2022-11-23
La caccia dei fratelli Conte a Bochicchio. «E' sbarcato in un aeroporto militare»
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Il luogo dell'incidente dove ha perso la vita Massimo Bochicchio (Ansa)
Tra il 2020 e il 2021 Daniele e Antonio hanno cercato in tutti i modi di scoprire i movimenti del trader morto a Roma il 19 giugno scorso. Nelle conversazioni intercettate dalla Guardia di finanza, vengono ricostruiti anche clienti e soci del titolare di Kidman e Tiber. Tra gli investitori ci sarebbe stato uno «della ndrangheta che avrebbe investito tramite un prestanome, oltre che un soggetto vincitore del Superenalotto».Per i suoi affari si appoggiava a Credit Suisse e soprattutto a Hsbc, importante banche d'affari dove aveva anche lavorato. Ma allo stesso tempo Massimo Bochicchio, il trader morto lo scorso 19 giugno a Roma, aveva contatti a 360 gradi con il sistema bancario italiano e internazionale, anche con chi era già finito alle cronache per i crac di Monte dei Paschi di Siena o Banco di Vicenza. Nel mare magnum di carte (più di un milione di pagine suddivise in decine di faldoni) che riportano le indagini della procura di Milano (e grazie anche alle intercettazioni sui fratelli Daniele e Antonio Conte), si può avere un panorama a 360 gradi sui rapporti d'affari di Bochicchio. A metà del 2020, infatti, i fratelli Conte si erano già rivolti alla corte commerciale di Londra per recuperare i 30 milioni di euro persi. Ma allo stesso tempo avevano iniziato a indagare privatamente su dove fossero finiti i soldi affidati negli anni al trader nato a Capua. Anzi, si erano affrettati anche a monitorare gli spostamenti in giro per il mondo di Bochicchio. La Guardia di finanza li intercetta più volte. E tra il 2020 e il 2021, grazie alle telefonate di Daniele, le fiamme gialle riescono a ricostruire la rete di clienti e soci del titolare di società come Kidman e Tiber. I Conte si spingeranno più in là grazie alle loro ricerche. E scopriranno anche, a loro parere, anche le modalità con cui Bochicchio riusciva a far scomparire i soldi all’estero: un sistema di fatture false tramite società fittizie di intelligenza artificiale. Del resto, di soldi ne ha tanti Er Fanfara. Gli investigatori che gli danno la caccia lo capiscono già alla fine dell’agosto del 2020 quando iniziano a uscire le prime notizie sui giornali sulle sue truffe. Bochicchio riesce a sperperare in 2 mesi quasi 130.000 euro con la propria carta di credito, tra viaggi a Dubai, Francoforte, Città del Messico, Ibiza o Tulum. Pernotta negli alberghi più esclusivi, come il The Atlantis da 700 euro a notte o si permette cene da più di 1000 euro. Allo stesso tempo smista dai propri conti correnti (ne ha negli Stati Uniti, Singapore o a Hong Kong) bonifici da 520.000 sul conto della moglie Arianna Iacomelli e cerca di rassicurare i clienti che lo cercano. Bochicchio è molto attento con i telefoni. Ne utilizza diversi. Spesso usa anche Facetime per comunicare. Capita anche che la guardia di finanza non riesca a scoprire chi siano i suoi interlocutori, che vengono a volte localizzati anche in Uganda, quasi per sviare le indagini. Anzi, a volte non si riesce a individuare neppure la posizione di Bochicchio, tra Singapore e Londra. La moglie, con cui parla, ha 10 utenze Vodafone intestate. Ai figli è vietato dire dove si trova il padre. A fine ottobre il trader perderà anche un telefono su un taxi a Dubai, gettando nel panico i Conte e i loro collaboratori che avevano appena comunicato il numero proprio alla Guardia di finanza. «Ma che è, pure sta storia…». L’11 novembre del 2020 Daniele Conte è al telefono con Fabio Caleca, un esperto di fondi di investimento con un passato in Credit Suisse. Caleca sta aiutando i fratelli Conte nel recuperare le somme, ma anche a capire il ruolo che una banca come Hsbc ha avuto nella gestione dei fondi andati perduti. Hsbc è la banca dove lavorava Bochicchio. E dove è stato advisor anche il presidente del Coni Giovanni Malagò. Dopo aver parlato con Caleca, Daniele chiama Antonio e gli spiega che tra i clienti di Bochicchio ci sarebbero due ambasciatori (uno è Raffaele Trombetta), un appartenente alla ndrangheta che avrebbe investito tramite un prestanome, oltre che un soggetto vincitore del Superenalotto, che avrebbe perso 5 milioni di euro dopo averne vinti 6. Ma come hanno fatto a ottenere queste informazioni i Conte? Durante un incontro con i magistrati di Milano nel gennaio del 2021, sarà lo stesso Caleca a spiegare di aver presentato loro Marco Di Cesaria, ex vicepresidente di Morgan Stanley che vanta, a suo dire, contatti con i «responsabili della sicurezza» che hanno informazioni interessanti su Bochicchio. E’ proprio Di Cesaria ad avere contatti con «il servizio segreto civile». E spiega che è «il più grosso esperto che tu possa avere di polizia sul territorio britannico: il collegamento con Scotland Yard lo fa lui». Si scopre così che Bochicchio si accompagna a Dubai a una famiglia libanese siriana. Che viene aiutato anche da Krishna Rao, un ex Goldman Sachs. I Conte sanno ogni cosa di Bochicchio. Per esempio, scoprono che quando arriva negli Emirati Arabi Uniti si appoggia a un aeroporto militare, con tutta probabilità quello di Al Mihad dove transitano anche voli civili. Ma allo stesso tempo i 2 fratelli si interessano per esempio se dentro la Tiber, altra società di Bochicchio, abbia ancora un ruolo Alberto Cantarini. Chi è Cantarini? Qualcuno anni fa lo definì il Gordon Gekko di piazza del Campo, quando lavorava per il Monte dei Paschi di Siena. Nelle carte compaiono anche i nomi di Louis Vegas Peron, Regis Donati e Alexis De Bernardi, collegati alla Banca popolare di Vicenza e a tre misteriose società lussemburghesi scoperte durante la stagione di Gianni Zonin. Erano anche loro nella società Palesa Srl insieme proprio insieme a Bochicchio.
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