2025-02-27
La Difesa comune lascia i partiti in panne
Antonio Tajani e Matteo Salvini (Ansa)
Divisioni fra le forze di maggioranza, che però ribadiscono il no compatto alle truppe in Ucraina. Il premier: «Escludere le spese militari dal Patto di stabilità è un primo passo». Anche l’opposizione si spacca, mentre Elly Schlein rimane in silenzio.Se sulla Difesa comune i partiti della maggioranza hanno posizioni diverse, sull’invio di truppe in Ucraina sono tutti scettici. E, in attesa del vertice di Londra nel fine settimana, si fa sempre più vivo il dibattito. «L’Europa deve avere il coraggio di lavorare per consolidare il pilastro della Difesa comune, da affiancarsi al pilastro americano perché la Nato rimane ancora di più la pietra angolare dopo l’adesione di Svezia e Finlandia ma deve avere un approccio il più possibile a 360 gradi», ha detto Giorgia Meloni che insiste su un punto: «Dobbiamo spendere di più ma anche implementare gli investimenti. La scelta del presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen di escludere le spese per la Difesa dal Patto di stabilità sia il primo passo e penso debbano seguire altre soluzioni». Precisando anche che «oggi più che mai le grandi questioni che l’Europa non può permettersi di eludere sono la sicurezza dei cittadini e la competitività del sistema produttivo. Oggi il concetto di minaccia e di sicurezza è un concetto molto più esteso di quanto non lo fosse in passato. L’Europa deve avere il coraggio di lavorare in maniera concreta per consolidare il pilastro europeo dell’Alleanza atlantica in ottica di complementarietà strategica con quello americano». Mentre sull’idea di mandare soldati europei a Kiev ha parlato della necessità di un «cappello» più ampio, meglio se dell’Onu o della Nato.Le reazioni della maggioranza sul tema restano coerenti con le posizioni dei gruppi politici europei di appartenenza. Per il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani la Difesa europea è «ormai diventata indispensabile. L’Europa, che fa parte della Nato non può pensare sempre di essere difesa solo dagli Stati Uniti, deve provvedere a se stessa. In una alleanza devono esserci due pilastri: da una parte gli Stati Uniti e dall’altra parte l’Europa». Per Tajani anche l’Italia deve far di più: «Dobbiamo arrivare al 2% almeno del Pil di spese per la Difesa, cercando di escludere dal Patto di stabilità le spese che si faranno per garantire la nostra sicurezza». Sul tema Ucraina, come già fatto nei giorni scorsi, ha invece ribadito che serve un coinvolgimento dell’Onu: «Io credo che intanto si debba arrivare alla pace. Serve molto lavoro, una trattativa che non sarà semplice, dove dovrà esserci l’Europa, la Russia e naturalmente l’Ucraina. Si vedrà se ci sarà una zona cuscinetto. Ma ritengo che l’unico modo perché una presenza militare che faccia da intermediazione sia quella di avere una forza che sia sotto la bandiera Onu, su decisione del Consiglio di sicurezza, così che tutti si sentano garantiti».L’altro vicepremier invece sull’esercito comune la pensa in modo opposto: «Se l’Europa è quella che ha fatto fallire interi settori produttivi, l’ultima cosa da fare è l’esercito comune europeo, preferisco Stati nazionali forti che investono sulla difesa. Con Von der Leyen a capo, un esercito comune europeo dura 20 minuti e poi si arrende», ha detto Matteo Salvini. All’interno della Lega però esistono sensibilità diverse. Per il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti: «Aumentare la spesa per la Difesa deve essere un obiettivo teso a rilanciare l’industria e la crescita. Per questo bisogna immaginare un Recovery plan per la Difesa. Se ogni Paese inizia a muoversi autonomamente aumenteranno inevitabilmente i costi per lo Stato in modo irrazionale».Il ministro della Difesa Guido Crosetto intende la Difesa europea come somma delle difese nazionali perché «la Difesa nei trattati europei è competenza delle singole nazioni. Una Difesa europea può esistere solo come somma delle Difese nazionali. Con modalità simili a quelle Nato. Come la Nato non ha un suo esercito, una sua Marina, una sua aeronautica ma si basa sui contributi nazionali che operano insieme e vengono coordinati dalla Nato, lo stesso sarebbe per l’Europa». Sull’idea di mandare soldati italiani a Kiev, Crosetto è stato molto duro: «I “contingenti europei” che vorrebbero mandare il presidente di una nazione comunitaria e quello di una nazione extracomunitaria (Emmanuel Macron e Keir Starmer, ndr) non si inviano come si invia un fax».Tra le ipotesi ci sarebbe anche quella di modificare la destinazione dei fondi di coesione Ue, ma il ministro per gli Affari europei, Tommaso Foti ha spiegato che «non vi sono documenti o iniziative di regolamento che portano a una rimodulazione dei fondi della politica di coesione 2021-2027, per quanto riguarda fondi non ancora non spesi da Regioni o da amministrazioni centrali, volta a consentire l’acquisto di armamenti militari». Nel centrosinistra, le spaccature si estendono anche al tema armi, con il Pd che viaggia in ordine sparso. Stefano Graziano, capogruppo dem in commissione Difesa di Montecitorio, ha detto: «Per noi l’Europa deve essere sempre più forte sia sulla Difesa che sulla politica estera, rafforzare il ruolo della Difesa europea è fondamentale». Mentre l’ex ministro Andrea Orlando non si mostra contrario all’ipotesi di una Difesa comune ma coglie una criticità: «Se si costituiscono strutture europee di Difesa è una cosa se invece si acquistano armi che finanziano tecnologie di Paesi che in questo momento non sembrano particolarmente interessati allo sviluppo e all’integrazione europea è un altro. Secondo me questo è un primo punto che andrebbe affrontato». «La Difesa comune europea non è più un'idea astratta, è una necessità», commenta Matteo Richetti di Azione, «l’Europa non può più permettersi di restare spettatrice delle mosse delle altre superpotenze». L’unica che continua a mostrare grande coerenza è Elly Schlein con il suo silenzio. Anche sulla Difesa, mutismo assoluto.
Attività all'aria aperta in Val di Fassa (Gaia Panozzo)
Gabriele D'Annunzio (Getty Images)
Lo spettacolo Gabriele d’Annunzio, una vita inimitabile, con Edoardo Sylos Labini e le musiche di Sergio Colicchio, ha debuttato su RaiPlay il 10 settembre e approda su RaiTre il 12, ripercorrendo le tappe della vita del Vate, tra arte, politica e passioni.
Il ministro dell'Agricoltura Francesco Lollobrigida (Ansa)