2018-09-19
La Consob fa tramontare il «Sole» sulla tragica gestione di Napoletano
Un rapporto dell'autorità contesta all'ex direttore di essere il «regista» della manipolazione diretta dei dati sulle vendite del giornale di Confindustria. Accusati di gonfiare le cifre anche l'allora ad Donatella Treu e tre manager.La sua ultima fatica letteraria è intitolata Il Cigno nero e il Cavaliere bianco, ma alla fine il «cigno nero» del Sole 24 Ore rischia di essere lui, Roberto Napoletano. Portato per anni in palmo di mano dal gotha del capitalismo nostrano, l'ex direttore del quotidiano della Confindustria emerge come un fenomeno imprevedibile quanto devastante (il cosiddetto cigno nero, appunto) per il quotidiano color salmone e per la sua credibilità. Perché a leggere le 56 pagine della lettera con cui la Consob contesta il falso in bilancio e la manipolazione del mercato alla vecchia dirigenza, documento anticipato ieri dal sito Lettera43, si trova scritto con chiarezza che Napoletano sarebbe stato «al vertice» della struttura che manipolava e gonfiava le vendite in modo «sistematico», alterando la percezione del reale andamento dell'azienda sia agli occhi dei piccoli azionisti sia degli inserzionisti. E secondo due testimonianze di ex funzionari del gruppo, il direttore sarebbe stato «ideatore e regista» delle presunte manipolazioni, andate in scena dal 2013 al 2016.A parte l'indagine penale in corso da mesi a Milano, la Consob si è mossa con un'ispezione autonoma in via Monte Rosa tra il 18 ottobre 2016 e il 12 giugno scorso, sequestrando varia documentazione e le caselle mail di tutta la struttura interna che si occupava delle vendite, degli abbonamenti, delle promozioni e della diffusione in generale. Il falso in bilancio e l'aggiotaggio sono contestati all'ex amministratore delegato Donatella Treu, a Napoletano, alla responsabile marketing Anna Matteo, al direttore finanziario Massimo Arioli e al capo delle vendite Alberto Biella. Per la Consob, i dati erano sistematicamente gonfiati grazie all'intervento «manuale» di «un gruppo di persone ristretto». Va detto che dal 2012, ovvero da quando l'Ads, la società che certifica le diffusioni della stampa, ha introdotto nel computo le copie digitali, le vendite del Sole 24 Ore non avevano smesso di crescere. Alcuni redattori erano assai stupiti che, in un mercato calante per tutti, soltanto la corazzata guidata dal prode Napoletano guadagnasse ogni mese copie su copie. Il tutto accompagnato non da ricchi premi e assunzioni, ma da tagli continui e cassa integrazione. Poi, nel 2016, il giornalista Nicola Borzi scopre una strana società inglese, la Di Source, che tanto inglese non era: era stata messa su da qualcuno del gruppo, comprava un sacco di copie digitali e chissà da chi era foraggiata per fare questi acquisti massivi. Lo scandalo esplode nel 2017 e porta prima alla sospensione e poi all'uscita di Napoletano, sfiduciato dalla redazione ma difeso fino all'ultimo dalla proprietà. In una lettera dell'11 agosto a Lettera43, Napoletano affrontava così la questione del suo ruolo: «In un gruppo complesso e quotato come Il Sole 24 Ore esiste la ripartizione dei ruoli e dei compiti. Io facevo, con il massimo dell'impegno e della passione, il direttore responsabile e il direttore editoriale e come tale non facevo parte né della catena decisionale né di quella di controllo». Per questo, concludeva in modo netto: «Tanto meno, ho interferito su conti, strategie e decisioni aziendali». Nel documento della Consob si parla invece di una triade composta da Napoletano, Treu e Anna Matteo, definita «la longa manus del direttore». Tutte le strategie della diffusione sarebbero state «oggetto di riunioni periodiche e le persone coinvolte nella definizione erano Donatella Treu, il direttore Roberto Napoletano e la responsabile marketing Anna Matteo». Il terzetto avrebbe guidato «in modo attivo e diretto» anche l'elaborazione dei dati da fornire all'Ads. Consob ha interrogato poi Alberto Ferrari, a capo dell'amministrazione, per il quale «Napoletano faceva pressioni sulla struttura della diffusione del marketing affinché il numero delle copie aumentasse [...] Io credevo che Napoletano semplicemente, come l'ho vista, come l'ho capita io, dettasse l'obiettivo strategico per aumentare il numero di copie». E il ruolo della Treu? Lo stesso Ferrari racconta: «Io la vedevo più come esecutrice, ma faceva forti pressioni affinché... la sua risposta era normalmente: non fatemi litigare con il direttore». Pesante anche la ricostruzione di Valentina Montanari, responsabile dei controlli interni, che scarica tutto su Napoletano, definendolo come «ideatore e regista». Nelle contestazioni emergono anche storie poco edificanti. Per esempio, si legge che i grandi inserzionisti del Sole 24 Ore, che compravano stock di abbonamenti non esattamente per amore della libertà di stampa, si vedevano appioppare anche centinaia di copie digitali e in cambio ricevevano pubblicità gratis. E tra le organizzazioni che Napoletano e la Treu usavano per gonfiare le copie compare anche l'Osservatorio giovani editori di Andrea Ceccherini, con «il 93% delle utenze dichiarate mai attivate» veramente. «Quotidiano in classe», ma anche no.
Il primo ministro del Pakistan Shehbaz Sharif e il principe ereditario saudita Mohammed bin Salman (Getty Images)
Riyadh e Islamabad hanno firmato un patto di difesa reciproca, che include anche la deterrenza nucleare pakistana. L’intesa rafforza la cooperazione militare e ridefinisce gli equilibri regionali dopo l’attacco israeliano a Doha.
Emanuele Orsini e Dario Scannapieco
Ecco #DimmiLaVerità del 18 settembre 2025. Il nostro Carlo Cambi ci rivela tutti i dettagli delle imminenti Regionali nelle Marche.