2022-06-26
La Casa di Carta Corea è la nuova serie tv da vedere
True
Money Heist: Korea - Joint Economic Area porta la magistrale cinematografia coreana e la applica a uno dei prodotti più di successo della pattaforma di streaming online. E più che di remake già si parla di crossover Mentre sui social network si scatenano orde di commenti, razzisti o forse solo sciocchi, sulla versione coreana della Casa di Carta, Money Heist: Korea - Joint Economic Area, l'ultimo prodotto di casa Netflix si prepara in silenzio a infrangere ogni record.La serie, nata dalla penna di Kim Hong Sun e con la benedizione del creatore della versione spagnola, Álex Pina, racconta di un 2025 immaginario in cui le due Coree sono pronte a riunificarsi. Per questo, l'attuale Security Joint Area tra Corea del Nord e Corea del Sud è stata trasformata in una Joint Economic Area, un'area che da aspro simbolo di divisione si è trasformata rapidamente nel simbolo splendente dell'unificazione, con l'eccitante promessa di nuove opportunità commerciali e di una valuta condivisa - stampata nella Zecca della Corea Unificata. All'interno di questo panorama, si inserisce un uomo, interpretato da Joo Ji-tae, un Professore specializzato nella ricerca sull'impatto economico dell'unificazione, sempre più disilluso dallo sfruttamento dei lavoratori migranti a basso salario e dal crescente divario tra chi ha e chi non ha dopo l'unificazione. Il Professore mette quindi insieme una banda di otto ladri per compiere un furto di 4.000 miliardi di won alla Zecca della Corea unificata. Ogni personaggio è ricreato e dipinto con una magistrale perfezione, marchio di fabbrica dei prodotti televisivi e cinematografici coreani. Tokyo, Berlino, Denver, i nomi sono gli stessi dell'originale Casa de Papel, ma vengono riscritti con un'attenzione particolare allo status sociale coreano. Tokyo, per esempio, sceglie il suo nome indicando la capitale giapponese sul mappamondo e commentando, senza un filo di sentimento: "Scelgo Tokyo. Perché sto facendo una cosa cattiva". Una frase che risuona come l'ennesimo ammonimento della società coreana alla situazione, ancora in sospeso, con il Giappone, reo di aver sottoposto il Paese a soprusi e violenze inaudite. E mentre resta la domanda regina, chi è davvero buono o cattivo, che ha reso la versione originale de La Casa de Papel uno dei prodotti più apprezzati al mondo, ogni personaggio dell'ensemble coreana si sente ugualmente capace di innocenza o di malvagità, di misericordia o di violenza, in una danza perfetta di dialoghi e silenzi che scandiscono questa nuova versione della Casa di Carta.La serie, i cui primi episodi sono disponibili su Netflix, è uno specchio della società coreana dipinto con una fotografia impeccabile in cui nulla è lasciato al caso. Come la soundtrack con cui si apre la serie: DNA, dei BTS una canzone non casuale perché il suo testo, come il gruppo K-pop più famoso del mondo canta, «The two of us our connected fatefully from the start, our DNA was just the one thing», letteralmente: noi due siamo connessi dal fato fin dan principio, il nostro DNA è una cosa sola.Tra i protagonisti indiscussi, c'è senza dubbio Berlino, il cuore duro della resistenza della banda della Casa di Carta e il secondo in comando del Professore. Interpretato da Park Hae-soo, classe 1981 e già uno dei volti complici del successo di Squid Game, il suo personaggio offre forse una delle visioni più profonde della società coreana. C'è qualcosa di intrinsecamente doloroso e crudele allo stesso tempo, nel Berlino di Park Hae-soo. Sul suo volto, nelle otto puntate che compongono la serie, si impara a leggere, lentamente ma inesorabilmente, tutto il dolore provocato dalla divisione di un Paese e di chi - per un motivo o per un l'altro - ne ha dovuto pagare conseguenze crudeli. Park Hae-soo, le cui capacità recitative sono indiscusse ha recitato in alcuni dei più memorabili titoli coreani, come Prison Playbook, The Legend of the Blue Sea o Memories of the Alahambra. Dopo aver vestito i panni del giocatore 218 in Squid Game e aver contribuito al suo successo interplanetario, l'attore, nominato agli Screen Actors Guild award, interpreta uno dei personaggi più amati e odiati allo stesso tempo de La Casa di Carta. Il Berlino coreano ha una storia alle spalle che non lascia spazio alla pietà. È in uno dei dialoghi con il Professore, la mente dietro il grande colpo, che si scopre la vera essenza di Berlino: «Dove c'è una luce, arriva sempre un'ombra. E questo è il ruolo che ricopro, così che tu possa brillare”, commenta senza emozioni. Nella storia impariamo che Berlino, il cui vero nome è Song Jun-ho, per fuggire dalla Corea del Nord con sua madre ha provato ad attraversare a nuoto il fiume Amrok, che si staglia il confine tra Cina e Corea del Nord. Durante la notte della fuga, i due vengono catturati, la madre brutalmente uccisa nel fiume e lui deportato nel campo di lavoro forzato di Kaechon, famoso perché "nessuno ne è uscito vivo". Dopo anni di pestaggi e violenze, grazie a una piccola rivoluzione interna, Song Jun-ho riesce a fuggire lasciando dietro di se una scia di sangue e pronunciando le parole che pesano come il piombo: «forse mi mancherà l'odore di questo luogo”.
Leonardo Apache La Russa (Ansa)
Nessuna violenza sessuale, ma un rapporto consenziente». È stata archiviata l’indagine a carico di Leonardo Apache La Russa e l’amico Tommaso Gilardoni, entrambi 24enni, accusati di violenza sessuale da una di ventiduenne (ex compagna di scuola di La Russa jr e che si era risvegliata a casa sua).
Nel riquadro, Howard Thomas Brady (IStock)