2022-11-19
La Francia cala le braghe sui migranti. E il ministro manda gli ispettori nelle coop dei Soumahoro
Emmanuel Macron (Nicolas Economou/NurPhoto via Getty Images)
Emmanuel Macron caccia 123 sbarcati dalla Ocean Viking e poi ammette: «Continuiamo con i ricollocamenti». Dall’Anpi a Romano Prodi fino a Laura Boldrini: ecco la rete di amici delle società dei familiari del deputato dem finite nel mirino dei pm. E ora anche del Mise.Ma quanto sono umani questi francesi? Ci eravamo già posti la domanda una settimana fa, quando era scoppiato il caso Ocean Viking. Indispettiti dal rifiuto italiano di accogliere i profughi a bordo della nave transalpina, i nostri cugini avevano accusato il governo Meloni di comportamento disumano. Atteggiamento che aveva ricevuto una lezione di umanità da parte di Parigi con la rapida accoglienza dei 234 immigrati imbarcati da Sos Mediterranée. Nel nostro piccolo, ci eravamo permessi di ricordare alcuni episodi molto umani di cui si era resa protagonista negli anni la Gendarmerie national, tra cui - lo ricordiamo per chi si fosse perso il prequel - lo sfondamento del portone di una basilica per evacuare 300 profughi e la baraccopoli di Calais, senza dimenticare i centri di detenzione amministrativa in cui vengono rinchiusi i clandestini. Tuttavia, pur conoscendo la profonda umanità dell’Eliseo che aveva spinto Parigi a scaricare nei boschi oltre frontiera i migranti fermati in territorio francese senza neppure informare le autorità italiane, mai ci saremmo immaginati un’accoglienza tanto calorosa nei confronti dei richiedenti asilo a bordo della Ocean Viking. Invece, per avere il sequel dello sbarco a Tolone, sono bastati pochi giorni e dunque ecco scoperto che dei 234 migranti a bordo della nave, 123 sono già stati respinti, in quanto ritenuti non bisognosi di protezione internazionale. Cioè, quello che fa gridare allo scandalo in Italia, ossia le espulsioni senza neanche consentire allo straniero di toccare il suolo patrio, in Francia è applicato senza troppi strepiti. Da noi si grida alla selezione dei migranti, immaginando separazioni di nuclei familiari o anche solo amicali di stampo nazista. Da loro, essendo molto umani, si fa in silenzio. Quello che in maniera forse un po’ burocratica il ministro dell’Interno aveva definito un «carico residuale» (ovvero alcune decine di persone su centinaia che i medici della Guardia costiera avevano ritenuto bisognosi di cure e dunque autorizzati a sbarcare), in Francia è un carico da spedire fuori dai confini nazionali, con un bel decreto di espulsione da eseguire immediatamente.Ma ieri, oltre ad apprezzare la grande umanità dei nostri cugini, ci è toccato anche riconoscere la straordinaria abilità diplomatica dell’Eliseo. Macron e compagni infatti, dopo aver detto peste e corna del governo italiano, minacciando per il caso Ocean Viking di bloccare il sistema dei ricollocamenti, hanno dovuto fare marcia indietro. Parigi ha provato a stendere un cordone sanitario intorno all’Italia, invocando la solidarietà all’interno della Ue, ma si è ritrovata sola, al punto che, passata la reazione isterica, ha dovuto digerire l’anticipo della riunione dei ministri dell’Interno europei per discutere una proposta per migliorare i ricollocamenti. Così, dopo avere urlato e strepitato, sono stati costretti ad abbassare i toni e, dopo aver detto che respingendo l’Ocean Viking l’Italia si era resa responsabile di un brutto gesto, sono stati indotti ad ammettere che la collaborazione prosegue. Insomma, tutto come prima e con il galletto francese che ha dovuto prendere un calmante per curare la crisi di nervi.Ciò detto, ci sia consentita una sola considerazione. Nei giorni scorsi abbiamo sentito dire che negando l’accesso alla nave della Ong francese, il nostro Paese aveva provocato un disastro diplomatico, rovinando i rapporti con un partner fondamentale in Europa. La sinistra in coro e i giornalisti politicamente corretti, infatti, si sono subito schierati con i francesi contro il governo italiano. E allora, oltre a domandarci di quanta umanità siano dotati i nostri cugini, ci viene spontanea un’altra domanda: ci sarà un giorno in cui l’opposizione e i suoi cantori staranno dalla parte dell’Italia e non da quella dei suoi nemici? Cioè: cronisti e politici faranno mai l’interesse del nostro Paese?