2019-11-17
La carica dei 70.000. Conte fa il diccì ma ha fatto infuriare pure i pensionati
Piazza San Giovanni piena contro l'esecutivo. La rabbia contro le rivalutazioni «umilianti» da 50 centesimi al mese. Settantamila pensionati, ieri, al Circo Massimo di Roma, hanno urlato la loro rabbia contro il governo giallorosso e la manovra finanziaria. Altro che le 12.000 sardine di Bologna: qui siamo di fronte a una marea umana, che ha invaso pacificamente la capitale. Come se non bastassero i problemi, per i 16 milioni di pensionati italiani, ad aumentare le loro preoccupazioni ci si è messo ieri anche Pasquale Tridico, presidente dell'Inps su indicazione del M5s, che ieri, in una intervista al Fatto Quotidiano, ha lanciato l'idea di destinare i risparmi di quota 100 ai giovani: è evidente a tutti che le nuove generazioni hanno bisogno di sostegni e incentivi, ma le risorse andrebbero trovate eventualmente investendo con precise politiche ad hoc, concentrando invece i risparmi dell'Inps sui chi ogni mese, per tutta la vita lavorativa, ha versato i sudati contributi.La straordinaria partecipazione di ieri è l'ennesimo segnale di come il Paese reale sia fieramente contrapposto al governino giallorosso guidato dal premier col ciuffo, Giuseppe Conte. La manifestazione nazionale indetta dai sindacati dei pensionati Spi-Cgil, Fnp-Cisl e Uilp-Uil, con lo slogan «Invisibili no! Siamo 16 milioni», ha avuto fatto seguito all'iniziativa del primo giugno scorso a piazza San Giovanni, e ha avuto come piattaforma la rivalutazione delle pensioni, l'allargamento della 14esima, la riduzione delle tasse all'insegna di un fisco più equo, la sanità e una legge sulla non autosufficienza. I sindacati giudicano la manovra giallorossa «una beffa», considerando la mini-rivalutazione da «nemmeno 50 centesimi al mese» prevista al 100% (dal 97%) anche per le pensioni tra le tre e le quattro volte il minimo (ossia tra i 1.522 e i 2.029 euro lordi al mese). Una misura che riguarda circa 2,8 milioni di pensionati, mentre per chi ha assegni pensionistici di importo superiore non cambia nulla. Negli ultimi sette anni di blocco della perequazione, a partire dal 2012 con la legge Monti-Fornero, hanno ribadito i sindacati, i pensionati hanno lasciato allo stato 44 miliardi di euro. «Non umiliateci con 40 centesimi al mese», ha detto dal palco, rivolgendosi al governo e al parlamento, il segretario generale dello Spi-Cgil, Ivan Pedretti, «e ridateci un sistema di rivalutazione piena. Trovate un po' di risorse per aumentare le pensioni basse, quelle da 1.250/1.500 euro, con l'allargamento della 14esima. Basterebbe un piccolo sforzo e lo si può fare nei prossimi giorni durante il dibattito parlamentare. Milioni di persone e di cittadini vi sarebbero grati».Considerati un limone da spremere, i pensionati italiani chiedono anche che venga ridotto il carico fiscale che grava sulle loro spalle, come ha affermato il segretario generale della Uil, attualmente facente funzioni della Uilp, Carmelo Barbagallo: «Il governo», ha detto Barbagallo, «non sta tenendo nella giusta considerazione i 16 milioni di pensionati italiani, che si stanno impoverendo giorno dopo giorno, e che invece sono il vero ammortizzatore sociale di questo paese, e ai quali va restituito il potere d'acquisto. Bisogna che questo governo ci dia delle risposte. Ci hanno promesso di tutto e di più», ha aggiunto Barbagallo, «senza risposte la nostra mobilitazione continuerà». «Occorre evitare uno scontro tra giovani ed anziani», ha affermato la leader della Cisl, Annamaria Furlan, «anzi è necessario creare un'alleanza in favore del lavoro. Oggi siamo insieme ai pensionati, ai tanti anziani e anziane, presenti nel nostro Paese che giustamente dicono: non siamo invisibili e abbiamo lavorato tanti anni per avere la pensione, bloccata da troppo tempo. Tutti i governi», ha aggiunto la Furlan, «fanno cassa sulla pensione dei nostri anziani e anziane». In piazza, a sostegno delle rimostranze dei pensionati, c'era anche il numero uno della Cgil, Maurizio Landini: «Stiamo chiedendo», ha detto Landini, «che ci sia una vera riforma delle pensioni. Dobbiamo dare un futuro ai giovani anche dal punto previdenziale». La richiesta del superamento della legge Fornero è stato un altro punto all'ordine del giorno della manifestazione. Il segretario generale della Fnp-Cisl, Gigi Bonfanti, ha chiamato tutti all'unità per una protesta incisiva: «È giunto il momento», ha argomentato Bonfanti, «che insieme Cgil, Cisl e Uil propongano una grande manifestazione nazionale dei lavoratori e dei pensionati sui temi che ci uniscono: bisogna fare uno sciopero generale del Paese, per i diritti, il lavoro e le pensioni. Ci rivedremo presto. Siamo pronti ai presidi e ai blocchi delle piazze per portare avanti la battaglia per la dignità dei pensionati».