2024-07-04
La doppia morale dei giudici
Come mai un efferato assassino, condannato in primo e secondo grado, non era sottoposto ad alcuna misura restrittiva e ha potuto fuggire prima della sentenza di Cassazione, mentre l’incensurato Giovanni Toti, solo indagato, è da mesi privato della libertà? Le carte del caso Genova, così i pm hanno ignorato le piste dell’agente segreto e del Pd.Perfino quelli del Fatto, quotidiano che vanta fra i suoi editorialisti un tipo come Piercamillo Davigo, il quale riteneva che non esistessero politici innocenti, ma solo onorevoli non ancora scoperti con le mani nel sacco, perfino loro, dicevo, cominciano a farsi qualche domanda su come funzioni la custodia cautelare in Italia. Certo, il giornale di Marco Travaglio lo fa per chiedersi come mai la giustizia sia «garantista» con Giovanni Toti, fino al punto di concedergli - udite, udite - di fargli tenere riunioni politiche a casa propria, mentre è agli arresti domiciliari, e non lo sia stata affatto con Ilaria Salis, che è rimasta per più di un anno dietro le sbarre in Ungheria per un reato che in Italia prevede «tutto sommato sanzioni modeste». E poi, dicono i lettori del Fatto, c’è il datore di lavoro di Satman Singh, l’indiano lasciato morire dissanguato, il cui braccio perso mentre lavorava nelle campagne per pochi euro l’ora è stato buttato nella spazzatura, come un rifiuto di cui disfarsi. Come possono questi casi, quello di un politico, di una tizia accusata di andare in giro a spaccare la testa agli avversari e di un imprenditore che si disfa di un dipendente ferito come ci si libera di un Kleenex usato, non trovare un trattamento equilibrato dal punto di vista del codice penale e della carcerazione preventiva? Domanda legittima, con qualche dubbio che il caso di Giovanni Toti possa stare sullo stesso piano degli altri due. Infatti non mi risulta che il governatore ligure prendesse a martellate il cranio dei concorrenti, né che scaricasse per strada persone in fin di vita dopo averle sfruttate.Tuttavia, al di là dei distinguo e della precisazione che il caso Salis impone (se in Italia rompere la testa ai «nemici» è un reato che prevede «una sanzione lieve» forse è il caso di aumentarla), alla vicenda del presidente della Liguria, accusato di corruzione elettorale per un contributo di 75.000 euro in quattro anni, va accostata quella di Giacomo Bozzoli. Già, perché se per il politico, che non mi risulta aver ammazzato nessuno, si applica la custodia preventiva, perché potrebbe in caso di elezioni reiterare il reato (ma se non si va a votare come fa un governatore a reiterare il reato? Domanda senza risposta), per un tizio ritenuto colpevole in primo e secondo grado di aver ammazzato lo zio e poi di averne fatto sparire il cadavere bruciandolo nel forno della fonderia di famiglia, che facciamo? Lo lasciamo libero di scappare? Sono certo che Bozzoli, in fuga con moglie, figlio e Maserati dalle parti della Francia, verrà presto acchiappato e assicurato alla giustizia. Ma non è questo il punto. Che cosa fa ritenere che un governatore, che fino a prima di essere accusato di essersi fatto corrompere - ribadisco, accusato - era considerato una persona per bene, meriti mesi di arresti preventivi e chi invece è stato già giudicato colpevole di omicidio, per di più efferato e con l’aggravante dei legami di parentela, possa andare in giro indisturbato, senza che nessuno neppure tenga d’occhio la sua casa e la sua automobile per impedirgli di svignarsela? La legge, dice la Costituzione, è uguale per tutti. Ma che legge è se un politico neanche passato da un processo è ritenuto pericoloso per la collettività, e dunque lo si rinchiude, mentre un assassino invece è lasciato libero di andarsene per la propria strada, anche all’estero? Lo so, nessuno può essere ritenuto colpevole fino a che una sentenza di condanna sia passata in giudicato. Ma allora qualcuno mi deve spiegare perché Toti sia rinchiuso in casa