2024-04-26
La farsa di Sánchez: ora esce di scena per poi farsi pregare dalla «sua» piazza
Dopo le accuse alla moglie (che il pm chiede già di archiviare), il premier spagnolo si ritira fino a lunedì per decidere se lasciare.Pedro Sánchez si è preso quattro giorni perché ha bisogno di «parar y reflexionar», fermarsi e riflettere. Intende verificare con i suoi avvocati se la consorte, Begoña Gómez, ha possibilità di evitare l’accusa di traffico di influenze e corruzione sulla quale sta indagando da mercoledì un giudice di Madrid, Juan Carlos Peinados. Lunedì la smetterà con gli indugi e dirà se rimane premier o si dimette. O se vuole chiedere il voto di fiducia, come gli è stato suggerito dall’ex presidente catalano e latitante per la giustizia spagnola, Carles Puigdemont, che ormai detta l’agenda politica della Moncloa. L’ennesimo capitolo della telenovela di Pretty Sánchez, il bello, uno dei tanti appellativi che accompagnano le evoluzioni politiche del leader del Psoe (assieme a Fraudillo per le presunte frodi elettorali o Falcón Crest per l’utilizzo indiscriminato dell’aereo di Stato), sta esasperando l’opinione pubblica spagnola. La cancellazione di tutti gli impegni dei prossimi giorni, nell’avvio della campagna elettorale in Catalogna (iniziata alla mezzanotte di giovedì 25 aprile) e l’approvazione delle liste alle elezioni europee, sono giudicate reazioni sentimentali eccessive, o «infantile» stratagemma. Il numero uno del Pp, Alberto Núñez Feijóo, ha definito la mossa di Sánchez «una mossa di sopravvivenza politica», per ottenere la compassione del suo elettorato in un momento di grande debolezza politica. Sarebbe una strategia, la lettera aperta ai cittadini postata su X, con la quale mercoledì annunciava la volontà di prendersi una pausa di riflessione per gli «attacchi senza precedenti» nei confronti suoi e della sua famiglia. Il giudice Juan Carlos Peinado ha accolto la denuncia presentata dal sindacato Manos limpias, Mani pulite, e aperto un’indagine preliminare sulla moglie del premier, Begoña Gómez. La signora, 49 anni e 2 figli, esperta di marketing e direttrice del master su Trasformazione sociale competitiva all’Università Complutense di Madrid, è stata denunciata dopo che alcuni giornali hanno dato notizia di traffico di influenze in quanto consorte del presidente del governo. Gómez nel 2020 avrebbe firmato una lettera di raccomandazione per la società di Carlos Barrabés, pioniere del commercio online in Spagna e creatore del master che la signora dirige, pare senza le necessarie qualifiche. Secondo El Confidencial, grazie a queste raccomandazioni Barrabés avrebbe ottenuto diversi contratti pubblici per oltre 10 milioni di euro. La first lady originaria di Bilbao avrebbe avuto rapporti anche con Globalia, proprietaria dell’aerolinea Air Europa che nel novembre del 2020, sempre in piena pandemia, ricevette 400 milioni di euro dal governo spagnolo. L’organizzazione Manos Limpias, fondata nel 1995 dall’avvocato di estrema destra Miguel Bernard, è nota per le decine di denunce presentate contro casi di supposta corruzione. Nel mirino dei suoi affiliati era finita anche l’Infanta Cristina, per la presunta partecipazione alla trama Nóos. Bernard, che era stato arrestato nel 2016 con l’accusa di estorsione e venne poi assolto dal Tribunale supremo, ieri ha dichiarato in un comunicato di aver sporto denuncia contro la moglie di Sánchez dopo aver preso atto «che la Procura non agiva d’ufficio malgrado le notizie che venivano pubblicate da settimane». L’avvocato dice di essersi limitato a riportare la notitia criminis, «agendo secondo i doveri e i diritti di un cittadino». Sarà il giudice a verificare la fondatezza di quelle notizie, ha poi aggiunto. Appena ventiquattr’ore dopo l’apertura dell’indagine preliminare nei confronti della Gómez, la Procura ne ha però chiesto l’archiviazione. Un ricorso diretto, davanti al Tribunale provinciale di Madrid come «avviene nei casi di radicale difformità di criteri», sottolineava El Mundo. Vedremo come andrà a finire il braccio di ferro nella magistratura, sebbene adesso l’attenzione sia tutta puntata sulle prossime mosse del premier che sa di poter contare sull’appoggio interessato degli indipendentisti catalani. Poche ore prima dell’inizio della campagna per le elezioni del prossimo 12 maggio, il candidato di Vox in Catalogna, Ignacio Garriga, ha detto che il presidente del governo non deve riflettere sul suo futuro ma piuttosto dimettersi poiché si è reso capace del «più grande atto di corruzione possibile», ovvero «insabbiare il terrorismo» e «comprare» la sua investitura con l’amnistia. Salvador Illa, il candidato del Psc che parte favorito in tutti i sondaggi, ieri non ha potuto contare sulla presenza di Sánchez alla partenza della campagna elettorale ma ha invitato il capo del partito «a resistere». I suoi due rivali, Pere Aragonès di Erc e Carles Puigdemont di Junts, credono poco alle dimissioni del premier. «Spesso fa mosse tattiche che nessuno si aspetta», ha commentato l’ex presidente della Generalitat. Dovesse chiedere la fiducia, Sánchez sa che potrà contare su Erc e JxCat, troppo interessati alla legge sull’amnistia che è in pieno processo.Intanto lunedì che cosa accadrà? L’ipotesi più probabile è che la momentanea uscita di scena del premier sia solamente una mossa, per riunire i suoi elettori e far sì che chiedano a gran forza che resti. Domani arriveranno da tutta Spagna in sostegno del presidente, per una manifestazione davanti alla sede di Ferraz a Madrid. E se il vittimismo fosse per lasciare, con le elezioni europee alle porte? Ieri la newsletter di Politico.eu faceva riferimento a un sondaggio Playbook secondo il quale «Sánchez sarebbe sicuramente un forte candidato alla presidenza del Consiglio europeo». In pochi ci credono.