2020-03-03
La Cina rassicura sul Papa malato. È il sigillo del patto con il Vaticano
Da qualche giorno Bergoglio lavora a ritmo ridotto, ed evita impegni ufficiali. È raffreddato e rauco, tanto che negli Usa si cominciava a parlare di Covid-19. Curioso sia l'organo ufficiale del Partito comunista a smentire.Il Papa ha il raffreddore, come lui stesso ha annunciato urbi et orbi alla preghiera dell'Angelus di domenica scorsa, quando ha detto che non avrebbe partecipato agli esercizi spirituali della curia programmati ad Ariccia dall'1 al 6 marzo. «Purtroppo, il raffreddore mi costringe a non partecipare, quest'anno: seguirò da qui le meditazioni», ha detto Francesco affacciato su piazza San Pietro.Da qualche giorno il Papa stava lavorando a ritmo ridotto, evitando gli impegni ufficiali e portando avanti solo l'agenda di Santa Marta, in ambiente più protetto. La voce di Bergoglio è parsa rauca e gravata da qualche colpo di tosse, e lui stesso chiaramente raffreddato. Il coming out di domenica all'Angelus ha confermato il fatto. Si tratta di un male di stagione che non scalfisce quella che negli ambienti curiali viene definita la «cagionevole salute di ferro di Francesco», che porta con disinvoltura i suoi 83 anni, pur con un polmone a mezzo servizio da quando di anni ne aveva solo 21. Ma al tempo del virus un raffreddore fa correre immediatamente sui social il sospetto malizioso che il Papa abbia il coronavirus, come si leggeva qua e là. Solite fake news? Pare di sì, anche se qualche dubbio affiorava persino dalle colonne del Wall Street Journal. Ma che per la smentita si scomodi addirittura il Global Times, principale organo di informazione del governo di Pechino, è in un certo senso il sigillo del patto d'acciaio tra Vaticano e Cina, cementato definitivamente proprio dal coronavirus. «Il Vaticano ha detto al Global Times che “non ci sono prove per diagnosticare al Papa qualcosa di diverso dall'essere leggermente malato", in risposta alle notizie secondo cui il Papa ha contratto il Covid-19». Così scrive il megafono internazionale del potere cinese. A supporto viene citato un portavoce della sala stampa vaticana e, non poteva mancare, monsignor Marcelo Sánchez Sorondo, cancelliere delle Pontificie accademie delle scienze e delle scienze sociali. Sorondo, infatti, negli ultimi anni si è mostrato infatuato della Cina a tal punto da lanciarsi in mirabolanti dichiarazioni in cui abbiamo appreso, tra l'altro, che «in questo momento, quelli che realizzano meglio la dottrina sociale della Chiesa sono i cinesi».Questa volta Sorondo ha detto al Global Times che «non c'è nessun coronavirus in Vaticano, per ora!», rassicurando anche che si stanno prendendo «le misure necessarie, poiché alcuni funzionari vaticani sono appena tornati dalla Cina a dicembre, proprio mentre l'epidemia stava iniziando». Ovviamente Sorondo non ha potuto ricordare sul giornale del governo cinese che forse non è così chiaro quando questa epidemia sia davvero iniziata, anche perché risale appena al giorno di San Valentino lo storico incontro tra i ministri degli esteri dei due Stati, a margine della Conferenza sulla sicurezza di Monaco 2020.Un incontro per cui Vaticano e Cina hanno mandato comunicati che assomigliavano di più ai bigliettini tra spasimanti che quelli tra due stati che non si incontravano da 70 anni. La Sala stampa vaticana si è rallegrata del controverso e storico accordo, siglato nel 2018 e ancora segreto nei dettagli, sulla nomina dei vescovi, e il governo cinese ha sottolineato come «il Vaticano potrà giocare un ruolo costruttivo nel sollecitare la comunità internazionale a sostenere e cooperare con gli sforzi della Cina nel combattere l'epidemia». L'amore tra Cina e Vaticano è sbocciato al punto che nessuno può rompere la luna di miele. Tanto che il neo decano del collegio cardinalizio, Giovanni Battista Re, come primo atto del suo nuovo incarico ha scritto a tutti i porporati lo scorso 26 febbraio per tirare le orecchie al cardinale Joseph Zen, emerito di Hong Kong, reo di non aver mai mandato giù la pillola del nuovo corso di rapporti. Ma Zen, che soprattutto non accetta di farsi raccontare che Benedetto XVI avrebbe in qualche modo condiviso la scelta del nuovo accordo sulla nomina dei vescovi, ha risposto per le rime al confratello Re, ricordando, fra l'altro, che «davanti a delle prese di posizione della Santa Sede che non riesco a capire, a tutti i fratelli desolati che si rivolgono a me dico di non criticare chi segue quelle disposizioni. Siccome, però, nelle disposizioni si lascia ancora la libertà a chi ha una obiezione di coscienza, incoraggio questi a ritirarsi allo stato delle catacombe, senza opporsi a qualunque ingiustizia, altrimenti finirebbero per rimetterci di più».La neo Östpolitik vaticana nei confronti del governo comunista cinese non viene compresa da molti cattolici in Cina, non solo da Zen, visto che si trovano di fronte a un potere che sembra ancora voler fare della chiesa «indipendente» cinese una sorta di emanazione del partito. Il ruolo del Papa in tutto questo non è chiaro, visto che l'accordo sulla nomina dei vescovi è ancora segreto.Intanto però chi vuole rassicurazioni sulla salute di Francesco deve leggere il Global Times, organo ufficiale del partito comunista cinese.
Il presidente di Assoprevidenza Sergio Corbello (Imagoeconomica)
Il presidente di Assoprevidenza Sergio Corbello: «Dopo il 2022 il settore si è rilanciato con più iscritti e rendimenti elevati, ma pesano precariato, scarsa educazione finanziaria e milioni di posizioni ferme o con montanti troppo bassi».