2023-09-08
La deriva woke ci farà diventare talebani
Il bacio di Rubiales alla calciatrice conduce al paradosso: per evitare la colpevolizzazione del maschio, l’unica soluzione sarebbe la netta separazione tra i sessi, come nell’islam. Un cortocircuito per gli alfieri del progressismo che predicano la fluidità di genere.Tra tutte le soluzioni appare la peggiore possibile, almeno per chi ancora pone la libertà in cima alla lista dei propri valori, ma al tempo stesso l’unica che si possa adottare qualora l’ideologia woke e i suoi addentellati (dal politicamente corretto alle derive del me too) dovessero seguitare a dominare, come attualmente accade, la vita pubblica occidentale. La soluzione è quella di imporre per legge, in Europa e negli Usa, una netta separazione tra i sessi, in particolare in ambito sportivo: gli uomini da una parte, le donne dall’altra, senza possibilità di interazione e soprattutto di contatto. In tal modo si stabilirebbe anche un cortocircuito perfetto, di cui già da tempo gli osservatori più avvertiti avevano colto le avvisaglie, tra il sedicente progressismo della political correctness e il rivendicato oscurantismo delle realtà più retrive - peraltro nient’affatto minoritarie - del mondo musulmano. Se le cose dovessero proseguire con l’andazzo attuale, e tutto fa pensare che purtroppo è ciò che succederà, gli individui di sesso maschile andrebbero difatti incontro a uno stato di discriminazione speculare a quello (non a caso poco o nulla preso di mira dagli assertori del woke) patito dalle persone di sesso femminile in buona parte dei paesi islamici. Di essere discriminato perché uomo, d’altronde, è quanto già capitato all’ormai ex commissario tecnico della Nazionale femminile di calcio spagnola Jorge Vilda, per di più all’indomani della vittoria, da parte della squadra da lui guidata, dei Mondiali svoltisi ad agosto in Australia e in Nuova Zelanda. Il malcapitato Vilda, dunque, anziché essere innalzato sugli altari è stato silurato dalla Real Federación Española de Fútbol per essersi macchiato di due gravissime «colpe». La prima è quella di essere stato notato applaudire l’ex (anche lui) presidente della Federcalcio iberica Luis Rubiales durante un’assemblea straordinaria tenutasi lo scorso 25 agosto. Rubiales, come è noto, è stato sospeso dalla Fifa per tre mesi per avere baciato sulle labbra la calciatrice Jennifer Hermoso durante la premiazione della squadra spagnola in Australia. Che Rubiales, nel corso della cerimonia, si sia dimostrato fin troppo esuberante nel felicitarsi con le sue giocatrici - non soltanto la Hermoso - non c’è dubbio, e il provvedimento nei suoi confronti può anche essere ritenuto fondato (anche se è opinione comune che la sua carriera nel calcio sia da considerarsi addirittura terminata). Ma, a parte che la stessa Hermoso è stranamente passata dal definire il bacio ricevuto «un gesto reciproco del tutto spontaneo per la gioia immensa che dà vincere un Mondiale», al denunciare l’ex presidente all’autorità giudiziaria (forse istigata da ambienti ultrafemministi oggi molto influenti in Spagna e a lei presumibilmente non alieni, essendo la Hermoso omosessuale), un conto è dare un bacio non pattuito e un altro è limitarsi ad applaudire qualcuno, come fatto da Vilda, perché si condivide ciò che in quel momento quel qualcuno sta dicendo (e Rubiales stava dicendo, sua legittima opinione, che quello di cui subiva gli attacchi è un «falso femminismo»). L’altra «colpa» di Vilda - e qui dai metodi di controllo nordcoreani evocati dagli applausi «inopportuni» di cui sopra si passa direttamente alla creazione ad hoc di reati mai commessi come poteva avvenire nell’Urss staliniana - sarebbe quella di avere palpato la sua vice, Monteserrat Tomé, mentre i due festeggiavano un gol segnato dalla loro squadra. Si è proceduto così: si è preso un fermo immagine del momento in cui i due colleghi si abbracciavano per «dimostrare» che Vilda aveva approfittato di quell’occasione gioiosa per agguantare il seno della Tomé. Insomma, niente euforia per il gol, che può ovviamente portare a compiere movimenti scoordinati e a toccare parti del corpo altrui che normalmente non si toccherebbero (sarà capitato decine di volte a chiunque abbia giocato a pallone o anche solo esultato per un gol della sua squadra davanti alla tv), bensì fredda e lussuriosa determinazione a sfruttare la circostanza per assicurarsi, nientemeno, una tastata di tetta. In pratica, il riprovevole Vilda - prontamente rimpiazzato proprio dalla Tomé come ct della Roja - non avrebbe giubilato per il gol in sé, ma perché grazie al gol avrebbe potuto palpeggiare la sua collaboratrice… È del tutto evidente che siamo di fronte a un purissimo delirio paranoico rivolto contro il maschio in quanto tale. E allora, se questo delirio deve imporsi, causando la distruzione non solo di carriere ma anche di esistenze, da uomo auspico - a malincuore ma a mia tutela - che si arrivi quanto prima alla separazione dei sessi. Il che sarebbe anche, in un certo senso, la riaffermazione della diversità esistente fra maschile e femminile, quindi una paradossale sconfitta per chi promuove, tra le altre cose, la cosiddetta fluidità di genere. Ma ciò ai sostenitori del woke non creerebbe problemi: per chi coltiva follia e fanatismo, anziché ragione e buon senso, la coerenza è da sempre l’ultima delle preoccupazioni.
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.