la Turchia come nuova sede di confronto tra Europa e spazio eurasiatico. L’obiettivo è favorire il dialogo e le opportunità di business in un contesto geopolitico sempre più complesso, rafforzando la cooperazione tra Occidente e Grande Eurasia.
Tra le novità di questa edizione, un’area collettiva dedicata alle imprese, pensata come piattaforma di incontro tra aziende italiane, turche e russe. Lo spazio offrirà l’occasione di presentare progetti, valorizzare il made in Italy, il made in Turkey e il made in Russia, e creare nuove partnership strategiche.
La Turchia, ponte tra Est e Ovest
Con un PIL di circa 1.320 miliardi di dollari nel 2024 e una crescita stimata al +3,1% nel 2025, la Turchia è oggi la 17ª economia mondiale e membro del G20 e dell’OCSE. Il Paese ha acquisito un ruolo crescente nella sicurezza e nell’economia globale, anche grazie alla sua industria della difesa e alla posizione strategica nel Mar Nero.
I rapporti con l’Italia restano solidi: nel 2024 l’interscambio commerciale tra i due Paesi ha toccato 29,7 miliardi di euro, con un saldo positivo per l’Italia di oltre 5,5 miliardi. L’Italia è il quarto mercato di destinazione per l’export turco e il decimo mercato di sbocco per quello italiano, con oltre 430 imprese italiane già attive in Turchia.
Nove sessioni per raccontare la nuova economia globale
Il programma del Forum si aprirà con una sessione dedicata al ruolo della Turchia nell’economia mondiale e proseguirà con nove panel tematici: energia e sostenibilità, cambiamento globale, rilancio del manifatturiero, trasporti e logistica, turismo, finanza e innovazione digitale, produzione alimentare e crescita sostenibile.
I lavori si svolgeranno in italiano, inglese, russo e turco, con partecipazione gratuita previa registrazione su forumverona.com, dove sarà disponibile anche la diretta streaming. Il percorso di avvicinamento all’evento sarà raccontato dal magazine Pluralia.
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