2020-03-15
La curva dei contagi continua a salire. Giulio Gallera: «Terapie intensive piene»
In 24 ore 2.795 infezioni in più, la maggior parte in Lombardia (1.865). Il totale nazionale è 17.750, i decessi sono 1.441. A Bergamo muore operatore 118 neanche cinquantenne. Il Pirellone: «È il punto di non ritorno». A una settimana dal primo decreto emesso dal governo giallorosso per arginare la diffusione del coronavirus il bilancio non è positivo. E con i 2.975 contagi di ieri, il totale di malati in Italia è salito a 17.750 (il numero complessivo dei contagiati, incluse vittime e guariti, ha raggiunto 21.157). Ma il dato davvero inedito emerso durante la consueta conferenza stampa delle 18.30 nella sede della Protezione civile è un altro: sono in aumento i contagiati under 50. Un operatore tecnico del 118 di Bergamo, Diego Bianco, in servizio alla Soreu, centrale operativa del Papa Giovanni XXIII, ospedale al centro dell'emergenza, è morto la scorsa notte dopo essere stato colpito dal Covid-19. Aveva 47 anni. Non è solo una malattia per anziani. Ovviamente chi è più avanti con l'età è più esposto ed è considerato a rischio. Tant'è che gran parte delle 1.441 vittime aveva più di 80 anni, inclusi i 175 morti in più rispetto a venerdì. Le persone guarite dopo aver contratto il coronavirus, invece, hanno raggiunto quota 1.966, 527 in più di venerdì. In Lombardia la crescita del contagio è ancora costante. I positivi sono 11.685. In 24 ore sono cresciuti di 1.865 unità. Gli ospedalizzati sono 4.898, 463 in più rispetto a venerdì. I decessi 966 in totale, ieri 76. Aumenta anche il numero di guariti e dimessi: 1.660 solo ieri. I pazienti in terapia intensiva sono 85 in più e raggiungono quota 732. La Lombardia ha fatto spazio negli ospedali grazie al trasferimento in altre regioni di una quarantina di pazienti. «Lo smistamento», ha spiegato l'assessore al Welfare lombardo, Giulio Gallera, «viene effettuato attraverso il cross di Pistoia, quindi attraverso la Protezione civile». Ben 91 pazienti che erano negli ospedali di Crema, Cremona, Lodi, Voghera e Iseo sono stati mandati in Puglia, Sicilia e Toscana. «Ogni giorno recuperiamo 10 o 15 posti in rianimazione», afferma Gallera. «Quando quest'onda sarà passata», ha aggiunto, «metteremo i nostri posti letto a disposizione degli altri». In questo momento in Lombardia ci sono 898 posti per casi positivi al coronavirus: 732 sono attualmente occupati da pazienti positivi e gli altri sono stati assegnati a pazienti in attesa del risultato del tampone. Ma il deficit dei posti in terapia intensiva non è l'unica difficoltà che sta stressando al limite il sistema sanitario lombardo: «Non ci sono più ambulanze», afferma Gallera, «e quindi qualcuno dovrà aspettare a tarda sera per essere trasferito in altri ospedali da quelli più sotto stress». Ogni giorno, ammette l'assessore, «è sempre più complicato e difficile perché il livello di saturazione dei nostri presidi è estremamente alto ma il sistema sta reagendo con tutte le capacità che ha, con forza ed efficienza». Altro gap: manca il personale sanitario. «Recluteremo anche dall'estero», puntualizza Gallera, «chiedendo solo che siano iscritti all'albo nella nazione di provenienza. Avremo personale dal Venezuela, dalla Cina, da Cuba, sono medici a cui daremo ovviamente un luogo dove andare a vivere ma abbiamo bisogno delle competenze di tutti». E anche all'appello per l'arruolamento straordinario nella Regione Sicilia pare che abbiano risposto già più di 600 infermieri e oltre 50 medici. A Roma, invece, per un momento di confronto sui percorsi di diagnosi e cura della malattia, è arrivata allo Spallanzani una equipe cinese della Croce rossa che ha lavorato in prima linea a Wuhan nel contrasto del Covid-19. La squadra ha anche incontrato i due pazienti cinesi guariti allo Spallanzani e ancora ricoverati. Il bollettino medico diffuso ieri dall'istituto romano è stabile rispetto a venerdì: i positivi ricoverati sono in totale 99. A sottolineare, invece, che il dato sulle guarigioni «è poco realistico» è stato il commissario emiliano per l'emergenza, Sergio Venturi. Che ha spiegato: «Abbiamo sollecitato i direttori generali delle aziende sanitarie a essere più pronti nel comunicarcele, perché ci risulta siano molte di più». A conti fatti, comunque, i casi di positività riscontrati sono 2.644, 381 in più rispetto all'aggiornamento di venerdì. I morti salgono da 201 a 241: 40, quindi, quelli nuovi. E anche in Veneto i contagi crescono, ma in modo meno netto: con i 57 accertati ieri sono saliti a 1.994 positivi. Buone notizie, arrivano da Vo' Euganeo, paese del focolaio veneto dove, dopo tre settimane di quarantena, da un giorno non viene registrato nessun nuovo caso. Fa un salto in negativo anche la Toscana, dove ieri sono stati accertati 160 nuovi casi positivi, che portano a 630 il dato totale dei contagiati. I morti salgono a nove. È di 10 decessi, invece, il bilancio di ieri nelle Marche, ove c'è un balzo nei contagi: sono complessivamente 899, 174 più del giorno prima. Dopo una fase lunga di crescita, frena il Piemonte: ieri si sono registrati solo 20 casi in più di contagio. L'unica regione italiana a crescita zero, stando ai dati di ieri, era il Molise.