da mesi. Anche lui dev’essere ritenuto innocente fino a prova contraria. E pure lui dovrebbe essere lasciato libero di andare dove gli pare. Ma davvero vogliamo pensare che un plurintercettato, a cui credo che tutti si rivolgerebbero misurando le parole per paura di finire nei guai, una volta libero si affretterebbe a reiterare il presunto reato che gli viene contestato? Dai, non prendiamoci in giro. Il governatore potrà essere stato imprudente parlando liberamente di finanziamenti a persone con cui aveva relazioni istituzionali, ma di certo non è un fesso e si guarderebbe bene dal ripetere l’errore, ammesso e non concesso che errore ci sia (se c’è lo stabiliranno i giudici e non un pm). Dunque perché il governatore sta dentro e Bozzoli è uccel di bosco? Perché la Salis è all’Europarlamento e Antonello Lovato è stato arrestato solo l’altro ieri, nonostante l’agghiacciante disumanità del suo comportamento? Perché, insomma, due pesi e due misure? Toti non ha versato una goccia di sangue, mentre gli altri, sono accusati o condannati per reati dove il sangue si è visto. Dice il pm che ha indagato Bozzoli, il tenero nipotino che ha bruciato lo zio allo stesso modo con cui si inceneriscono i mobili vecchi, che fino all’altro ieri il fuggiasco in Maserati non aveva mai dato segni di voler sparire, ma anzi aveva sempre partecipato alle udienze dei suoi processi. Insomma, essere presenti in aula, anche se accusati di un delitto efferato, aiuta a rimanere liberi, anche dopo una condanna all’ergastolo.Lo so, il caso Toti c’entra poco con il caso Bozzoli, però entrambi aiutano a riflettere. Se sei solo indagato rischi di finire dietro le sbarre, se invece sei condannato, per di più di qualche cosa di grave, se ti fai furbo riesci a rimanere libero per un po’. Credo fossimo all’inizio degli anni Settanta quando Nanny Loy girò Detenuto in attesa di giudizio, con Alberto Sordi. Beh, da allora non è cambiato niente. La magistratura ha sempre il vizio delle manette facili e nonostante ciò che abbiamo visto con Mani pulite la politica non trova il coraggio di cambiare le cose. Così, se sei un delinquente vero, che se ne frega di ciò che pensa il prossimo, riesci a farla franca per anni, mentre se sei uno che deve rispondere all’opinione pubblica ti devi invece rassegnare agli arresti. E la chiamano giustizia, facendo finta che la bilancia sia in equilibrio.
Siska De Ruysscher @Instagram
(Esercito Italiano)
Si è conclusa nei giorni scorsi in Slovenia l’esercitazione internazionale «Triglav Star 2025», che per circa tre settimane ha visto impegnato un plotone del 5° Reggimento Alpini al fianco di unità spagnole, slovene e ungheresi.
L'esercitazione si è articolata in due moduli: il primo dedicato alla mobilità in ambiente montano, finalizzato ad affinare le capacità tecniche di movimento su terreni impervi e difficilmente accessibili; il secondo focalizzato sulla condotta di operazioni offensive tra unità contrapposte. L’area delle esercitazioni ha compreso l’altopiano della Jelovica, nella regione di Gorenjska, e il massiccio del Ratitovec, tra i 900 e i 1.700 metri di altitudine.
La «Triglav Star 2025» è culminata in un’esercitazione continuativa durata 72 ore, durante la quale i militari hanno affrontato condizioni meteorologiche avverse – con terreno innevato e fangoso e intense raffiche di vento in quota. Nella fase finale, il plotone italiano è stato integrato in un complesso minore multinazionale a guida spagnola. La partecipazione di numerosi Paesi dell’Alleanza Atlantica ha rappresentato un’importante occasione di confronto, favorendo lo scambio di esperienze e competenze.
La «Triglav Star 2025» si è rivelata ottima occasione di crescita, contribuendo in modo significativo a rafforzare l’integrazione e l’interoperabilità tra le forze armate dei Paesi partecipanti.
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Richard Gere con il direttore di Open Arms Oscar Camps (Getty Images)