2022-01-09
La coppia rossa usa il terrore contro Draghi
Roberto Speranza e Massimo D'Alema (Ansa)
Da giorni, la narrazione emergenziale dipinge un Paese sull’orlo del collasso, anche se i numeri dicono il contrario. Di tale isteria potrebbero beneficiare Roberto Speranza e Massimo D’Alema, desiderosi di una repubblica pandemica per scalzare Mr Bce da Chigi e dal Colle.Il disegno di uno scenario è fatto da tanti piccoli punti. Unirli è importante, ma è altrettanto interessante prendere dei campioni e analizzarli prima che entrino nel tritacarne della comunicazione politica e di quella social. Partiamo dal caso dell’ospedale Cotugno di Napoli. Da tre giorni i principali quotidiani e numerosi account social descrivono lunghe code di ambulanze in attesa davanti al pronto soccorso. Terapie intensive sature e speranza di ricovero paragonabile alle aspettative siriane. Venerdì sera una agenzia Ansa ridimensiona la situazione e smentisce l’allarme. «Quattro posti sono liberi», scrive. Esatto, quattro su otto: 50%. Svelando l’esiguità dei posti disponibili e un racconto mirato ad alzare i livelli del terrore che in queste ore registra picchi incredibili, ma non ha nessuno base scientifica. Basta scorrere le agenzie indietro nel tempo per vedere che a fine ottobre i posti erano occupati al 100% e così in periodi in cui di Omicron manco si conosce l’esistenza. Altra località, altro pronto soccorso. Parliamo del Cervello di Palermo. Tre giorni fa La Repubblica titolava: «Non c’è più posto, ambulanze in fila. È caos». Ora, basta andare sul sito di Agenas, l’agenzia che monitora i servizi sanitari regionali, per vedere che gli accessi ai pronto soccorso della Regione sono stati 1.727 in tutto. Di cui 227 per Covid e di questi 147 sono stati registrati con colore bianco e verde. Eppure sui giornali locali e sulle agenzie si è arrivati persino a ipotizzare la necessità di ospedali da campo e tende militari. Da notare che ieri gli accessi in tutto la Regione sono stati 1.320. Di cui 202 per Covid. Lo stesso giorno del 2018 erano stati 4.921. Tanto per dare l’idea. Ieri la Regione guidata da Vincenzo De Luca ha dato ordine di sospendere i ricoveri non urgenti e rinviabili a partire da domani. Gli accessi al pronto soccorso si sono attestati a 2.672 unità e solo il 16% per Covid.Detto ciò non vogliamo negare né che il Cervello sia saturo, che la Campania voglia prevenire certe situazioni, né che i rischi di Omicron esistano concretamente, ma i numeri complessivi smontano qualunque suggestione emergenziale. Al massimo svelano una grave mancanza di investimenti. Cosa che, invece, viene omessa dallo storytelling attuale. Non sappiamo chi per prima abbia acceso il ventilatore del terrore, né se ci sia qualcuno che abbia messo in moto questo rinnovato clima da pandemia fuori controllo. I media per giunta si auto alimentano e spesso prediligono l’emulazione reciproca. Ma se abbandoniamo lo zoom sui puntini e torniamo a guardare il disegno più ampio non si può non notare come ci siano politici in grado di cavalcare l’attuale terrore con l’obiettivo di ripristinare una Repubblica pandemica e soprattutto di assicurarsi che gli attuali equilibri si frantumino entro fine mese, con l’obiettivo di negare a Mario Draghi sia la poltrona al Colle sia la possibilità di mantenere intatta l’attuale compagine di Palazzo Chigi. Il ritorno di Massimo D’Alema all’uscio del Pd è un grande lampadina accesa che va a sommarsi alle ultime uscite di Roberto Speranza. Le critiche che da più parti si stanno muovendo contro il premier sono ormai alla luce del sole. E il suo silenzio (che verrà interrotto domani a ben cinque giorni dal cdm) ha lasciato un enorme opportunità per il ministro della Salute. Speranza ha ben riempito i buchi, ha forzato grazie all’assenza dei 5 stelle e l’appoggio incondizionato di Renato Brunetta la mano su norme e obblighi. È andato in televisione a parlare con la chiara intenzione di fare pressioni politiche mentre il decreto era ancora in fase di riscrittura. Speranza ha fatto in prima persona ciò che per mesi han fatto in Via Solferino o in altri giornali: fissare i paletti per raggiungere obiettivi politici. Solo che adesso il gioco è per i grandi. In pochi giorni è passata l’idea (forse è anche vera) che questo governo sia arrivato al capolinea e non è in grado di proseguire indipendentemente dall’esito delle elezioni per il Colle. Se la coppia D’Alema-Speranza dovesse riuscire nell’intento di eliminare politicamente Draghi potrebbe ambire a creare una sorta di Repubblica sanitaria di cui Speranza potrebbe essere il medico-premier. Ciò che vogliamo dire è che la coppia ancora serba l’idea di tirare fuori dalla trincea in cui si è sepolto Domenico Arcuri e per farlo deve dimostrare che la gestione pandemica fino ad oggi è stata peggiore o paritetica rispetto alla precedente. D’Alema sa anche che per riavvicinarsi al nocciolo del potere dovrebbe garantire anche un inquilino al Colle che non sia Draghi. Basti fare un esempio. Se l’ex numero uno della Bce dovesse riuscisse a portare a casa i voti da presidente della Repubblica metterebbe poi in campo una struttura di consiglieri estremamente forte e blindata. Non è un segreto la vicinanza con Elisabetta Belloni, la quale da ex diplomatica si troverebbe al fianco di un Draghi presidente con l’incarico di tessere e rafforzare il network internazionale del Quirinale. Esattamente ciò che un figura come quella di D’Alema teme. Il suo sogno in fondo è quello di prendere il testimone di Giorgio Napolitano non tanto come ruolo ma nella funzione di link tra Est ed Ovest. Non sappiamo quanto sia concreta la possibilità che lo schema del terrore indebolisca Draghi e lasci spazio alla coppia D’Alema-Speranza. La sola idea di rivedere commissario Arcuri dovrebbe farci riflettere. Poi ci sono gli anticorpi interni del Pd che potrebbero attivarsi. I ministri atlantisti crediamo abbiano qualcosa da dire a tal proposito. Stessa cosa oltre Tevere dove, da quando a Roma governa Draghi, i rapporti con gli americani sono migliorati assai.
Il giubileo Lgbt a Roma del settembre 2025 (Ansa)
Mario Venditti. Nel riquadro, da sinistra, Francesco Melosu e Antonio Scoppetta (Ansa)